Dottore, ho una vertebra fratturata!

Perché? E perché tutto ciò si verifica principalmente nella popolazione anziana? 

L’avanzare dell’età porta con sé, inevitabilmente, numerose modifiche a carico del nostro organismo, anche a livello del sistema muscolo-scheletrico: i tendini e i legamenti diventano più rigidi e fragili; le articolazioni diventano meno elastiche e più rigide; la massa e la forza muscolare diminuiscono. A livello delle ossa, a partire dai 30 anni di età, la densità inizia a diminuire in entrambi i sessi, aumentando il rischio di fratture, cosiddette, da fragilità.

L’osso è un organo dinamico. Dalla nascita si assiste ad un processo continuo di demolizione e neoformazione del nuovo tessuto osseo. Alla maturità scheletrica (picco di massa ossea), l’attività delle cellule che demoliscono l’osso (osteoclasti) e di quelle che ne producono di nuovo (osteoblasti) è in equilibrio. Quando la perdita non risulta essere adeguatamente compensata dall’apposizione di nuovo osso, ne consegue una minor resistenza e un aumento del rischio di fratture da fragilità, cioè fratture spontanee o secondarie a sforzi lievi. Stiamo parlando di osteoporosi.

A livello mondiale sono circa 200 milioni le persone che ne sono affette; in Italia 3.5 milioni di donne e 1 milione di uomini. Tenendo conto che nei prossimi 20 anni la percentuale della popolazione italiana over 65 anni aumenterà del 25%, è verosimile pensare che la curva di crescita continuerà a salire!

I siti scheletrici più interessati sono le vertebre, il femore e il radio (nota come frattura di Colles).

Perché ci si ammala di osteoporosi? Non esiste una causa specifica; si parla piuttosto di fattori di rischio: alcuni sono genetici e immodificabili (età, il sesso femminile o la familiarità), altri sono modificabili e legati allo stile di vita (carenza di vitamina D, dieta povera di calcio o troppo ricca di proteine, ridotta attività fisica e vita sedentaria, assunzione di alcolici e caffeina importanti, fumo di sigaretta). Anche alcune patologie sembrano essere correlate: infiammazioni croniche, allettamento, sarcopenia, diabete mellito, artrite reumatoide, malattie infiammatorie croniche intestinali, broncopneumopatie croniche, Parkinson; così come alterazioni ormonali quali ipertiroidismo, anoressia, menopausa precoce (prima del 45 anni) o amenorrea prolungata (assenza di ciclo mestruale per più di un anno).

Inoltre, farmaci come corticosteroidi, inibitori delle aromatasi in donne trattate per neoplasia della mammella o agonisti del GnRH in uomini trattati per carcinoma prostatico, anticoagulanti, antiepilettici.

Perché le donne sono più colpite rispetto agli uomini? Gli estrogeni svolgono un ruolo importante nel rimodellamento osseo, stimolando direttamente e indirettamente il processo di sintesi. Con la menopausa crollano drasticamente gli estrogeni circolanti nel sangue con ripercussioni sul metabolismo osseo; diminuisce infatti la formazione di osso e conseguentemente se ne riduce anche la massa.

Quando mi devo preoccupare? Quali sintomi sono da tenere sotto controllo? L’osteoporosi spesso decorre asintomatica per anni e tende a manifestarsi con una frattura. Proprio per questo motivo è stata definita una “epidemia silenziosa”.

Le fratture vertebrali sono le più frequenti. Per la maggior parte, vengono riscontrate accidentalmente con indagini diagnostiche eseguite per altri motivi. Se comparissero dei sintomi, potrebbero essere dolore osseo o muscolare; segnale indiretto di frattura potrebbe essere la riduzione di statura di almeno 4 cm.

Esiste una cura? Attualmente esistono terapie farmacologiche, ma necessitano di criteri estremamente selettivi per la prescrizione. Fondamentale, dunque, è la prevenzione.

Come prevenire l’insorgenza dell’osteoporosi?

  1. Mantieni uno stile di vita attivo, anche un breve periodo di immobilizzazione è deleterio per la struttura delle ossa.
  2. Segui una dieta varia ed equilibrata per prevenire sovrappeso e obesità.
  3. Assumi adeguate quantità di calcio, fondamentale per la corretta mineralizzazione delle ossa: per gli uomini over 60 anni 1 g/giorno, mentre per le donne over 50 anni 1,2-1,5 g/giorno. In linea di massima non sono necessarie integrazioni, è sufficiente scegliere alimenti particolarmente ricchi di calcio: latte e latticini; pesce, soprattutto quello azzurro, polpo, gamberi; verdura verde come cavolo riccio, broccoli, rucola, spinaci, carciofi, cime di rapa (il calcio contenuto nella verdura è meno assimilabile di quello contenuto nel latte e nei suoi derivati); frutta secca come mandorle, nocciole, noci, arachidi, pistacchi (attenzione a non esagerare, però. Hanno un elevato contenuto calorico); legumi come ceci, lenticchie, fagioli borlotti, fagioli cannellini; tofu.
  4. Assumi adeguate quantità di vitamina D, coinvolta nel metabolismo del calcio. Per la maggior parte, deriva dalla produzione endogena possibile grazie all’esposizione ai raggi solari (UVB). Camminare per 30 minuti al giorno all’aria aperta ti permette di migliorare lo stile di vita e contribuisce ad aumentare la produzione di vitamina D. Solo il 20% del nostro fabbisogno proviene dall’alimentazione, poiché poco presente negli alimenti quali tuorlo d’uovo, pesci grassi (aringhe, tonno, sgombri) e l’olio di fegato di merluzzo. Negli anziani o in coloro che escono poco di casa e spesso molto coperti, è facile riscontrarne un deficit e può essere indicata la supplementazione.
  5. Diminuisci il consumo di sale ed evita di assumere una quantità troppo elevata di proteine che aumentano l’eliminazione del calcio con l’urina.
  6. Non fumare ed evita o limita il consumo di alcol, diminuisce il riassorbimento del calcio e riduce la sintesi di tessuto osseo.

È importante seguire tutti questi accorgimenti sin da una giovane età: un incremento del picco di massa ossea al termine dello sviluppo scheletrico ottimizzando gli stili alimentari e l’attività fisica degli adolescenti, sembra ridurre del 30% circa le fratture in età anziana!

Quindi, in conclusione, avere le ossa fragili non è una condizione associata inevitabilmente all’invecchiamento, anzi. Si tratta di una vera e propria patologia diagnosticabile, trattabile, ma soprattutto prevenibile. Le fratture osteoporotiche rappresentano una delle principali cause di disabilità e correlano con un aumento della mortalità. Impariamo a volerci bene fin da giovani, migliorando il nostro stile di vita e l’alimentazione di tutti i giorni così da giocare d’anticipo e andare a modificare almeno i fattori di rischio su cui è possibile agire!

foto fizkes su licenza iStock

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Giuseppe Bellelli è Professore Associato di Gerontologia e Geriatria presso il Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi Milano-Bicocca. Fa parte del Consiglio Direttivo della Società italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) e dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria (AIP).

Valentina Stella è dottoressa in formazione presso la SS Geriatria UNIMIB.

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