La vitamina per eccellenza

Vitamina C: come acquistare, conservare e cucinare per non farsela mancare.

Con l’avanzare della stagione fredda, facciamo oggi un punto su quella che per molti è la vitamina per eccellenza: la vitamina C.

Tra i molteplici benefici che le sono riconosciuti, alcuni hanno senza dubbio particolare interesse per i Senior, a partire dalla capacità di contribuire alla normale funzione immunitaria e alla riduzione di stanchezza e affaticamento.

La vitamina C è inoltre un importante antiossidante: aiuta le nostre cellule a difendersi dallo stress ossidativo, il cui eccesso è per loro un temibile nemico in grado di danneggiarle in svariati modi; non a caso, lo stress ossidativo viene spesso associato ai meccanismi che determinano l’invecchiamento dell’organismo stesso.

Tale nutriente ha poi un ruolo nella formazione del collagene, agevolando così una normale funzione di pelle, ossa, denti, gengive, cartilagini e vasi sanguigni.

E se tutto ciò non bastasse, ne è riconosciuto un contributo anche a livello nervoso e psicologico.

– È facile assumere la quantità adeguata di vitamina C?

Ecco una domanda meno semplice di quanto sembri.

Da un lato infatti l’ampia varietà di prodotti, soprattutto vegetali, in cui è contenuta porterebbe a rispondere immediatamente di sì; dall’altro, la sua elevata deperibilità può farci sorgere qualche dubbio: la vitamina C teme infatti l’aria, la luce e il calore, per cui diventano fondamentali le modalità con cui scegliamo, acquistiamo, conserviamo e cuociamo i prodotti che la contengono.

– Ma andiamo per ordine: quali sono, innanzitutto, gli alimenti più ricchi di vitamina C?

Nel banco dell’ortofrutta, tra gli ortaggi sceglieremo peperoni, cime di rapa, cavoletti di Bruxelles, broccoli e crescione, mentre tra i frutti ribes nero, kiwi, papaya, fragole, arance e limoni.

– Quali sono le abitudini di acquisto, conservazione e cottura da adottare?

– un occhio alla freschezza:
la conservazione all’aria e/o alla luce può causare perdite sensibili già dopo pochi giorni.

Naturalmente, questo significa sia consumarli in breve tempo dopo l’acquisto, sia acquistarli “a filiera corta”, ovvero in punti dove siano messi in vendita nel minor tempo possibile dopo la raccolta.

– in questo caso, meglio crudi:

in media viene perso in cottura il 56% della vitamina C; cotture lunghe e/o con molta acqua causano le perdite più consistenti. Se non è possibile o gradito un consumo a crudo (come nel caso di quasi tutti gli ortaggi elencati), si raccomanda di adottare metodi di cottura il più delicati possibile.

– livelli di vitamina C maggiori se non si scelgono surgelati e scatolame:

gli ortaggi vengono scottati – per inattivare alcuni enzimi – prima della surgelazione, e vengono sterilizzati se invece confezionati in scatola per una conservazione fuori da frigorifero o freezer. Questi processi, che utilizzano il calore, comportano necessariamente perdite rilevanti di vitamina C.

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Antonella Losa é Nutrizionista ed Esperta in Comunicazione in ambito salute, benessere e alimentazione.

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