Il bicchiere mezzo vuoto

La storia di: Fiorella

Salve, mi chiamo Fiorella ho 59 anni, dopo una vita di lavoro in una piccola azienda familiare, data la crisi e il tracollo del settore del commercio di articoli da regalo, mi sono ritrovata senza lavoro, ho una splendida figlia ma che vive lontano da me, ci sentiamo sempre ma ci vediamo solo cinque sei volte l’anno. Dopo trenta anni di matrimonio ho divorziato da mio marito ma nonostante siano passati più di dieci anni il mio cuore è ancora sofferente e arrabbiato. Da qualche anno ho perso prima mio padre e poi mia madre, la pensione io non la avrò perchè ai tempi mio padre sosteneva che era meglio investire sugli immobili che avrebbero fruttato la nostra pensione (peccato che poi vista la crisi e gli impegni economici sono stati venduti) oggi abbiamo ancora degli immobili che non riusciamo ad affittare e che così invece di essere un valore sono un peso con tutte le tasse che vi gravano sopra.

Al momento sto prendendo la disoccupazione che a breve finirà, solo 10 mesi, ho cercato e sto cercando ancora un lavoro, ma a 59 dove lo trovo visto anche il mio inesistente curiculum sulla carta, parafrasando una vecchia canzone CHE SARA’ CHE SARA’ DELLA MIA VITA SO FAR TUTTO O FORSE NIENTE DA DOMANI SI VEDRA’ !!!!!!!!!!!!!! Sulla carta sono una ragioniera e so far di conto, ma non ho mai lavorato in questo ruolo, per anni sono stata al pubblico ho ordinato esposto e venduto merci, ho fatto la vetrinista, un po’ di falegname, un po’ di elettricista, insomma un po’ di tutto, in casa sono stata una moglie una cuoca sempre prodiga verso mio marito come del resto lo sono nei confronti di tutti, dei mie fratelli dei miei nipoti delle mie cognate , io sono stata e sono presente per tutti, c’è un problema ????????  ci sono io, mi piace essere utile e lo faccio con amore.

Adesso sono stanca, non vedo la mia vita nel futuro, essere senza un sostentamento economico mi deprime , poi vedo chi intorno a me sta peggio, è malato o ha un figlio disabile e mi vergogno dei miei pensieri ….. arriva la sera ed un altro giorno è passato, fortunatamente la notte dormo ed è li che vivo, il mio cervello stacca ma la mattina dopo sono di nuovo nel limbo dell’attesa che accada qualcosa …. come si fa a riempire questo mio bicchiere sempre più vuoto…. aiuto… P.S. vivo in una piccola città del Lazio. Buona vita a tutti.

Fiorella ha chiesto di avere una risposta pubblica da una psicologa esperta del mondo senior. Risponde Silvia Lo Vetere:

Gentile signora, 59 anni sono importanti : epoca di bilanci e di direzioni da prendere pensando a un futuro, che se la salute si mantiene, noi tutti possiamo avere ancora lungo.

Ha avuto fino a qui una vita piena, un lavoro, una famiglia.

Con una qualità preziosa che sembra caratterizzarla: ci sono stata e ci sono sempre per tutti, scrive. Si chiede oggi cosa c’è di male in questo. Direi proprio nulla. Anzi.

Credo che proprio da qui si debba partire.

Esserci per tutti significa avere doti di comunicatività, di capacità di intercettare i bisogni e la sensibilità altrui. Una qualità preziosa per chi riceve e gratificante, per chi la spende, sentendosi utile.

Oggi però si senta amareggiata, arrabbiata e un po’ svuotata di fronte ai fatti della vita; alcuni dolorosamente inattesi (separazione marito), altri fisiologici, ma comunque impegnativi (crescita della figlia e lontananza; morte dei genitori); perdita di una attività lavorativa cui si è dedicata dando un importante contributo alla famiglia.

Perdite importanti per tanti aspetti. Che credo però abbiano in parte minato anche la sua autostima, il senso di valere, di esser ancora utile e importante per qualcuno.

Questo mi sembra il punto più importante oggi per lei: ritrovare fiducia, senso di valore e quindi energia da investire da qui in poi.

Partire dall’immaginare strade possibili in cui tornare per mettere in campo le sue qualità, potrebbe essere davvero importante.

Penso al volontariato solo come esempio. Non tanto per passare il tempo.

Proprio come area in cui ridare luce alle sue capacità, tornando al contempo a sentirsi utile. Cercando di convertire insomma quello che ha speso in ambito familiare in qualcosa da dare alla famiglia sociale in cui il bisogno certo non manca.

Chissà che attraverso questa o altre vie che lavorino però sul medesimo punto, rinascano in lei una nuova forza e fiducia. E che con queste magari possano anche sorgere nuove idee per rendere anche quegli immobili meno un peso.

Qualcosa di meno imposto, ma che magari possa trasformarsi in qualcosa di buono per sé: in termini economici innanzitutto. Quindi anche di una giusta libertà e autonomia meritate. Ed essere più contenta, come è giusto, in questa seconda parte della vita che può offrire non più infinite, ma ancora preziose opportunità.

Auguri!

 

Condividi questo articolo

Lascia un commento