Stile di vita e degrado cognitivo

Sono ormai innumerevoli le segnalazioni provenienti da studi mondiali che testimoniano i benefici sia psichici sia fisici derivanti da uno stile di vita sano, intendendo con questo termine l’insieme di abitudini di una persona, dalla dieta al movimento, dalle abitudini voluttuarie alle condizioni socio-economiche.

A mano a mano che l’età avanza si verifica fisiologicamente una progressiva e più o meno marcata diminuzione delle capacità cognitive, che, qualora diventi drammatica, può sfociare in varie patologie gravi, racchiuse sotto il termine di “demenze”.

È chiaro che se la qualità della vita è buona, anche la sua durata si allunga: di conseguenza non si insisterà mai abbastanza sulla necessità di mantenere ad un livello “sano” la propria vita, mediante una corretta alimentazione, un’attività fisica regolare, l’abbandono o la limitazione delle eventuali abitudini voluttuarie dannose, l’esercizio – in base alle proprie capacità – di attività psichiche.

Sembrerebbe tutto semplice e chiaro, ma esiste anche in questo argomento il rovescio della medaglia: se vivere meglio allunga la vita, questo stesso prolungamento di durata ci espone più facilmente alle patologie proprie della terza e quarta età, ed in particolare alla diminuzione o perdita della memoria, dell’ideazione, della concentrazione e di tutte le altre capacità mentali, che può sfociare nella devastazione della demenza.

I risultati di una ricerca: si è voluto studiare questo aspetto particolare dell’età dei senior arruolandone oltre 10.000 nella città di Chicago, con un’età maggiore di 65 anni: lo studio è stato realizzato tra il 1993 e il 2012, effettuando valutazioni cliniche neurocognitive ogni 3 anni, per indagare sull’incidenza della demenza di Alzheimer. Lo stile di vita è stato quantificato sulla base di 5 fattori di “buona salute”: adozione di una dieta corretta (mediterranea o DASH), esercitare attività cognitive, praticare attività fisica moderata o intensa (≥ 150 min/sett.), evitare l’abitudine al fumo, diminuire il consumo di alcol (≤ 30 g/die per i maschi, ≤ 15 g/die per le femmine).

Le donne di 65 anni con 4 o 5 fattori sani hanno avuto un’aspettativa di vita di 24,2 anni e vivevano 3,1 anni in più rispetto alle donne di 65 anni con 0-1 fattore sano. Dell’aspettativa di vita totale all’età di 65 anni, le donne con 4-5 fattori sani hanno trascorso il 10,8% dei loro anni rimanenti con demenza di Alzheimer, mentre le donne con 0-1 fattore sano hanno trascorso il 19,3% con la malattia. L’aspettativa di vita per le donne di 65 anni senza demenza di Alzheimer e 4-5 fattori sani è stata di 21,5 anni, per quelle con 0-1 fattore sano è stata di 17,0 anni.

Gli uomini di 65 anni con 4-5 fattori sani hanno avuto un’aspettativa di vita totale di 23,1 anni, che è 5,7 anni in più rispetto agli uomini di 65 anni con 0-1 fattore sano. Dell’aspettativa di vita totale all’età di 65 anni, gli uomini con 4-5 fattori sani hanno trascorso il 6,1% dei loro anni rimanenti con demenza di Alzheimer, e quelli con 0-1 fattore sano hanno trascorso il 12% con la malattia. L’aspettativa di vita per gli uomini di 65 anni senza demenza di Alzheimer e 4-5 fattori sani è stata di 21,7 anni, per quelli con 0-1 fattore sano è stata di 15,3 anni.

In base ai risultati di questo studio, uno stile di vita sano si associa ad un’aspettativa di vita più lunga e ad una minore incidenza di malattia di Alzheimer. Una relazione causale non può ovviamente essere dimostrata in uno studio di tipo osservazionale, che si limita a descrivere quanto avviene senza poter stabilire nessi di causalità, ma i substrati fisiologici che collegano alcuni aspetti dello stile di vita alla durata stessa della vita ed alla sua qualità sono già stati dimostrati da studi randomizzati, e conducono ad una semplice conclusione: possiamo costruirci una vita migliore e più lunga se mettiamo in atto i semplici accorgimenti suddetti.

(Dhana K et al. Healthy lifestyle and life expectancy with and without Alzheimer’s dementia: Population based cohort study. BMJ 2022 Apr 13)

foto Rawpixel Ltd su licenza iStock

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Laureato in Medicina all’Università di Torino nel 1973, è stato Medico Ospedaliero e Medico di Assistenza Primaria presso l’ASL di Fossano. E’ stato Consulente redazionale di importanti riviste mediche e, dal 2003, è Consulente scientifico del portale www.paginemediche.it, per quanto concerne l’aggiornamento riservato ai Medici.

Un Commento

  1. PIERA 1 Luglio 2022 at 15:44 - Reply

    Nei pressi del mio pensionamento ho preparato un elenco di cose da fare per conservare nel tempo la mia lucidità mentale e fisica .
    Ho potuto mantenere con difficoltà i propositi descritti con tanta meticolosa attenzione, per motivi economici e pratici che, mi hanno con frequenza impedito ogni fattiva partecipazione agli scopi predetti .

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