L’artrosi: come affrontarla

L’avanzare dell’età e i dolori osteoarticolari

Nelle persone che si apprestano a superare la soglia dei 65 anni, una frequente causa di accesso all’ambulatorio del Medico di Medicina Generale è rappresentata dai dolori articolari che in questa fascia di età sono per lo più legati a problematiche artrosiche.

Cos’è l’artrosi. L’osteoartrosi o artrosi è una malattia degenerativa cronica e progressiva che interessa le articolazioni. Si tratta di una patologia molto diffusa: colpisce, infatti, il 10% degli adulti e oltre il 50% della popolazione anziana.

La nascita e lo sviluppo dell’artrosi sono legati all’interazione di più fattori che agiscono alterando l’equilibrio tra osso e cartilagine articolare. A livello delle articolazioni colpite, infatti, si ha una degenerazione cartilaginea e ossea con modificazioni dei normali rapporti articolari. Si riconoscono forme primarie e secondarie di artrosi. Le forme primarie (definite idiopatiche) sono le più frequenti: per queste forme è difficile identificare una causa specifica. L’osteoartrosi idiopatica colpisce soprattutto articolazioni sane e interessa più sedi contemporaneamente, in modo asimmetrico. I fattori predisponenti più importanti sono rappresentati da obesità, sesso femminile e l’età. Vi sono poi forme che derivano da deformità articolari congenite, da traumi, da sovraccarico funzionale, da cause meccaniche (lavori con strumenti vibranti, manovre ripetitive o in posizioni non fisiologiche), da interventi chirurgici, da infezioni. Queste forme caratteristicamente sono localizzate in genere a una singola articolazione o a un gruppo di articolazioni.

Qualsiasi articolazione del corpo può essere colpita, ma quelle maggiormente interessate sono le articolazioni sottoposte a usura, quali le vertebre, le ginocchia e le dita di mani e piedi.

La manifestazione più frequente è rappresentata da sintomi dolorosi e cronici, localizzati alle articolazioni colpite dal processo degenerativo; il dolore aumenta con il movimento e si riduce con il riposo. Con l’evoluzione del processo degenerativo compaiono inoltre deformità articolare e limitazione funzionale. Per limitazione funzionale s’intende una ridotta possibilità di movimento articolare dovuta alla presenza di deformità o al dolore scaturito dal movimento. Se trascurata, l’artrosi conduce progressivamente e inesorabilmente a disabilità, ovvero a difficoltà o dipendenza nello svolgimento delle attività comuni della vita quotidiana, con importanti ripercussioni sullo stato di salute globale e sulla qualità di vita.

La diagnosi. Per una corretta diagnosi sono necessari un’accurata raccolta anamnestica (anamnesi familiare, fisiologica, farmacologica, patologica remota e prossima con un’attenzione particolare alle caratteristiche del dolore, alle sedi interessate e a eventuali fenomeni associati) e un approfondito esame obiettivo articolare. Talora può essere necessario il ricorso a esami strumentali: le radiografie delle sedi colpite mostrano alterazioni specifiche soprattutto con l’avanzare del processo degenerativo. Gli esami di laboratorio non mostrano alterazioni, in particolare non vi è attivazione degli indici d’infiammazione. L’insieme di questi dati permette una diagnosi differenziale con le forme infiammatorie, quali l’artrite reumatoide, cristalli (artrite gottosa) e le forme infettive.

La terapia. Trattandosi di una patologia cronica e progressiva gli obiettivi della terapia sono il controllo dei sintomi e della progressione. Un’attività fisica moderata e regolare (esercizio fisico in scarico, come nuoto o “ginnastica dolce”) aiuta a rinforzare la muscolatura di sostegno (muscolatura paravertebrale e degli arti inferiori) e permette di ottenere una riduzione della limitazione funzionale, se esistente, e una riduzione dei sintomi dolorosi. Contrastare la limitazione funzionale è inoltre fondamentale in quanto, come si è detto in precedenza, permette di prevenire lo sviluppo di disabilità. La riduzione del peso corporeo è indispensabile soprattutto nei pazienti in sovrappeso e in quelli affetti da artrosi localizzata a livello delle articolazioni sottoposte a carico (es. ginocchia). E’ utile anche una terapia per migliorare la postura e conoscere ed evitare i movimenti dannosi per le articolazioni. Il dolore viene controllato con analgesici diversi a seconda dell’intensità del dolore e della risposta individuale: paracetamolo in prima istanza, eventualmente antinfiammatori non steroidei (FANS), oppiacei da riservare a casi particolari in cui il controllo del dolore non è soddisfacente con i farmaci di prima linea. L’applicazione locale di anti-infiammatori o capsaicina sono usati molto frequentemente in alternativa. La termoterapia locale (ghiaccio) può contribuire ad alleviare i sintomi dolorosi e la contrattura muscolare reattiva al dolore.

Il beneficio indotto dalla somministrazione intra-articolare di steroidi è invece discutibile: si tratta, infatti, di benefici generalmente solo temporanei in termini di sollievo del dolore ma che possono arrecare gravi danni alla cartilagine dell’articolazione. Inoltre devono essere praticati solo da esperti. Talora possono essere effettuate infiltrazioni intra-articolari di acido ialuronico che, in quanto costituente della matrice cartilaginea, può favorirne la riproduzione.

Esistono inoltre “condroprotettori”, farmaci che stimolano i processi riparativi della cartilagine e che si usano per rallentare i processi di degenerazione articolare. L’efficacia di questi farmaci è tuttavia ancora in discussione.

Vi è infine l’opzione chirurgica, che consta nel posizionamento di un artroprotesi. Tale intervento chirurgico è da riservare ai casi più evoluti di artrosi (in genere anca e ginocchio) e quando la sintomatologia dolorosa, tipicamente da carico, diventa molto acuta, limitando in modo significativo le capacità funzionali del paziente. Si tratta, infatti, di un intervento demolitivo e cruento, che richiede un ricovero ospedaliero (o in clinica) ed un successivo periodo di riabilitazione motoria per riprendere lo schema del passo e la motricità.

Non bisogna infine sottovalutare l’importanza della prevenzione, volta al controllo dei fattori di rischio: uno stile di vita sano che comprenda attività fisica moderata e costante e controllo del peso corporeo sono indispensabili.

E’ infine importante rivolgersi al proprio medico all’insorgere dei sintomi sia per ottenere quindi una corretta diagnosi, distinguendo le problematiche artrosiche da quelle artritiche, sia per impostare un corretto approccio terapeutico (che includa terapia fisica e farmacologica), coinvolgendo possibilmente più figure professionali (fisioterapista, specialista dietologo, ortopedico, reumatologo), in funzione delle esigenze del soggetto

Condividi questo articolo

Giuseppe Bellelli è Professore Associato di Gerontologia e Geriatria presso il Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi Milano-Bicocca. Fa parte del Consiglio Direttivo della Società italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) e dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria (AIP).

Francesca Massariello é Geriatra presso Istituto Geriatrico P. Redaelli, Milano.

Lascia un commento