Vaccinazione antinfluenzale

Serve vaccinarsi ? Qualche informazione utile per i senior, per superare i pregiudizi.

In questo periodo dell’anno, con l’arrivo dell’inverno e delle malattie tipiche della stagione, torna di attualità il tema della vaccinazione antinfluenzale.

L’’influenza è, come noto, una malattia a trasmissione aerea ed eziologia virale, caratterizzata da febbre, dolori muscolari e articolari, sintomi respiratori come raffreddore, mal di gola e tosse. Ogni anno l’influenza colpisce milioni di Italiani, una quota compresa tra il 4 ed il 12% della popolazione.

Le epidemie influenzali annuali sono associate a elevata morbosità e mortalità e costituiscono una rilevante spesa sanitaria (che include controlli clinici, ricoveri ospedalieri, spesa farmaceutica). In Europa, il Centro Europeo per il Controllo delle Malattie, ha stimato che ogni anno circa 40.000 persone muoiano prematuramente a causa dell’influenza.

La quota maggiore dei decessi si verifica in soggetti di età superiore ai 65 anni, specialmente tra quanti sono affetti da patologie croniche (diabete, malattie cardiovascolari e respiratorie croniche).

La più efficace misura di prevenzione dell’influenza è rappresentata dalla vaccinazione antinfluenzale.

I vaccini antinfluenzali stimolano il sistema immunitario a produrre anticorpi specifici diretti contro il virus influenzale che più probabilmente circolerà in stagione: in caso di contatto con il virus gli anticorpi già presenti nell’individuo sono in grado di neutralizzarlo rapidamente, prevenendo così la sindrome influenzale o rendendola più blanda. La vaccinazione deve essere effettuata nel periodo compreso tra ottobre e dicembre mediante una singola iniezione di preparato. La protezione indotta dal vaccino inizia dopo circa 2 settimane dall’inoculazione e perdura per 6-8 mesi. Per tale ragione, e poiché ogni anno i ceppi virali circolanti cambiano, è necessario ripetere la vaccinazione annualmente.

La vaccinazione è indicata per tutti i soggetti che non abbiano specifiche controindicazioni; è invece raccomandata e gratuita per tutti coloro che sono maggiormente a rischio di complicanze (sono compresi in questa categoria i soggetti con età ≥ 65 anni) e per gli operatori sanitari.

Costituiscono una controindicazione assoluta alla somministrazione del vaccino una precedente e grave reazione allergica (anafilassi) successiva alla somministrazione di una dose di vaccino o a un componente del vaccino e un’anamnesi positiva per sindrome di Guillain-Barré insorta entro 6 settimane dalla somministrazione di una precedente dose di vaccino antinfluenzale; controindicazione temporanea è invece la presenza di una malattia acuta di media o grave entità, con o senza febbre.

Gli effetti collaterali più comuni dopo somministrazione di vaccino antinfluenzale sono reazioni locali lievi (dolore, eritema, gonfiore) e transitorie nel sito di iniezione; più raramente possono esservi effetti sistemici: raramente possono esservi reazioni allergiche quali orticaria, asma o gravi manifestazioni allergiche sistemiche da ipersensibilità a componenti del vaccino.

Come tutte le vaccinazioni anche quella antinfluenzale comporta benefici non solo per effetto diretto sui soggetti vaccinati, ma anche in modo indiretto, inducendo protezione nei soggetti non vaccinati (“herd immunity” ovvero protezione di soggetti non vaccinati per effetto della riduzione di virus circolante).

L’efficacia della campagna vaccinale in termine di riduzione di morbosità e mortalità dipende dai tassi di copertura vaccinale. L’OMS e il Piano nazionale italiano di prevenzione vaccinale (2012-2014) riportano tra i propri obiettivi una copertura vaccinale variabile tra il 75% e il 95% nei gruppi a rischio. Tuttavia, a oggi, i tassi di copertura vaccinale sono ancora bassi; tra le motivazioni, deve essere annoverata un’insufficiente conoscenza del problema da parte della popolazione ed un pregiudizio diffuso, che peraltro riguarda le vaccinazioni in generale. E’ pertanto auspicabile che si faccia ogni sforzo per aumentare il livello di conoscenza sull’influenza e sulla sua prevenzione, e che si inviti la popolazione a rivolgersi al Medico di Medicina Generale per dirimere i dubbi che spesso portano a rinunciare al vaccino senza una motivazione fondata.

Non bisogna inoltre dimenticare, come raccomandato dal piano di prevenzione e controllo dell’influenza (raccomandazioni per la stagione 2015-2016 del Ministero della Salute), l’utilità delle misure non farmacologiche (semplici misure di igiene e protezione individuale): accurata igiene della mani, igiene delle secrezioni respiratorie (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce), isolamento volontario al domicilio di persone con sindrome influenzale, uso di mascherine apposite da parte di soggetti con sindrome influenzale.

In sintesi la vaccinazione antinfluenzale è efficace ed è importante che sia somministrata alle persone a rischio nei tempi e nei modi corretti. Un chiarimento con il proprio medico di fiducia può essere l’occasione buona per discuterne e ottenere i consigli più appropriati.

A questo articolo ha collaborato Francesca Massariello, specializzanda in Gerontolgia e Geriatria, Università degli Studi Milano–Bicocca

Condividi questo articolo

Giuseppe Bellelli è Professore Associato di Gerontologia e Geriatria presso il Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi Milano-Bicocca. Fa parte del Consiglio Direttivo della Società italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) e dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria (AIP).

Lascia un commento