Colesterolo elevato: quando allarmarsi e come intervenire

I giornali e i mass media spesso parlano di rischio cardiovascolare, intendendo con questo termine un ampio insieme di fattori (modificabili e non) che globalmente definiscono il rischio individuale di incorrere in patologie gravi, come l’infarto miocardico o l’ictus.

È noto che il rischio cardiovascolare aumenta con l’età, e infatti le malattie cardiovascolari rappresentano una delle principali cause di morte in età adulta. È possibile ridurre l’incidenza di questo flagello? Innanzitutto occorre intervenire sui fattori di rischio e tra questi ai primi posti si colloca l’eccesso di colesterolo nel sangue. Il controllo dei livelli di colesterolo deve quindi essere una preoccupazione concreta di una persona che si trovi alla soglia della terza età.

A questo proposito si possono elencare alcuni semplici consigli sullo stile di vita: seguire un’alimentazione equilibrata, mantenere il peso corporeo nella norma sulla base dell’età e del sesso, praticare esercizio fisico in modo costante (è raccomandata un’attività d’intensità moderata e facile da praticare, come la camminata veloce per almeno trenta minuti cinque volte alla settimana oppure un’attività intensa, come la corsa, per venticinque minuti tre volte alla settimana). Studi recenti mostrano che interventi non farmacologici (quale l’attività fisica) costituiscono un provvedimento assolutamente efficace, tanto quanto, se non più, dei farmaci che abbassano il livello di colesterolo nel sangue.

Inoltre è raccomandato non fumare. Il fumo, infatti, oltre a rappresentare un fattore di rischio autonomo per lo sviluppo di malattie dell’apparato respiratorio, è un potentissimo fattore di rischio per malattie cardiovascolari che, in combinazione con altri fattori di rischio, può condurre a cardiopatia ischemica, arteriopatia degli arti inferiori e ictus.

Se i valori di colesterolo agli esami del sangue non si normalizzano, nonostante la dieta, allora è il caso di iniziare una terapia farmacologica: a questo scopo le statine e i fibrati sono i farmaci più utilizzati. Le statine sono farmaci che riducono la produzione di colesterolo nel nostro organismo; introdotte nella pratica medica a fine anni ’80, da allora il loro uso è diventato ampiamente diffuso e consolidato. Vengono prescritte con indicazioni precise: malattia coronarica (occlusione dei grandi vasi che irrorano il cuore), interventi di cardiochirurgia (in particolare interventi di bypass aorto-coronarico), ictus, cardiopatia ischemica, arteriopatia degli arti inferiori, diabete mellito, insufficienza renale cronica grave, ipertensione arteriosa avanzata.

È bene sapere che alle statine possono associarsi effetti collaterali: tra i più frequenti ricordiamo la sensazione di “debolezza muscolare”, dolori crampiformi alle gambe, senso di facile affaticamento e l’aumento dei valori degli enzimi del fegato nel sangue. Altri effetti collaterali meno frequenti e riscontrati in età adulta sono insonnia, amnesie transitorie, depressione del tono dell’umore, aumentato rischio di diabete e disturbi della tiroide.

Ad oggi sono numerosi gli studi scientifici che mostrano gli effetti benefici dell’uso delle statine nel ridurre i livelli di colesterolo e conseguentemente il numero di eventi acuti cardiaci e cerebrali nei soggetti in età adulta-anziana.

Studi recenti mostrano l’opportunità di iniziare la terapia con statina in pazienti anche molto anziani, ultraottantenni con elevati livelli di colesterolo ed in buone condizioni generali ovvero autosufficienti e senza malattie gravi o avanzate che possano comportare una riduzione dell’aspettativa di vita globale. Tuttavia, se il soggetto anziano è fragile (cioè già indebolito da numerose malattie e disabilità), l’utilità delle statine è incerta.

Sarà dunque importante far valutare il rapporto rischio/beneficio della prescrizione di tale terapia ad un geriatra esperto che saprà tenere conto di varie condizioni morbose e disabilità e valutare l’opportunità di prescrivere o non prescrivere il farmaco non tanto sulla base dell’età anagrafica (poco rappresentativa dello stato di salute complessivo dell’individuo anziano) quanto dell’età biologica (che invece lo è). Il medico valuterà ed informerà il paziente sui benefici attesi e i rischi legati all’introduzione della statina (in particolare le interazioni con altri farmaci).

È importante quindi documentarsi, controllare i livelli di colesterolo con dei semplici esami del sangue routinari e, laddove necessario e non controindicato, iniziare la fase di correzione allo scopo di ridurre il rischio di eventi acuti gravi potenzialmente fatali e di vivere anni in buona salute ed attività.

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Alessandra Anzuini é specializzanda in Gerontologia e Geriatria presso l'Università degli Studi Milano – Bicocca.

Giuseppe Bellelli è Professore Associato di Gerontologia e Geriatria presso il Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi Milano-Bicocca. Fa parte del Consiglio Direttivo della Società italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) e dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria (AIP).

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