Una dieta per tenere a bada la pressione e non solo
Si chiama DASH ed è una dieta nata negli Stati Uniti negli anni Novanta per il trattamento dei disturbi cardiovascolari e il controllo della pressione arteriosa, che con l’età tende ad innalzarsi.
DASH è l’acronimo per “Dietary Approaches to Stop Hypertension” ed è un modello alimentare i cui principali requisiti sono la limitazione dell’aggiunta di sale ai cibi e degli alimenti contenenti molto sale, come insaccati e formaggi. Completano il modello l’abolizione del consumo di alcol, l’indicazione a un consistente consumo di frutta e verdura, cereali integrali e frutta secca, e uno stile di vita nel suo complesso sano (no fumo, sì attività fisica, no sovrappeso1).
Diversi studi attestano l’efficacia della dieta DASH nei confronti di molti disturbi, che possono interessare in particolare la popolazione senior. Infatti, nata per il controllo della pressione arteriosa2, si è dimostrata efficace anche nel controllo di sovrappeso e obesità3, nella gestione del diabete4, nell’abbassamento del rischio di malattia coronarica e ictus5, nella prevenzione dei deficit di udito6 e molto altro ancora.
Secondo la rivista statunitense U.S. News & World Report la DASH Diet è al primo posto come “miglior dieta del 2018” a pari merito con la dieta mediterranea7-8, con la quale ha in effetti molti punti in comune. La classifica, redatta da un gruppo di esperti, è stata basata sulla valutazione di diversi parametri, quali la facilità di seguire la dieta, la probabilità di perdere peso a breve e lungo termine e l’efficacia contro malattie come diabete e problemi cardiovascolari.
Va da sé che qualsiasi modifica delle proprie abitudini alimentari e di stile di vita debba essere sempre personalizzata. La dieta migliore non è semplicemente quella “più sana”, ma anche e soprattutto quella che può essere sostenuta nel tempo.
Molti altri studi si sono soffermati sulla ricerca di quale caratteristica della DASH diet possa essere la chiave di volta responsabile dei suoi effetti benefici (come per esempio la forte restrizione dell’apporto di sodio9), tuttavia le conclusioni a cui gli esperti giungono confermano ancora una volta che non c’è un solo elemento o alimento a determinare effetti positivi sulla salute ma si tratta sempre di una serie di sane regole, da applicare nel loro complesso per il maggior tempo possibile.
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Riferimenti bibliografici:
1:https://www.nhlbi.nih.gov/files/docs/public/heart/new_dash.pdf
2: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28302405
3:https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28466507
4: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23473733
5:https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29949894