Quando il sole fa bene

Il dibattito sulla vitamina D

La vitamina D è importante, soprattutto per i senior, ma è sempre utile assumerla? In questo articolo una nutrizionista fornisce suggerimenti su come mantenerla ai valori ottimali. In un articolo di prossima pubblicazione, un medico proporrà i risultati di ricerche sull’argomento che mettono in dubbio che sia sempre utile assumerla anche senza consiglio medico.

L’importanza della vitamina D nei senior

Per quale motivo l’esposizione al sole gioca un ruolo così importante nel mantenimento della salute?

Dallo studio delle note “Blue zones”, le cinque Zone blu dove la speranza di vita è notevolmente superiore alla media, si osservano alcuni elementi che caratterizzano tutte queste popolazioni sparse per il pianeta: le isole di Okinawa in Giappone, alcune aree interne della Sardegna, Nicoya in Costa Rica, l’isola di Icaria in Grecia e la comunità di avventisti di Loma Linda in California, presentano tutte un forte legame con la vita all’aria aperta, una dieta basata su alimenti di origine vegetale, come frutta e verdura, cereali e pochi grassi principalmente insaturi; inoltre, un altro elemento estremamente rilevante è il valore della socialità, che in tutte queste comunità è ancora acceso e rappresenta un momento quotidiano di vita condivisa.

Questi fattori sembrano ricondurre al valore chiave dello stile di vita nella longevità e in particolar modo dell’importanza del sole e del vivere all’aria aperta, attraverso occupazioni come la pesca, la pastorizia e la semplice attività fisica. Tuttavia, negli ultimi decenni il tempo passato all’aperto della popolazione italiana nel complesso è diminuito drasticamente a causa di un profondo mutamento dello stile di vita, indotto anche dal cambiamento climatico. Questo ha certamente contribuito ad aumentare la sempre più grave e diffusa carenza di vitamina D registrata nei paesi del Mar Mediterraneo, contrariamente a quanto emerge da un confronto con quelli del Nord Europa; tant’è che si parla ormai di “paradosso scandinavo” per sottolineare come quest’area, pur registrando un numero di ore di sole di gran lunga inferiore al Mediterraneo, abbia quasi debellato la carenza di vitamina D attraverso la semplice fortificazione di alcuni alimenti: per cui in questi paesi, pane, latte e yogurt vengono comunemente addizionati con la vitamina D e sono ad oggi una delle fonti più importanti.

In Italia invece, pur avendo ormai preso coscienza del ruolo essenziale di questo elemento nel funzionamento del sistema immunitario e della salute delle ossa, non sono stati ancora presi provvedimenti a livello nazionale ma le campagne sono volte ad una maggior promozione della vita all’aria aperta, che apporta molteplici benefici, oltre a rappresentare la principale fonte di vitamina D, in gran parte sintetizzata dall’esposizione della pelle ai raggi UVB del sole.

La sua presenza invece negli alimenti è rara, oltre ad essere scarsa: è possibile assumerla solamente attraverso alcuni pesci (in particolare il pesce azzurro), il tuorlo d’uovo ed in piccole quantità anche con i latticini. Tuttavia, la dieta da sola non è in grado di mantenere i fabbisogni adeguati e, se non è accompagnata da una frequente esposizione solare, è probabile che possa manifestarsi una carenza: aumenta quindi il rischio di insorgenza di malattie degenerative, come il diabete e l’infarto, di alcuni tipi di tumore, in particolare quello al colon, e di fratture, cadute e fragilità ossea.

Diversamente, quindi, da tutti gli altri nutrienti assunti attraverso l’alimentazione, la vitamina D richiede un’esposizione di circa 15-30 minuti al giorno per mantenere i livelli raccomandati. La fascia d’età più a rischio è quella dei senior e degli anziani, che trascorre meno tempo all’aperto e che pertanto dovrebbe attivare alcune strategie per una migliore assunzione: a fine estate è utile richiedere gli esami del sangue per controllare i livelli sierici, in modo tale da valutare eventualmente la somministrazione di un integratore sotto prescrizione del medico. Inoltre, da qualche anno anche in Italia, esistono alcuni alimenti fortificati presenti sul mercato, come alcune bevande a base di latte, bevande vegetali e alcuni cereali per la colazione.

Fortunatamente, vi è un vantaggio rilevante, dato dal fatto che siamo in grado di accumularla nei mesi estivi, prendendo il sole al mare, curando l’orto o passeggiando in montagna, per poi rilasciarla durante l’anno. Uscendo dall’inverno è dunque bene approfittare appena possibile delle attività all’aperto per riportarla ai valori ottimali e, nel complesso, per migliorare il proprio stato di salute!

foto jacoblund su licenza iStock

Condividi questo articolo

Nutrizionista e divulgatrice scientifica. Si occupa di salute, scienza e sostenibilità e insegna Nutrizione ad Alma – la Scuola Internazionale di Cucina Italiana.

Lascia un commento