Il futuro non invecchia

“Neil Armstrong è nato nel 1930. A quell’epoca pochi arrivavano a 80 anni e nessuno era mai stato fuori dal pianeta terra. E’ stato il primo uomo a scendere sulla luna ed è arrivato a vivere fino a 82 anni. Un risultato impensabile per i suoi genitori quando l’hanno preso la prima volta in braccio. Ma la generazione di chi è nato nel 2012 (anno in cui Armstrong è morto) vivrà, secondo le più accreditate previsioni, in media sin oltre i 100 anni e verosimilmente vedrà le prime colonie di uomini sulla luna” (pag.8)

La demografia, nella penna di Alessandro Rosina, diventa una materia viva, appassionante. Non solo statistiche e numeri, come ci si aspetterebbe da un demografo, ma anche collegamento dei dati scientifici con l’esperienza quotidiana e soprattutto una narrazione in cui i cambiamenti demografici in corso sono raccontati e illuminati da passione civile e da una costante sollecitazione ad adottare un approccio in cui il presente non sia difesa del benessere raggiunto, ma soprattutto “il tempo dell’investimento sul benessere futuro”.

Ecco quindi che aumento della longevità, riduzione della natalità, invecchiamento della società, spostamento degli equilibri generazionali, tutti fenomeni che in Europa e in Italia stiamo sperimentando e che nel volume sono ampiamente documentati, diventano il punto di partenza per ragionare sul futuro, per domandarsi come potremo fare i conti con inevitabili mutamenti antropologici, sociali, economici, di identità.

Nella trasformazione demografica in corso, uno dei fenomeni più impressionanti che vediamo nel nostro Paese è senza dubbio la crescita dell’aspettativa di vita, unita ad un forte invecchiamento della popolazione. Ebbene, possiamo interpretare quanto accade in chiave positiva o negativa. Possiamo intravedere solo problemi di sostenibilità futura o in alternativa, come suggerisce Rosina, possiamo immaginarci una società che non smetta di essere vitale, valorizzando il potenziale di ogni fase della vita.

“Nel resto di questo secolo – sostiene l’autore, con riferimento specifico alla fase di vita da senior– vivremo meglio di oggi nella misura in cui riusciremo a trasformare la quantità di vita in più in qualità aggiuntiva”. In questo senso, una delle maggiori sfide che la nostra società ha di fronte è proprio la valorizzazione delle opportunità di una lunga vita attiva.

Nel capitolo “Il tempo individuale”, l’autore affronta il tema delle varie età della vita e mette fortemente in discussione il criterio anagrafico per separare le diverse età. Chi è definibile bambino, giovane, adulto, senior, anziano ? La risposta sembra essere più il precipitato di diversi contesti storici e il risultato di percezioni collettive ed individuali che mutano consistentemente nel tempo e nelle diverse società, piuttosto che un dato assoluto e immodificabile. Non c’è dubbio che oggi stiamo sperimentando queste incertezze quando cerchiamo di capire “chi sono i giovani” o “chi sono gli anziani”. In realtà sono età che si stanno modificando e rimodellando.

Ma ciò che più conta, suggerisce l’autore, è che ciascuno sappia coltivare il proprio percorso di vita in tutte le sue fasi e che nei rapporti tra generazioni, mai così squilibrati e disorientanti come oggi, prevalga una “alleanza generativa” per un futuro di miglioramento e non di declino.

Alessandro Rosina, Il futuro non invecchia, Vita e pensiero, 2018

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Enrico Oggioni ha realizzato ricerche sulla “vita nuova” e sulle “buone e cattive pratiche” dei senior, è autore del saggio “I ragazzi di sessant’anni”, è opinionista sul tema dei senior e presidente di Osservatorio Senior.

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