Le vaccinazioni negli over65

Ha senso la vaccinazione antipneumococcica per prevenire le infezioni ?

Il tema delle vaccinazioni è di estrema attualità: numerose sono infatti le informazioni, più o meno corrette, che si possono trovare sui giornali o vengono riportate dalla televisione e da Internet. A tal proposito è opportuno fornire qualche chiarimento. Dopo aver affrontato in un precedente articolo il tema della vaccinazione antinfluenzale ci soffermiamo ora sull’utilità della vaccinazione antipneumococcica nella popolazione in generale, con particolare riferimento alla popolazione over65.

Lo Streptococcus Pneumoniae (pneumococco) è un batterio ubiquitario, cioè non specifico di un particolare apparato e molti sono i portatori asintomatici a livello delle alte vie respiratorie. La trasmissione è interumana (cioè avviene tra individui del genere umano) mediante secrezioni respiratorie (starnuti, tosse, ecc); il periodo di incubazione talora può essere anche molto breve (qualche giorno).

Fattori di rischio per lo sviluppo della malattia sono l’immunodepressione (infezione da HIV, assenza della milza, neoplasie), le malattie croniche (diabete mellito, patologie polmonari, insufficienza cardiaca, ecc) e l’età. Per quanto riguarda quest’ultimo fattore, gli individui più colpiti sono i lattanti e gli anziani: gli studi epidemiologici hanno infatti rilevato che l’incidenza dell’infezione da pneumococco aumenta dopo i 50 anni e raggiunge il picco dopo i 65 anni. Ciò perché, con l’avanzare dell’età, il sistema immunitario diminuisce la propria efficienza e aumentano le patologie croniche, anch’esse responsabili di una ridotta reattività del sistema immunitario.

Fattori predisponenti la malattia sono le infezioni virali delle alte vie respiratorie, come l’influenza. Pertanto le infezioni pneumococciche sono più comuni nella stagione invernale. Le patologie causate da questo germe comprendono sia forme non invasive (infezioni delle vie aeree superiori, otite media acuta) sia infezioni invasive con elevata letalità (polmonite, meningite, sepsi, endocardite). La terapia è antibiotica, tuttavia la crescente antibiotico-resistenza rende queste forme ancora più temibili.

La polmonite è una patologia frequente nella popolazione anziana, che riguarda circa 50 soggetti su 100000 all’anno; nel 13-34% dei casi il germe responsabile è lo Streptococcus Pneumoniae. La malattia invasiva colpisce una quota compresa tra 0.2 e 5.7 su 100000 anziani. Tale quota è in costante riduzione dopo l’introduzione del vaccino, che rappresenta la forma più efficace di prevenzione.

I vaccini disponibili coprono i sierotipi di pneumococco coinvolti nella maggior parte delle forme di malattia invasiva. Il vaccino stimola il sistema immunitario a produrre anticorpi specifici diretti verso le componenti antigeniche dello pneumococco: in caso di esposizione al batterio il sistema immunitario contiene più rapidamente l’infezione e ne evita la disseminazione. La somministrazione del vaccino avviene tramite singola iniezione intramuscolare. La risposta immunitaria si sviluppa a distanza di circa 2-3 settimane dalla vaccinazione. La protezione è duratura. La vaccinazione è consigliata a soggetti di qualsiasi età con patologie predisponenti l’infezione (immunodepressione, patologie croniche). Più recentemente la Società Italiana di Medicina Respiratoria (SIMeR) e la Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) congiuntamente hanno raccomandato e raccomandano la vaccinazione antipneumococcica con vaccino coniugato 13-valente per tutti i soggetti adulti di età superiore ai 50 anni, indipendentemente dalla storia vaccinale. In particolare dovrebbero essere vaccinati i soggetti con grave disabilità fisica e cognitiva, quelli residenti nelle case di riposo ma anche individui residenti al proprio domicilio, soprattutto se fragili e affetti da comorbilità (cioè più patologie croniche coesistenti).

Controindicazioni assolute alla vaccinazione sono rappresentate da precedenti reazioni allergiche (gravi) alla somministrazione di vaccini. Controindicazione temporanea è rappresentata dalla presenza di malattia acuta moderata o grave. Le reazioni avverse variano da una reazione lieve locale a rapida risoluzione (arrossamento, gonfiore in sede di inoculo) a una reazione sistemica lieve (febbre, dolori muscolari) fino allo shock anafilattico, in un numero molto limitato di casi.

Non abbiamo a disposizione dati precisi di copertura vaccinale antipneumococcica; tuttavia l’Istituto Superiore di Sanità stima che nella popolazione anziana la copertura vaccinale sia relativamente bassa (0,7% – 50% a seconda delle regioni italiane considerate). Questo dato si spiega sia con la mancanza di una conoscenza da parte della popolazione generale relativamente alla diffusione e alla potenziale gravità dell’infezione, sia con la mancanza di una cultura della prevenzione, in parte anche dovuta ai numerosi pregiudizi esistenti nei confronti delle vaccinazioni.

In conclusione la patologia causata dallo pneumococco è un importante problema di sanità pubblica e la vaccinazione rappresenta l’unico sistema di prevenzione efficace.  Anche in questo caso può essere utile un colloquio con il proprio medico per dirimere gli ultimi dubbi relativi alle vaccinazioni in generale e alla vaccinazione antipneumococcica in particolare.

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Giuseppe Bellelli è Professore Associato di Gerontologia e Geriatria presso il Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi Milano-Bicocca. Fa parte del Consiglio Direttivo della Società italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) e dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria (AIP).

Francesca Massariello é Geriatra presso Istituto Geriatrico P. Redaelli, Milano.

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