Giocattoli inutili o nuovi stili di vita ?
Cosa chiedono i Senior alle nuove tecnologie digitali ? E cosa temono ?
Tempi duri ma anche stimolanti per i Senior. L’internet of things (internet delle cose) è già qui e chiede ai non più giovani di impegnarsi ad accogliere questa nuova sfida. Che cosa significa?
Sostanzialmente apertura e disponibilità ad apprendere le novità digitali, in casa e fuori, quando si è stanziali e quando si viaggia.
Cominciamo ad abituarci ai temi della Smart Home: sicurezza (dai sistemi anti-intrusione ai sensori per le fughe di gas), risparmio energetico, climatizzazione e riscaldamento ad personam, TV connessa al WiFi, elettrodomestici comandati a distanza, ecc.
Che cosa chiedono i Senior, in questa prospettiva?
Prima di tutto di non venire dimenticati dall’offerta: auspicano percorsi ad hoc per i non nativi digitali, proposte facilitate, guidate, “chiavi in mano”. Soprattutto prefigurano una Smart Home personalizzabile, componibile in base alle specifiche esigenze abitative, facile da apprendere e non complicata da attivare.
Le resistenze sono consistenti, in particolare si teme una casa “troppo” intelligente , a tal punto da dominare chi la dovrebbe possedere ed utilizzare.
Altro ambito: la mobilità e il viaggio. Qui si profila la Connected Car, l’auto che favorisce nuovi stili di guida, e che alla lontana fa intravedere una guida senza la necessità di porvi particolare attenzione, perché l’intelligenza digitale “legge “il percorso e prevede gli ostacoli.
Come reagiscono i Senior di fronte a questa prospettiva?
Perplessi e preoccupati, anche quando vengono sottolineati gli aspetti che potrebbero rendere più divertente viaggiare, proprio in quanto si verrebbe sollevati dagli obblighi e dalle ansie della guida attiva.
Paradossalmente, la connected car che renderebbe la guida meno pesante e che permetterebbe di divertirsi di più, piace meno alle persone che, data l’età, dovrebbero sentirsi più stressate.
In sostanza, l’auto iperconnessa, per ora, appare più un “giocattolo” dotato di optional multimediali, più un’auto multimedia per giovani che un’auto salvavita per Silver.
Giuseppe Minoia è uno dei fondatori della ricerca pscicosociologica in Italia. Applicata alle ricerche sulla comunicazione e la pubblicità. Con Eurisko che, ingrandendosi , è diventato GfK. Ora si occupa soprattutto del cambiamento delle persone, analizzando le tendenze anno su anno: nei consumi, nei convincimenti e comportamenti, nei giornali e nei nuovi media. Dirige “Social Trends” e “Cinque Minuti”, periodici di GfK di cui, ora, Minoia è Presidente Onorario.