Della serie “Appassire con stile”.
E’ un sabato sera d’inverno, fuori fa freddo e in questi casi la televisione è una manna: c’è la serie Little Murders e stasera un vecchio giallo: “Assassinio sul palcoscenico” con miss Marple, straordinaria detective per passione.
Dobbiamo alla penna di Aghata Christie questa eccezionale figura di donna anziana, interpretata in questo film, con grande maestria, da Margaret Rutherford: grassoccia, rugosa, chiome naturali bianche, modi risoluti e poco femminili. Tuttavia sa indossare con disinvoltura costumi da cavallerizza e cavalcare, scollati abiti da sera, monili luccicanti, con naturalezza, oltre ai suoi austeri tailleur. Con acuta intelligenza, spirito d’osservazione e furbizia individua i colpevoli e risolve difficili casi, surclassando ma anche spesso aiutando l’ingenuo poliziotto di turno.
Ma perché parliamo di lei?
Perché è uno dei pochi casi in cui la donna anziana è valorizzata, e non a caso è scaturita dalla penna di una donna, Aghata Christie, per l’appunto. Infatti le donne anziane da sempre nella storia sono tenute in poco conto, quando addirittura disprezzate: o sono vecchie astute o imbroglione come in certi miti greci, o sono befane e vecchie carampane acide o streghe come nelle favole, mentre gli uomini invecchiano tranquillamente e spesso sono considerati vecchi saggi.
Ma perché questa diversa valutazione di genere della vecchiaia? Gli psicologi ci dicono che è perché la donna perde più presto, rispetto all’uomo, la fertilità e perché con essa perde le caratteristiche della sua bellezza: la pelle turgida e fresca, il fisico tonico, la folta e colorata capigliatura, il fascino insomma. Invece nei vecchi i capelli brizzolati, la barba, gli occhiali, persino la calvizie, sembrano acquisire un ulteriore fascino.
Ma torniamo alla nostra miss Marple che rappresenta uno dei rari personaggi anziani femminili che sa il fatto suo, che sa farsi accettare così com’ è, che si muove nella sua fisicità con estrema disinvoltura e utilizza le sue doti di intelligenza, acume e la sua esperienza dimostrandosi una vecchia saggia e affidabile, nonché una valente detective.
Potrebbe essere, la miss Marple interpretata dalla Rutherford, il manifesto del riscatto delle senior che desiderano essere accettate così come sono, senza nascondere gli anni, molte con i loro capelli bianchi: una sfida per le potenti lobby delle tinture per capelli; con il loro punto vita più largo, la pelle meno tirata, ma con la voglia di essere se stesse, senza i ritocchi estetici che arricchiscono i chirurghi e che spesso ti cambiano i connotati; con la voglia di affrontare la vita con grinta e intelligenza, perché è questo ciò che conta, perché la giovinezza e la vecchiaia non sono dei valori, ma dei dati di fatto da vivere con naturalezza. E ricordandoci che per noi raggiungere la vecchiaia è certo un privilegio, ma che saperla vivere senza i pregiudizi che connotano la vecchiaia al femminile è una forte e consapevole saggezza.