Trovare lavoro dopo i 55 anni (2a puntata)

Ulteriori suggerimenti ai senior che vogliono ritrovare lavoro, dopo la prima puntata pubblicata in ottobre.

Inizio questa seconda puntata partendo dal network. In Italia, si sa, il 90% delle persone che ritrovano il lavoro lo fa attraverso il passa-parola, i contatti personali.

In questa delicata fase di “transizione” è molto utile mappare ed utilizzare tutte le relazioni, personali e professionali, che si sono costruite nell’arco degli anni.

Uno stato d’animo da vincere, o quantomeno circoscrivere, è l’imbarazzo, talvolta la vergogna, di dover raccontare agli altri la situazione e, in qualche modo, di dovere chiedere aiuto.

Rispetto a questa legittima difficoltà aiuta molto il messaggio che si vuole dare, innanzitutto a se stessi. Un conto è pensare di valere poco, sentirsi in declino, con niente da offrire. Altra storia è riuscire a mettere a fuoco bene quello che realmente si sa fare, in cosa si ha ancora del valore da offrire e metterlo a disposizione. In questo secondo caso anche le persone con maggiori difficoltà a chiedere potrebbero trovare meno imbarazzante farsi sentire con ex colleghi, capi o collaboratori, amici e parenti per raccontare la propria situazione. Avendo ben chiaro in testa il proprio valore, grande o piccolo che sia.

Naturalmente bisogna essere coscienti del proprio valore ma questo non deve significare scartare a priori qualsiasi opportunità professionale diversa dalla precedente.

A questo proposito è molto importante essere disponibili anche a scendere di inquadramento e/o di retribuzione. Questo non significa accettare qualsiasi offerta, qualsiasi lavoro che dovesse arrivare. Semplicemente è bene essere flessibili, capaci di negoziare senza assumere atteggiamenti rigidi, di chiusura a priori.

L’importante, dal mio punto di vista, è rientrare, rimettersi in gioco, costruire nuove competenze e relazioni professionali. Poi ci sarà tempo, eventualmente, per cercarsi un altro lavoro o per provare a costruire una nuova carriera nella nuova posizione professionale.

Il network aiuta a fare qualche colloquio di lavoro; a quel punto certamente è fondamentale giocarsela bene nel colloquio. E questo non sempre è facile, vuoi per la disabitudine, vuoi per la comprensibile ansia che può prendere in quei momenti.

Se si può, è molto utile trovare qualche sparring partner con cui esercitarsi a rispondere ad alcune delle domande tipiche di un colloquio di lavoro:

  • cosa mi racconta di lei?
  • come mai non sta lavorando, cosa è successo?
  • quale è la sua competenza “certa”?
  • perché dovrei dare questo lavoro proprio a lei?
  • cosa si aspetta di guadagnare?
  • quali sono le sue domande?
  • mi fornisce delle referenze?

E’ impossibile raccontare in poche righe le “buone” regole (ammesso che esistano!) per fare un convincente colloquio di lavoro. Provo a sintetizzare qualche buon consiglio:

  • prepararsi bene, raccogliendo informazioni sull’azienda e sull’interlocutore che si incontrerà
  • mettere a punto, e provare, una sintetica presentazione di se stessi: esperienze professionali significative, competenze apprese, risultati raggiunti
  • spiegare velocemente le ragioni per cui non si sta lavorando evitando di parlare male del precedente datore di lavoro
  • descrivere con dati il più possibile oggettivi, e con esempi, le proprie competenze “certe”, il valore che si mette a disposizione del nuovo datore di lavoro. Senza esagerare, senza spaventare
  • richiedere una retribuzione in linea con i valori di mercato e con il budget aziendale
  • prepararsi alcune domande da fare all’intervistatore sul ruolo, sulle aspettative, sui primi 100 giorni
  • prepararsi a dare delle referenze; spesso vengono richieste quelle di un capo, di un collega e di un collaboratore.

Ultima avvertenza sul colloquio: certamente è un momento di valutazione. Considerarlo soltanto così aumenta però l’ansia, il timore, la voglia di strafare. Molto meglio considerarlo un momento di reciproca conoscenza e valutazione. Aiuta a viverlo meglio, a fare qualche domanda, a negoziare il giusto.

In bocca al lupo!

LEGGI ANCHE LA PRIMA PUNTATA DI “TROVARE LAVORO DOPO I 55 ANNI”

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GianPiero Scilio, managing partner di Mida, si occupa di long life opportunities e ha realizzato ricerche sui senior al lavoro in ambito organizzativo. E' co-autore di "Out of office".

4 Commenti

  1. Giuseppe 7 Febbraio 2017 at 11:03 - Reply

    ….ma poi quando non si ha nemmeno un centesimo per affrontare qualsiasi cosa , ed essere completamente solo ?
    Ditemi qual’è la soluzione ?
    Grazie

    Beppe Fanelli

  2. Stefano 6 Novembre 2017 at 17:43 - Reply

    sono un perito elettrotecnico diplomatomi negli anni 80 col massimo dei voti. ho l’impressione di essere arrivato secondo in questo nuovo millennio in cui il Web spopola.me ne sono accorto solo quando ho perso il lavoro nel 2007,dopo una intensa attività svolta nell’azienda di materiale elettrico che in seguito a questa crisi sconvolgente, nota a noi tutti, ha dovuto chiudere i battenti. ho 55 anni, mi chiedo,oggi, se la mia esperienza scolastica di prima e quella lavorativa di oggi, hanno ancora una certa valenza oggi (in era digitale). l’età mi condanna ad arrangiarmi fino alla nuova età pensionabile?

  3. Bruno 27 Ottobre 2018 at 10:04 - Reply

    ,,,tutto molto chiaro e condivisibile…Io oggi sono un pensionato ma, subendo il primo mobbing nel ’94 mi sono trovato anch’io gettato nella mischia già adulto….
    Oltre a tutto quanto già scritto, io vorrei aggiungere una mia personale riflessione…
    Purtroppo, in Italia, non ne abbiamo “ancora” la cultura ma io ritengo (data l’esperienza che ho vissuto) che, in una vita lavorativa sarebbe importante cambiare lavoro almeno 4-5 volte. Non intendo solo mansione nell’ambito della stessa azienda ! No ! Cambiare azienda !
    Questo ci rimette in moto, ci fa vedere nuove opportunità e ci da nuovo interesse quindi, non aspettiamo di essere estromessi, cerchiamo da soli prima di essere estromessi perchè anche il lavoro può essere “bello” se cambia e se ci arricchisce…
    Io l’ho fatto giocoforza cambiando 4 aziende e quattro ambienti diversissimi ed ho sempre trovato qualcosa di più e sono riuscito a “dare” qualcosa di meglio !

  4. mihai 17 Settembre 2019 at 10:32 - Reply

    ho 58 anni e disoccupato da due … la domanda è, tra due messi finisce il sussidio di disocupazione… COSA SI FA ? quale è la via di uscita ? nonostante la mia invalidità 46 per cento…cosiddetta categoria protetta… in che modo protegge ?

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