Ai Senior Netflix piace?

Sono passati pochi giorni da quando Milano e Roma si sono viste protagoniste di una serie di affissioni che hanno incuriosito e attirato l’attenzione dei passanti. Cartelloni neri e una scritta rossa: Basta Netflix. Schiaffo al servizio streaming di cui tanto si è sentito criticare il binge watching (cioè la visione ininterrotta di più puntate di una stessa serie televisiva) o ode alla rivoluzione dell’intrattenimento?

Il mistero è stato presto svelato: si è trattato del lancio di una campagna pubblicitaria con cui il servizio streaming ci dice che per molti momenti della nostra quotidianità, è sufficiente lui per farci stare bene.

Ma la domanda a questo punto è: basta veramente a tutti?

Se la maggior parte dei giovani potrebbe condividere l’affermazione, lo stesso, apparentemente, non sarebbe possibile dirlo dei Senior, individuati come target meno confidente con la tecnologia e dunque meno in linea con il format.

Tuttavia, sembra che le cose stiano rapidamente cambiando: già nel 2016 una ricerca condotta da MoffettNathanson Research evidenziava come, negli Stati Uniti, la fascia dai 50 anni in su rappresentasse la categoria in maggiore espansione sulla piattaforma, con un aumento del 20% tra gli utenti che hanno scelto il portale per usufruire dei contenuti video.

Se poi confrontiamo questi dati con quelli raccolti dal più recente Total Market Media Report di ThinkNow Media (2018), percepiamo come la predominanza giovane degli utenti iscritti stia venendo meno: il 45% degli americani di questa generazione utilizza Netflix per intrattenere sé e la sua famiglia, soprattutto da televisore (in America Netflix viene utilizzato su TV dal 70% della popolazione, contro il 54% in Italia)

Ma perchè Netflix è così amato?

Perché le emozioni forti proiettate su schermo ci fanno stare bene, come conferma una ricerca del Royal Society Open Science. Le serie TV altamente emotive, infatti, stimolano il nostro Sistema Nervoso Centrale, il quale rilascia le endorfine, neurotrasmettitori implicati nella regolazione delle sensazioni di piacere e dolore, che non a caso vengono anche chiamati “ormoni del benessere”.

Se poi vi aggiungiamo la crescita esponenziale di contenuti originali, la personalizzazione dell’offerta, che sulla base di ciò che è stato visto consiglia nuovi titoli, e l’ampia scelta disponibile in ogni ambito e genere (si pensi anche solo ai documentari, cui Netflix sta dando un taglio sempre più accattivante), ecco che l’aumento di iscrizioni della fascia di età più avanzata non stupisce più.

Netflix: Senior anche nei contenuti

La trasformazione digitale sta investendo ogni ambito e settore, comprendendo tutte le fasce di età: il divario digitale fra le generazioni più giovani e senior si sta assottigliando, portando ad un contesto culturale dove un’età anagrafica non esclude più l’altra nell’utilizzo di un determinato mezzo. Che le grandi imprese, come Netflix, siano attente a questi fenomeni è facile notarlo dai contenuti proposti: sempre più interdisciplinari, ricchi di spunti e di trame capaci di attrarre al contempo più generazioni.

Si pensi anche solo a “Grace and Frankie”, serie televisiva lanciata nel 2015 e ancora in produzione che tratta la vicenda di due ultrasettantenni con caratteri e stili di vita totalmente differenti: l’una sofisticata e snob, l’altra bizzarra e anticonformista. Il rapporto conflittuale è inevitabile fra due caratteri così distinti, fino a quando i rispettivi mariti, soci in affari, non rivelano di amarsi da tempo e di volersi costruire una vita insieme. Una storia quasi paradossale che, in maniera al contempo concreta e leggera, racconta un essere senior che affascina e diverte tutte le età; lo specchio di una società, insomma, dove si invecchia di più e meglio, dove i confini si assottigliano e i temi si espandono, dove i Senior vengono chiamati attivamente ad essere parte dell’innovazione.

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Una laurea in filosofia e un master in comunicazione le hanno permesso di coltivare la sua passione per l’innovazione e le nuove tecnologie. Adesso lavora da OpenKnowledge come Business Analyst, dove si occupa di Digital Strategy e Social Media Marketing.

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