Il tempo migliore per pensare alla pensione è oggi

In questi giorni un nuovo provvedimento legislativo richiede, a chi ancora non riceve la pensione e ancora lavora, una decisione sulla pensione futura: è possibile, infatti, trasferire fino al 2018 il TFR dal futuro al presente, scegliendo l’uovo oggi (soldi in busta paga) invece della gallina domani (contributi accantonati per il futuro pensionistico). E’, questa, un’ occasione per riflettere su come ci si sta preparando alla fine del lavoro.

Pensare alla propria pensione dopo i 55 anni, per chi è ancora al lavoro, è possibile e del tutto ragionevole. Si è, infatti, ancora in tempo per mettere in atto soluzioni che possono proteggere la propria qualità di vita futura. Bisogna però sapere e fare alcune cose:

  1. La fine lavoro è un periodo che cambia profondamente usi ed abitudini preesistenti. Le variazioni principali sono la grande quantità di tempo che si avrà a disposizione e la diminuzione delle spese legate alla produzione del lavoro. E’ poi possibile che si cambi luogo di residenza, ad esempio per ritrovare un diverso rapporto con la natura o iniziare nuove esperienze in altri luoghi. Le spese necessarie domani non coincidono con quelle di oggi. Bisogna, in tutti i casi, farsi un’idea del futuro e stimare quanto avremo bisogno per vivere la vita che vorremo.
  2. I tempi legati alla pensione sono tre: quando si smette di lavorare, quando si matura la pensione pubblica, quanto a lungo possiamo pensare di vivere. Il primo tempo va protetto da un’eventuale fine lavoro anticipata accantonando riserve finanziarie per imprevisti; il secondo è variabile, da quando le normative previdenziali spostano di continuo in avanti i requisiti di età indicizzandoli all’allungamento della speranza di vita. Il terzo è cruciale per capire se il patrimonio accantonato è sufficiente o si rischia di sopravvivere ai propri redditi. Andare in pensione a 65 anni può significare per un uomo passare in pensione più di 22 anni e per una donna quasi 26. Bisogna infine fare i conti con i propri redditi futuri, valutando se sono coerenti con le proprie necessità di consumi future. Qui, è urgente stimare l’importo atteso dalle pensioni pubbliche future.

La capacità di anticipare la pensione, immaginandola, distingue chi, dal punto di vista economico, vivrà serenamente da chi subirà la vecchiaia. Tra tutti i passi da fare, il più importante è disegnare come sarà la propria vita dopo la fine del lavoro: dove si vivrà, con chi, come si passerà il tempo, quali consumi saranno necessari e quali desideri si vorranno soddisfare. Dopo i 55, molti entrano infatti in una età in cui si vogliono realizzare alcuni sogni, come ad esempio ristrutturare la casa o comperarsi il proprio “buon rifugio”.

Se la situazione è meno fortunata, bisogna farsi aiutare e i principali alleati sono due: spostare il proprio TFR verso la previdenza complementare e verificare che il profilo di rischio dei propri investimenti pensionistici non sia eccessivamente prudente, perdendo opportunità di prestazione.

L’ultimo alleato, da considerare con cura e per tutti, è il tempo. Una scelta di previdenza complementare fatta a 55 anni per ottenere una integrazione pensionistica a 65 anni può offrire, a parità di versamento, una integrazione pensionistica maggiore del 48% rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare iniziando il piano a 58 anni. Vale dunque la pena di pensare al proprio futuro. Subito.

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Sergio Sorgi è socio fondatore e Vice Presidente di Progetica, società specializzata nell’educazione e divulgazione sui temi finanziari. E’ esperto di welfare e ha realizzato particolari approfondimenti su temi demografici, previdenziali e pensionistici. E' coautore del volume "Il futuro che (non) c'è", Università Bocconi Editore, 2016.

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