La trasformazione digitale
… come sta cambiando il mondo anche per i senior.
Secondo una recente ricerca TrendLab, stiamo assistendo all’incrociarsi di due fenomeni. Da una parte, le Nazioni Unite certificano che l’aspettativa di vita globale potrebbe salire a più di 75 anni nel 2050. I trend attuali e di breve periodo consentono di osservare uno sbilanciamento dei rapporti intergenerazionali verso i gruppi di età più anziana caratterizzanti la struttura demografica del nostro Paese. Il cambio demografico a livello mondiale pone in rilievo il sorgere di nuovi concetti di struttura sociale, di famiglia e di forze lavoro, ponendo in relazione alcuni temi come aumento della popolazione/crescita economica, gioventù/innovazione, invecchiamento/modelli comportamentali e organizzativi, globalizzazione/fenomeni di localismo.
Dall’altra, le comunità digitali e i social network, a seguito del consolidamento delle nuove tecnologie di comunicazione e della diffusione della “cultura della community”, si stanno affermando come vere e proprie realtà sociali, modificando in maniera radicale i tradizionali meccanismi relazionali. Facebook con oltre 800 milioni di utenti attivi è considerato uno “Stato globale”; Linkedin conta oltre 100 milioni di iscritti; Twitter genera 3 miliardi di messaggi annui.
La prima conseguenza, scaturente dall’insieme combinato dei trend sopra rilevati, è la progressiva scomparsa della distinzione che è stata in questi ultimi anni ribadita fino alla noia fra Baby Boomers, Generazione X (nati fra il 1960 e il 1980) e Generazione Y (i Nativi Digitali). I dati ci dicono che la situazione sta rapidamente evolvendo verso una convergenza trasversale dei comportamenti e quindi dei modelli mentali.
Se ad esempio andiamo a verificare i trend di utilizzo di Facebook per fasce di età, scopriamo che già nel corso del 2014 si è verificato un aumento dell’80% degli utenti ultracinquantacinquenni e che il segmento dei maggiori utilizzatori è quello compreso fra i 35 e i 54 anni. Ma è soprattutto la fascia degli ultracinquanticinquenni che si sta sempre più avvicinando a Social Newtwork come Whatsapp e Facebook per diverse ragioni: per dialogare con figli e nipoti a distanza (chiunque abbia scoperto Whatsapp e abbia un figlio lontano sa quanto un semplicissimo “gruppo Family” possa essere di aiuto nel mantenere vivi i rapporti fra generazioni), ma anche per beneficiare di tutti i supporti 2.0 legati alla salute (app per smartphone, wearables, medici on line…).
E’ interessante da questo punto di vista il caso della app iNonni realizzata da Sanofi e presentata al Social Business Forum 2015. È un’applicazione per dispositivi mobili, semplice e intuitiva, con grafica e funzionalità essenziali per consentire agli anziani di accedere alla tecnologia digitale. La app visualizza sul device quattro grossi riquadri colorati, ognuno dei quali permette di accedere a una delle sezioni di iNonni: Scuola (micro lezioni per la “formazione digitale” della terza età), Messaggi (sistema di messaggistica collegato a un gruppo di familiari registrati), Notizie (una Bacheca virtuale informativa sulle attività interne della struttura e su quelle di carattere ludico‐sociali), Salute (informazioni e contenuti editoriali sulla salute dedicati agli anziani). Riporto qui un video che descrive bene il progetto.
In sintesi, la vecchia distinzione fra immigrati e nativi digitali ha sempre meno senso: piuttosto è vero che siamo ormai tutti cittadini digitali che, in diversa misura, contribuiscono alla cosiddetta Sharing Economy (vedi post di Joseph Sassoon su osservatoriosenior.it) che sta definendo modifiche radicali nei modelli di business, nei comportamenti di acquisto e nella gestione delle aziende. Lucio Gomiero, del Board of Directors di Ferrero, così esprime la questione da un punto divista marketing: “X Generation , Y Generation, Millennials, etc diventano segmentazioni statistiche meno utili al mondo del consumer: siamo oggi nella “Jam generation”, nei paesi occidentali… in questo quadro il silver consumer non vuole essere incasellato con un parametro anagrafico del prodotto. Se, come avviene per il sito di Amazon destinato agli over 50, si mescolano le 4 categorie di offerta più legate ai problemi dell’età ad altre 5 legate più alle opportunità e al piacere, si ha più possibilità di successo”.
Marco Minghetti é Associate Partner di OpenKnowledge, oltre che giornalista, saggista e docente di Humanistic Management presso l'Università di Pavia.