Oltre la paura: stili di vita e prevenzione nella lotta al cancro

Con il progressivo incremento dell’aspettativa di vita della popolazione cresce l’incidenza delle malattie dell’invecchiamento cellulare” e, tra queste, i tumori o neoplasie.

Il fisiologico invecchiamento dei sistemi biologici umani, infatti, interessa anche i meccanismi di sorveglianza immunitaria e di risposta a fattori di stress potenzialmente dannosi che nel corso della vita ci proteggono dal processo di sviluppo di mutazioni genetiche che portano all’insorgenza dei tumori.

Ne consegue che più facilmente, nell’individuo anziano, si sviluppino neoplasie. Secondo i dati presenti in letteratura, per la maggior parte dei tumori l’incidenza maggiore si registra nelle fasce di età più avanzate.

In Italia, secondo l’ultimo rapporto AIRTUM (Associazione Italiana Registri TUMori) le neoplasie più diffuse tra le donne senior sono il cancro alla mammella, al colon-retto, al polmone, al pancreas e allo stomaco; tra gli uomini senior, invece, i tumori più frequenti interessano la prostata, i polmoni, il colon-retto, la vescica e lo stomaco.

La consapevolezza della maggiore predisposizione a sviluppare tumori in età avanzata e la percezione di una maggiore fragilità che può condizionare negativamente un eventuale percorso di cura, può amplificarne la paura tra gli anziani. A ciò si aggiunge che, col passare degli anni, aumentano le esperienze personali di casi di tumore nella propria rete sociale, che contribuisce a generare ansia e preoccupazione nelle persone anziane.

Fortunatamente, però, si è registrato un sensibile progresso delle conoscenze scientifiche negli ultimi anni. Sempre più dati, infatti, confermano che una quota significativa dei decessi per tumore potrebbe essere globalmente evitata se si correggessero fattori ambientali, metabolici e legati allo stile di vita che incrementano il rischio di ammalarsi.

A ciò si aggiunga che i progressi nel campo della diagnosi precoce permettono oggi di identificare tumori in fase precoce e di conseguenza ancora potenzialmente guaribili e che per molte neoplasie un tempo considerate incurabili, esistono oggi trattamenti sicuri ed efficaci nel garantire una buona aspettativa di vita. È quindi fondamentale, a tutte le età, ma soprattutto nell’età avanzata, evitare comportamenti a rischio e aderire ai programmi di screening.

In questa ottica, la comunicazione aperta col proprio medico è cruciale per identificare le strategie di prevenzione e cura da mettere in atto il più precocemente possibile e per trovare supporto e risposte puntuali e verificate ai dubbi che riguardano questa malattia.

Fattori di rischio modificabili per lo sviluppo di tumori

La Commissione Europea, nel suo “Codice europeo contro il cancro” suggerisce una serie di azioni che ogni persona può intraprendere per abbassare il rischio di sviluppare tumori, alcune delle quali hanno una rilevanza a tutte le età, compresa quella avanzata:

