L’età non definisce le persone

I pregiudizi nei confronti dell’età limitano la nostra e l’altrui libertà di pensiero e di azione.

L’ageismo è un -ismo unico nel suo genere.

“Ageismo è un termine (derivato da age, età in inglese) con il quale si indica l’insieme di pregiudizi, stereotipi e discriminazioni basati sull’età. È un anglicismo e suona pure male, però è comodo perché con una sola parola dice tutto.

È un “ismo” diverso dagli altri perché, se praticato da persone più giovani nei confronti di chi è più anziano, è un pregiudizio contro il loro io futuro, mentre tipicamente i pregiudizi riguardano categorie di “diversi” alle quali non si ritiene che non si apparterrà mai.

Per questa ragione, far notare ai giovani i commenti ageisti è fare loro un favore: li aiuta a riconoscere e prendere le distanze da un’idea negativa di invecchiamento che si rivolgerà, a tempo debito, anche contro loro stessi.

L’ageismo fa “di ogni erba un fascio”. Attribuendo alle persone delle caratteristiche sulla base dell’età (di solito negative, ma anche positive), l’ageismo ignora che sono individui tutti diversi tra di loro. Non solo: la dispersione dei parametri fisiologici intorno alla media è più ampia nell’età adulta matura che in altre fasce di età, per cui vi sono importanti differenze in come si invecchia (50 sfumature di grigio, per capirci).

Ecco alcuni esempi di pensiero ageista da combattere, anche in noi stessi perché, purtroppo, l’ageismo può essere anche auto-diretto (ed è quello più subdolo).

    • ” I senior non capiscono la tecnologia.”
    •  “I senior non amano il cambiamento.”
    •  “I senior sono lenti.”
    • ” Dopo una certa età, meglio dedicarsi ai nipoti. “
    • ” I senior non riescono più a imparare cose nuove.”
    • “A quell’età non bisognerebbe…”
    • “Alla sua età dovrebbe…”
    • ” I senior sono saggi.”
    • ” I senior sono pazienti.”

L’ageismo colpisce anche altre fasce di età (anche se la nostra è quella trattata peggio). Per esempio, dei giovani si sente dire:

    • “I giovani vogliono tutto subito, senza fare fatica.”
    • “I giovani sono tutti dipendenti dai social media.”
    • “I giovani sono immaturi.”
    • “I giovani devono imparare dalle persone con più esperienza.”
    • “I giovani se ne infischiano delle tradizioni.”

Non sono risparmiati nemmeno gli adulti di mezza età, che, secondo lo stereotipo, stanno tutti attraversando la famosa crisi di mezza età e, per esorcizzare l’invecchiamento, fanno cose “da giovani” che non facevano nemmeno a vent’anni e si vestono come i loro figli (illudendosi di sembrarne i fratelli, anziché i genitori).

Non asfaltiamo le persone, per favore. L’ageismo è un modo di “asfaltare” le persone riducendole ad una sola dimensione, quella dell’età. Non sto dicendo che gli stereotipi siano completamente falsi, spesso c’è una parte di verità, se non altro perché essere cresciuti in un periodo storico piuttosto che in un altro ci ha plasmati.

Ma il punto è che gli stereotipi, anche quelli di cui troviamo spesso riscontri, non sono una verità universale. Un modo per metterli in discussione, infatti, è cercare dei contro-esempi. Basta trovarne anche uno solo (ma è facile che ne troverete di più, se ci pensate bene) per ricordarci che esistono diversi modi di essere a parità di età.

Essere il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo.

Quando attribuiamo una caratteristica a qualcuno solo per la sua data di nascita, e magari prendiamo delle decisioni di conseguenza (per esempio non consideriamo una candidatura per un lavoro perché la persona è “troppo vecchia” o “troppo giovane”), rischiamo di commettere un grossolano errore con conseguenze non trascurabili.

Anche quando perpetuiamo gli stereotipi dicendo qualcosa che ci pare “di buon senso” perché “la pensano tutti”, oltre a limitare la nostra visione del mondo, rischiamo di limitare le possibilità di qualcuno. L’ageismo infatti, come molti stereotipi, anzitutto ingabbia e poi tende a diventare una profezia che si auto-avvera (e la gabbia diventa mentale).

Diamo noi senior per primi il buon esempio combattendo l’ageismo, sia dentro sia fuori di noi, e nei confronti di qualsiasi età.

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Foto di SHVETS production da Pexels.

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Odile Robotti è amministratrice unica di Learning Edge srl e autrice (“Il Talento delle Donne” e “Il Magico Potere di Ricominciare”). Riflette sul ruolo dei senior nell'era della longevità e li aiuta a reinventarsi. E' convinta che la seconda metà della vita sia la migliore.

Un Commento

  1. Patrizia 15 Luglio 2024 at 11:44 - Reply

    Ma non ci ricordiamo più com’eravamo noi? I ‘vecchi’ manco li vedevamo. Troppo diverse le nostre vite. E nell’immaginario, salvo eccezioni, loro erano quelli dell’uncinetto, osservatori di cantieri, ‘perditempo’ sulle panchine dei giardini. Il guaio è che il nostro fisico cambia ma noi continuiamo ad immaginarci giovani e ci sorprendiamo quando loro non ci considerano. Eppure avremmo tante cose da dire, tante esperienze da raccontare ma loro non ci vedono, viaggiano paralleli a noi come binari senza toccarci mai. Mi sono convinta che sia normale. Soprattutto perchè anch’io da giovane ero così. Cercavo persone con una vita simile alla mia, per condividere idee ed esperienze sul lavoro, sul tempo libero, su tutto ciò che costituiva il mio mondo, anni luce lontano da chi invece aveva una vita fatta di ritmi sostanzialmente diversi. Avrei tanto voluto condividere una vacanza con una coppia di quarantenni ritrovati dopo tanto tempo e con i quali ho condiviso ore piacevoli. Ma alla mia proposta hanno ‘nicchiato’. Forse avevano ragione, come organizzare le giornate partiva da un concetto diverso per me e per loro. Anche la coppia di trentenni nuovi vicini, simpatici e disponibili a curare i miei animali quando sono via, non hanno alcun interesse a condividere tempo con me, d’altronde il ritmo dell’aperitivo serale non mi interessa più, arrampicarmi in montagna mi affatica troppo, Amo un cinema diverso.. etc.. etc.. Siamo esseri umani e tutto questo fa parte del ‘gioco’. I luoghi comuni elencati ci saranno sempre, cambieranno contenuti ma sarà ancora così. Io cancellerei questa parola, ageismo, dal vocabolario, ho cercato joungismo ma rimanda a Jung.

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