Donne senior e tumore al seno

Molti anni fa feci una ricerca. L’idea era di rilevare le definizioni di “gravità” di un intervento chirurgico confrontando le risposte di medici e pazienti. I dati confermarono la mia ipotesi che i chirurghi tenessero in considerazione la difficoltà dell’intervento e il pericolo di morte del paziente mentre i pazienti valutavano anche le conseguenze sullo stile di vita. E’ passato molto tempo e la medicina è sempre più sensibile e attenta verso il vissuto del paziente.

Interno di un reparto di chirurgia senologica. Si eseguono interventi per il tumore al seno. Sembrerebbe un posto deprimente. Invece non lo è a partire dall’abbigliamento. E non è fuori luogo parlare del vestiario, così importante per le donne.  Solo le pazienti anziane indossano la tenuta da ospedale, camicia bianca a fiorellini, vestaglia rosa, scialletto fatto a mano. Le giovani sono in T shirt e leggins, le senior vestono di blu e di nero.

Con lo stesso spirito le donne senior affrontano l’intervento, con serenità e ottimismo. L’età, in questo caso, gioca a loro favore e le aiuta a elaborare la riduzione o la perdita del seno. Appare evidente che questo tipo di intervento è assai più grave psicologicamente per una donna giovane. Ma il rapporto tra paziente e istituzione è biunivoco. La chirurgia moderna assicura: nessuna verrà dimessa “senza seno”. Un tempo si pensava che, asportato un tumore, poco importasse l’immagine corporea conseguente. Oggi no. La mastectomia è proposta insieme alla protesi. Il chirurgo plastico valuta e decide insieme alle pazienti: capelli bianchi, età avanzata, nozze d’oro, niente protesi; capelli tirati a lucido dal parrucchiere, età tra i 50 e i 70 anni, protesi.

Certo, se viene prescritta anche la chemioterapia è un duro colpo per tutte. Ma le donne hanno tante risorse per riprendere il filo della loro vita. Anna, bellissima elegante 55enne, mi manda le foto dei suoi splendidi capelli insieme alla foto della testa rasata e a una foto dove, sulla testa rasata, indossa un cappellino civettuolo. Sorride, anche se era in lacrime al momento della diagnosi. Lei, come molte, sa affrontare problemi di salute anche gravi con grinta ed ironia. E’ facile essere di buon umore – e sentirsi giovani – quando si sta bene. Nei momenti più difficili le donne senior si sentono di certo “anziane”, come capita quando si sta male o di fronte a una diagnosi grave, ma poi sanno ripartire. Un tempo lo slogan per queste pazienti era “attive come prima”. Oggi si direbbe “curata e femminile come prima”.

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Wally Festini Harris è nata e vive a Milano. Già psicoterapeuta e professore universitario, ora si dedica alla scrittura. E' autrice, tra gli altri, dei saggi, "Ricomincio da 50" (2009) e "Ricomincio da 60" (2015).

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