Ormai il mondo intero punta a fronteggiare la crescente diffusione di malattie di degenerazione cognitiva nella popolazione sempre più longeva e cerca di capire come diagnosticarle per tempo. In questo sforzo scientifico si è già sentito di tutto fra cui, ad esempio, che l’insorgere del decadimento cognitivo senile può dipendere dall’alimentazione, dalle condizioni socio-economiche, dall’allenamento mentale, così come da quello fisico. Si è detto anche che la genetica è la determinante più importante. Un ulteriore tassello alla ricerca di spiegazioni convincenti sulle cause di queste malattie lo dà una nuova ricerca che mette in correlazione inquinanti atmosferici e insorgenza delle malattie cognitive senili.
Da questo studio apparso nel gennaio di quest’ anno, emerge infatti che l’esposizione al PM (particolato da emissione di traffico presente nell’ aria) insieme alle sue interazioni con alleli APOE (proteina implicata nel trasporto del colesterolo e collegata alla sviluppo della malattia di Alzheimer) può contribuire all’accelerazione di invecchiamento cerebrale e all’insorgenza di questa malattia.
La ricerca, condotta negli Stati Uniti su una coorte di donne over 65, residenti in luoghi dove il PM supera gli standard EPA (ossia gli standard dell’ Environmental Protection Agency, l’associazione che si occupa di affrontare l’impatto dell’ inquinamento), mette in luce che in questi luoghi vi è un aumento dei rischi per il declino cognitivo globale e per tutte le cause di demenza dell’ 81%.
Inoltre, l’esposizione a inquinanti PM incrementa gli oligomeri Ab che sembrerebbero causare l’atrofia selettiva dell’ippocampo, regione del cervello che svolge un ruolo importante nella memoria a lungo termine e nell’orientamento spaziale.
Appurato che l’aria respirata quotidianamente nelle nostre città può avere importanti effetti sulla salute, anche su quella mentale, è quindi importante fare attenzione alle nostre abitudini e ai luoghi che frequentiamo. Indispensabile poi è cercare di trovare più tempo possibile per trascorrere qualche ora o meglio qualche giorno in spazi dove si respiri un’aria più sana e meno inquinata.
scritto da Eugenia Marzocca, psicologa