Il gusto del bello
Della serie “Appassire con stile”.
Mercoledì è giorno di mercato. Nella cittadina di provincia dove abito il mercato è un appuntamento per i cittadini ma anche per chi viene dal circondario e dalla campagna vicina. Si vende di tutto: verdura e frutta degli orti circostanti, formaggi, salumi, pesce, ma ci sono anche bancarelle di abiti, scarpe, sandali, biancheria a prezzi occasionali, e anche banchetti di merceria che vendono fili, aghi, bordure, cerniere: tutto per le sarte, insomma, visto che molti negozietti chiudono….
Anche io spesso vado al mercato a far compere; nella via Roma affiancata da bancarelle scorre una fiumana di gente: ci sono giovani donne col passeggino, altre che ispezionano le merci e numerose donne attempate, sole o in compagnia di altre senior o di giovani figlie. I giovanissimi sono a scuola, gli altri al lavoro, pochi gli uomini.
Mi guardo intorno e osservo in special modo le donne attempate: sono rare quelle vestite con cura, non noto creatività nell’abbinamento dei colori e dei capi; la maggior parte è grigia, un po’ sciatta, con l’unico desiderio di passare inosservata. Per questo non posso fare a meno di notare la signora ferma davanti ad una bella bancarella di oggetti orientali: i capelli canuti escono da un cappello leggero di paglia scura, giacca a tenui riquadri bianchi su fondo scuro, come la gonna, scarpe decoltè scure con tacco medio, calze velate. Guarda con interesse collane e braccialetti mentre nella mano sinistra tiene una borsa scura e un mazzo di rose color fucsia in un semplice involto di carta. C’è originalità nelle sue scelte, cosa rara da noi in provincia, e fa piacere guardarla: è un messaggio di buon gusto tanto che decido di fotografarla.
Mi viene subito in mente Hillman, grande filosofo che ha studiato la vecchiaia, che ci ricorda che è compito del senior l’esercizio del gusto. Troppo spesso – dice lui – si vedono anziani sciatti, vestiti come capita, rozzi nella scelta dei capi e dei colori.
Il declino del senso estetico non è, secondo Hillman, dovuto del tutto alla depressione economica o psicologica né ai farmaci con i quali ci istupidiamo, ma la mancanza di gusto deriva dal fatto di trascurare l’anima più profonda che ha bisogni estetici, infatti senza immagini e sensazioni di bellezza, l’anima appassisce.
Ecco un altro modo per restare vivi: curarci della bellezza: in primis quella della natura che ci regala bellezze, colori e profumi, che affinano il nostro senso estetico; ma anche le bellezze dell’arte: delle chiese, dei dipinti, dei palazzi, dei castelli dei luoghi che abitiamo e di cui tutta l’Italia è ricca; per non parlare della bellezza della poesia, della musica… Se ci abituiamo a coltivare e a gioire della bellezza sarà naturale introdurla nel nostro quotidiano: con più cura nel vestirci, ma anche, ad esempio, nei piccoli gesti di ogni giorno: nell’apparecchiare la tavola, nell’usare le cose belle che possediamo, e non lasciarle chiuse nei mobili, per pigrizia.
E non posso non ricordare la mia cara zia Dalide, bella ultra ottantenne curata, che diceva sempre:- Quando si è giovani si deve piacere, ma quando si è vecchi non si deve dispiacere…
E mia zia non conosceva Hillman, ma le sarebbe certamente piaciuto…..
Silvia Ghidinelli è Vice Presidente e Direttrice dei Corsi dell’Unitre di Fossano, dove cura anche un Gruppo di lettura. E’ membro dell’Associazione culturale Cicerone della sua città, che mira a far conoscere agli studenti l’arte del territorio a Km 0. Si dedica quindi a senior e a giovanissimi.