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Lavoro

Costruire un progetto lavorativo dopo i 55 anni

Ho appena finito di leggere un libro che mi ha colpito: “Designing your life” di B.Burnett & D. Evans.

Riprende un seminario di una Università Americana (Stanford) in cui si guidano gli studenti di fine corso a disegnare consapevolmente la loro vita futura.

Un libro per i giovani, direte voi!

Nello stesso periodo stavo seguendo un progetto che aveva l’obiettivo di aiutare manager over 55 di una grande azienda, a lavorare sulla loro employabiliy, cioè la loro “occupabilità”.

Il collegamento tra le due cose mi è parso molto stimolante. Non è un libro per giovani, mi sono detto, ma per chi è in ricerca di un lavoro indipendentemente dall’età (e gli autori insistono molto su questo aspetto).

I concetti fondamentali contenuti nel libro sono i seguenti:

  • Non c’è un lavoro (una vita) migliore in assoluto. Ci sono tante possibilità. Cercare di identificare la migliore prima di muoversi è illusorio e sbagliato.
  • Se non c’è un obiettivo chiaro, una meta certa, serve però una direzione (sapete, come nei film “… a sud dovrebbero esserci delle case … andiamo di là”). Si tratta di avere una “bussola” che ci aiuti a capire qual è la nostra direzione. La bussola è costruita mettendo insieme con criterio esperienze, punti di forza, passioni, valori. Tra i criteri non c’è il “realismo” perché questa parola spesso nasconde rigidità, errori di valutazione, vera e propria ignoranza sul mercato del lavoro e, non di rado, anche su di noi.
  • E poi il libro suggerisce di muoversi in modo largo e aperto. Raccoglie esperienze e spunti per rendere efficace la ricerca facendo attenzione agli indicatori che ci dicono se siamo nella giusta direzione.

Se si digita su google “cercare lavoro dopo 55 anni” vengono fuori diverse possibilità. Il problema spesso è che cerchiamo la più simile a ciò che stiamo facendo o che abbiamo fatto. Ma in realtà non abbiamo idea di quello che altre opportunità potrebbero significare realmente. Ad esempio, non abbiamo mai fatto i venditori? Facilmente abbiamo le nostre idee in proposito e spesso non positive. Ma è proprio vero o sono frutto di pregiudizi più o meno consapevoli?

Certamente c’è il tema di come il nostro curriculum viene valutato dall’Azienda che ha un bisogno, ma anche questa è una difficoltà spesso sopravvalutata ed in ogni caso è un “a priori” infondato: sono nostre assunzioni in merito ai criteri con cui gli interlocutori valuteranno il curriculum. Che ne sappiamo?

Un suggerimento utile che il libro propone è separare le fasi di “costruzione della bussola”, cioè della direzione in cui muoversi per la ricerca, da quella in cui ci si guarda intorno per avere la visibilità più ampia e meno scontata possibile, dalla ricerca vera e propria.

Un passaggio molto importante è andare a parlare non solo con chi offre un lavoro ma anche con chi sta facendo quello che a noi sembra un possibile (nuovo) lavoro. Per capire da chi lo vive cosa significa realmente e concretamente, quali sono i pro e i contro.

L’esperienza che l’età porta con sè non a caso è spesso chiamata “bagaglio”. È un aiuto fondamentale perché ci dà strumenti e conoscenze, ma è anche un peso. Quando (per amore o per forza) arriviamo in una nuova città, per visitarla meglio lasciamo il bagaglio da qualche parte: ci muoveremo più leggeri e veloci, e quando serve sappiamo dove riprenderlo.

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