Vivere giorno per giorno?

La storia di: Simone

E’ una lotta quotidiana contro la depressione. Ci sono giorni che vinco e giorni che perdo. Sono di più i giorni che non accetto di rimanere steso al tappeto, nel senso che al tappeto ci sono finito ma cerco tutte le energie che mi sono rimaste nel corpo e nell’anima perché non voglio credere che il sottoscritto, fino poco tempo fa considerato bell’uomo (così mi dicevano), di discreto successo, con delle belle qualità, adesso annaspo. Le donne mi guardano ormai come si guarderebbe un paracarro e d’altra parte non è che le fantasie sessuali abbondino. Lasciamo perdere… Sono separato da tanti anni e ho avuto altre relazioni, anche importanti, ma adesso la sola idea di impegnarmi in un nuovo rapporto mi mette il prurito. Pensavo che la mia professionalità costruita in tanti anni di lavoro in una grande azienda mi avrebbe permesso di dare un contributo da volontario in qualche associazione, ma ho scoperto con grande delusione che queste associazioni sono un mondo di potere dieci volte peggiore di quello aziendale e oltretutto meno organizzato. Ci riproverò, ma ormai senza grandi attese… Il momento più difficile è quando mi rendo conto di essere insignificante agli occhi degli altri. Un caro amico mi dice sempre che adesso che siamo in pensione è il momento di vivere giorno per giorno quel che succede godendo delle piccole cose e senza fare programmi. Probabilmente ha ragione lui, anzi sicuramente ha ragione lui perché lo vedo sempre sereno, ma per me è davvero difficile mettermi in questa prospettiva. Io senza qualcosa che mi prende, che mi interessa, che mi chiede di tirar fuori le mie capacità, non sono soddisfatto. Non do la colpa a nessuno. Se alla mia età non sono in pace con me stesso è solo responsabilità mia. E comunque bisogna guardare avanti.

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2 Commenti

  1. Mariangela 17 Maggio 2015 at 22:44 - Reply

    Leggere quanto hai scritto è come se si parlasse di me, simili stati d’animo ed esperienze, stesse considerazioni su struttura di volontariato, eppure sono una donna . Io penso che quello che ci rende tristi, è il non avere qualcuno che vive anche per noi, una persona con la quale condividere noi stessi e invecchiarci insieme, ci farebbe meno male se arrivasse l’inverno non solo sul nostro volto. Può darsi che non sia troppo tardi, basta incontrare un “paracarro” al femminile.

  2. Brunella 6 Dicembre 2015 at 19:23 - Reply

    Ciao Simone quello che hai scritto non è solo tuo è un po’ di tutti sto alla soglia dei 60 e da tre anni in mezzo (dopo 40 anni di matrimonio) ad una separazione giudiziale non ci sono beni ma per me principi e dignità da recuperare ho un lavoro che amo e sto tirando avanti per mia figlia 26 anni ma ….è dura ho un baule di ricordi vuoto ma voglio farcela volere è potere guardati intorno e cerca qualcosa che volevi fare e non hai mai fatto fatti un obbiettivo uno solo e VAI

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