  • Smettere di fumare ed evitare il fumo passivo: molte sostanze contenute nel fumo di tabacco sono riconosciute come cancerogene e hanno un ruolo nello sviluppo non solo del tumore al polmone, ma anche di molti altri tipi di tumori (tumori del cavo orale e della gola, del pancreas, del colon, della vescica, del rene, dell’esofago, del seno e alcune forme di leucemia).
  • Mantenere un peso forma: l’eccesso di grasso corporeo induce infiammazione cronica, altera il normale metabolismo e influisce sui livelli di fattori di crescita e ormoni, contribuendo così alla proliferazione di cellule tumorali.
  • Svolgere regolarmente attività fisica: oltre all’azione positiva sul peso e sulla composizione corporea, l’attività fisica è detossinante e favorisce il transito intestinale, permettendo l’espulsione di scorie e sostanze tossiche dal nostro organismo. In più, l’esercizio fisico esercita un ruolo positivo sul sistema immunitario, che si mantiene attivo nella sorveglianza antitumorale.
  • Seguire una dieta sana: per quanto non sia ancora stata identificata una dieta in grado di prevenire il cancro, una dieta equilibrata e varia, ricca di frutta, verdura, legumi e fibre e povera di alimenti a elevato contenuto di zuccheri e grassi di origine animale esercita effetti positivi sulla salute di molti sistemi fisiologici; in più, ridurre il consumo di carni rosse e di prodotti derivati dalla lavorazione della carne si è dimostrato efficace nella riduzione di alcuni tumori del tratto gastroenterico.
  • Limitare – o ancor meglio sospendere – l’assunzione di alcolici: è ormai ampiamente dimostrato il ruolo dell’alcol nella genesi di patologie epatiche a cui può conseguire lo sviluppo di tumori; inoltre, gli studi suggeriscono un ruolo dell’alcol anche nell’insorgenza di tumori del cavo orale, del tratto gastroenterico, della colecisti e del pancreas.
  • Evitare l’esposizione solare eccessiva e nelle ore più calde, e utilizzare filtri solari: la radiazione UVB contenuta nei raggi solari è infatti in grado di causare mutazioni nel DNA delle cellule della pelle che possono portare all’insorgenza di tumori cutanei.

Programmi di screening

Dato che alcuni fattori di rischio per lo sviluppo di tumori NON sono modificabili (ad es. genetica, età, sesso), è fondamentale partecipare ai programmi di screening per identificare precocemente la malattia, in fasi in cui le strategie terapeutiche oggi disponibili possono essere ancora efficaci.

Seguendo le raccomandazioni internazionali, il Ministero della Salute raccomanda lo screening per il tumore del colon retto, del seno e del collo dell’utero:

  • Il test di screening per il tumore del colon-retto è il test del sangue occulto nelle feci, da eseguire ogni 2 anni nelle persone tra i 50 e i 69 anni. Il test consiste nella raccolta – facilmente eseguibile a casa – di un campione di feci che sarà poi analizzato per rilevare eventuali tracce di sangue non visibili a occhio nudo che potrebbero essere spia di un tumore o di una lesione pretumorale. In caso di esito positivo, sarà consigliata l’esecuzione dell’esame di approfondimento, ossia la colonscopia.
  • Il test di screening per il tumore del seno è la mammografia, da eseguire tra i 50 e i 69 anni ogni 2 anni. La mammografia è una radiografia che permette di identificare anche noduli di piccole dimensioni, non ancora percepibili alla visita. In caso di esito positivo, sarà consigliata l’esecuzione di una seconda mammografia, di una ecografia e di una visita senologica per confermare la presenza del tumore.
  • il test di screening per il tumore del collo dell’utero è il Pap-test, da eseguire ogni 3 anni tra i 25 e i 64 anni.

Benché non esista ancora un protocollo di screening standardizzato per i tumori cutanei, è forte la raccomandazione a tenere sotto controllo la propria cute, per identificare precocemente eventuali lesioni “sospette” meritevoli di accertamento.

Prevenire è meglio che curare

In conclusione, quindi, possiamo affermare che la migliore strategia che si possa adottare per contrastare “la paura del tumore” è quella della prevenzione. Con un corretto stile di vita da far proprio in tutte le fasi della vita, partecipare regolarmente alle campagne di screening può aiutarci a individuare precocemente un’eventuale neoplasia e ad affrontare questa malattia in modo tempestivo ed efficace.

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Foto peakSTOCK su licenza iStock

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Benedetta Maisano e Ausilia Somma sono medici in formazione specialistica, Scuola di Specializzazione in Gerontologia e Geriatria, Università Milano-Bicocca.

Giuseppe Bellelli è Professore Ordinario di Gerontologia e Geriatria presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi Milano-Bicocca. Inoltre è direttore dell'Unità Operativa Complessa di Geriatria dell'IRCCS San Gerardo di Monza ed è presidente della sezione Lombarda della Società italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG).

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