Senior e smart house: il futuro é oggi

È possibile far vivere più a lungo, in maniera sicura e confortevole, le persone Senior nella propria abitazione?

L’ambiente domestico, inteso come elemento fondante la nostra cultura familiare, come un punto di raccolta di esperienze, ricordi, oggetti, assume un valore ancora maggiore quando l’età avanza e il senior si trova spesso a spendere molto del proprio tempo a casa.

In quest’ottica il controllo, la sicurezza dell’ambiente domestico e la salute dei residenti, diventano le caratteristiche principali di un ambiente smart, il quale può essere aggiornato e valorizzato, a seconda delle mutate esigenze dei differenti utenti.

Ogni persona, ma ancor più ogni senior, ha quindi la necessità di vivere in un ambiente adeguato a percepire e interpretare le proprie esigenze e in grado di elaborare le risposte ad un preciso bisogno da soddisfare. Oggi, rispetto a questa esigenza abbiamo una grande opportunità: tutte le informazioni, abitudini e i “preferiti” di ognuno possono essere memorizzati, analizzati ed elaborati, al fine di rendere la casa un apparato sensibile e adattivo.

I più comuni impianti di Home automation hanno già ora la capacità di raccogliere ed elaborare dati in maniera autonoma e propongono una varietà di funzioni che spaziano dai sistemi per l’automazione delle luci e prese di corrente, della temperatura e umidità, dei serramenti e dell’entertainment, ai sistemi per la sicurezza, la sorveglianza, il rilevamento fumi e gas, l’anti-allagamento, l’anti-blackout, fino a smart tracker per oggetti, ovvero ai device (dispositivi) che svolgono la funzione di promemoria per utenti disattenti o con piccoli deficit cognitivi.

Le frontiere dell’Home automation però non si fermano qui.

Sono disponibili sul mercato elettrodomestici assimilabili a dei veri e propri “maggiordomi elettronici”, che appartengono alla categoria dei device robotici intelligenti.

Lavatrici, frigoriferi, lavastoviglie, forni, aspirapolvere e TV, seguiti dal suffisso smart, sono quell’insieme di device dotati di moduli per la comunicazione dati che diventano così intelligenti, da essere comandabili da remoto o addirittura in grado di settarsi automaticamente, a seconda delle condizioni dell’ambiente che li circonda.

Infine, con l’ufficializzazione, da parte dei media, dell’anno 2014 come l’anno dei Wearable device (oggetti tecnologici indossabili), non mancano gli innumerevoli prodotti in grado di controllare le condizioni di salute e coadiuvare la persona nelle attività fisiche.

Diventa così possibile monitorare da remoto i parametri vitali (battito cardiaco, calorie bruciate, quantità di ossigeno consumata, ecc.), lo stile di vita (adottare una corretta postura, monitorare le ore di sonno, controllare la propria forma fisica, ecc.), assistere la persona, garantire telepresenza e favorire la comunicazione con familiari, amici e caregiver.

Smart Device, Wearable Device, Home Automation, Internet of Things e Smart Grids, sono solo alcuni dei vocaboli diventati di utilizzo comune che stanno modificando il modo di abitare, dando la possibilità di predisporre ambienti in continua trasformazione, che seguono strettamente le esigenze delle persone. È il primo passo verso un processo di trasformazione del patrimonio abitativo esistente, il quale potrà portare innumerevoli benefici ai diretti fruitori oltre che al sistema socio-assistenziale e del welfare nazionale.

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Matteo Zallio, architetto, dottore di ricerca in Industrial Design, Fulbright Scholar. Ricercatore presso il Center for Design Research alla Stanford University – USA, ha condotto ricerca e consulenza su innovazione tecnologica e design for ageing presso la Technological University Dublin (IE), la Loughborough University (UK) e l’Università degli Studi di Genova (IT).

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