Rallentare l’invecchiamento del sistema immunitario

Immunosenescenza, ora che la conosci la previeni.

Numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato come dieta ed esercizio fisico siano in grado di rallentare il processo dell’immunosenescenza, contribuendo a rafforzare il nostro sistema immunitario.

L’esercizio fisico, ad esempio, induce effetti immediati quali la mobilizzazione delle cellule immunitarie senescenti dai tessuti periferici alla circolazione, così da essere eliminate più facilmente, ed effetti a lungo termine quali l’aumento del numero e della funzionalità delle cellule immunitarie.

Per quanto riguarda la dieta, pochi anziani conoscono debitamente l’importanza dei micronutrienti nel mantenere “vitale” il sistema immunitario.

Tra i più importanti micronutrienti troviamo:

– Le vitamine A-C-E promuovono la proliferazione e la maturazione delle cellule del nostro sistema immunitario; sono dotate di una potente azione anti-ossidante in quanto eliminano i radicali liberi che si formano quando i patogeni vengono uccisi; mantengono integre le barriere epiteliali di cute, vie respiratorie e tratto intestinale contro l’aggressione di patogeni esterni.

– La vitamina D, nota per rafforzare le ossa, è forse meno conosciuta per il suo fondamentale ruolo nel rafforzare il sistema immunitario. Essa infatti stimola l’attività e la proliferazione delle cellule del sistema immunitario e regola la produzione di vere e proprie proteine con azione anti-microbica diretta in grado quindi di uccidere direttamente i patogeni, in particolare i batteri.

Le vitamine del gruppo B (B6, B12, acido folico) hanno un ruolo nella produzione di anticorpi e nella proliferazione di tutte le cellule del sistema immunitario.

Altri micronutrienti fondamentali per il rafforzamento delle difese immunitarie sono rappresentati da alcuni metalli (selenio, ferro, zinco e rame) e dagli acidi grassi omega-3.

Non tralasciamo neppure l’importanza delle fibre alimentari e dei probiotici in particolare per il loro ruolo di supporto al microbioma, la comunità microbica presente nel tratto intestinale, in grado di inviare numerosi segnali al sistema nervoso centrale riguardanti anche il sistema immunitario. Infine, i polifenoli (famiglia di circa 5000 molecole organiche presenti in numerosi tipi di frutta e verdura, es: resveratrolo e antocianine) hanno una elevata capacità di stimolazione del sistema immunitario.

In sintesi, l’immunosenescenza ha rivestito e riveste tuttora un ruolo fondamentale nell’attuale pandemia da Covid-19, essendo uno dei principali motivi per cui la popolazione anziana contrae forme più gravi di infezione da Covid-19 ed è quindi a maggior rischio di esito infausto rispetto alla popolazione giovane-adulta. Il meccanismo collegato all’immunosenescenza e responsabile di tale evidenza è quello, già accennato nel precedente articolo, dell’inflammaging: con l’avanzare dell’età l’organismo tende ad accumulare linfociti senescenti (invecchiati) i quali, arrivati alla fine del loro ciclo vitale, perdono la loro capacità di auto-eliminarsi per cui si accumulano instaurando un processo infiammatorio. Su questo terreno di infiammazione cronica latente, mantenuto tale dal nostro stesso sistema immunitario invecchiato, un’infezione delle cellule epiteliali degli alveoli polmonari, come quella causata dal Sars-CoV-2, con maggior facilità stimolerà una risposta infiammatoria esagerata e devastante tale da portare spesso al decesso.

Fortunatamente, nel campo dell’immunologia, la ricerca scientifica sta compiendo enormi passi avanti, molti di essi attuati proprio con lo scopo di contrastare l’immunosenescenza (ad esempio farmaci cosiddetti “timo-trofici” in grado di favorire una vera e propria “rigenerazione” del timo; farmaci immunoterapici in grado di migliorare la riposta ai vaccini da parte della popolazione anziana). La pandemia da Covid-19 ha dunque messo in evidenza che per essere debitamente contrastata abbisogna oltre che di nuovi farmaci anche e soprattutto di una nuova cultura della prevenzione e della salute. Tutto ciò, certamente, deve venire in parte da una ancora maggiore comprensione scientifica dei meccanismi alla base dell’immunosenescenza, dall’altra dalla messa in atto, anche attraverso rinnovate modalità d’informazione della popolazione e della formazione medica, delle attuali forme di prevenzione e difesa già note ed economicamente sostenibili, valide in età senile ma non solo che, come abbiamo mostrato sopra, sono da riferirsi per lo più ad una buona alimentazione e ad uno stile di vita adeguato all’età.

Foto Ilariac2008t, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons  https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Tipi_di_vitamine.jpg

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Giuseppe Bellelli è Professore Associato di Gerontologia e Geriatria presso il Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi Milano-Bicocca. Fa parte del Consiglio Direttivo della Società italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) e dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria (AIP).

Nives Ghezzi, laureata in Medicina e Chirurgia, ha svolto per cinque anni l’attività di medico di reparto presso la Riabilitazione Geriatrica di una Fondazione ed è attualmente iscritta alla Scuola di Specializzazione in Geriatria dell’Università di Milano-Bicocca.

Un Commento

  1. PIERA 19 Marzo 2021 at 21:25 - Reply

    Alla nostra avanzata età occorre anche semplificare il lessico specifico che viene adoperato quando ci sono prescrizioni da seguire . Va bene elencare gli alimenti consigliati ma, non le vitamine corrispondenti per che non tutti conoscono la materia scientificamente e termini come ” polifenoli, omega 3 , probiotici ..ecc ” ci sono ostici,
    Non tutti abbiamo una cultura in materia come non tutti abbiamo volontà sufficiente per l’assorbimento di nuove cognizioni di base .

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