L’innovazione per gli over65 negli Stati Uniti e in Europa
Nel Maggio 2018 l’agenzia Eurostat ha pubblicato una proiezione riguardo il futuro andamento socio-demografico d’Europa: si prevede un incremento della proporzione delle persone over 65, rispetto a quelle di età compresa tra i 15 e i 64 anni, dal 10% fino al 52% nel 2070.
Questa previsione non lascia spazio a soluzioni ordinarie o palliativi privi di una visione innovativa: è necessario riprogettare il modo in cui la società contemporanea vive in un contesto complesso, ricco di sfaccettature e immerso nello sviluppo tecnologico.
Riprogettare la società significa non solo ripensare alla revisione del costruito, alla riedificazione di nuovi quartieri, alla modifica della mobilità, del tessuto urbano e rurale delle nostre realtà, ma più approfonditamente riguarda la riprogettazione del modo con cui siamo stati abituati a vivere nel ventesimo e ventunesimo secolo.
Molti cambiamenti sono già in atto: a livello locale (basti pensare ai servizi legati alla mobilità accessibile e sostenibile sviluppati nell’ultima decade), a livello nazionale (incentivi per invecchiare in salute nella propria abitazione, tramite i bonus per le ristrutturazioni e la regolarizzazione di personale socio-assistenziale proveniente da altre nazioni) a livello Europeo (con nuove legislazioni e direttive – come gli United Nation Sustainable Development Goals – per incentivare lo sviluppo di una società inclusiva, dove sia apprezzato il contributo di persone over 65).
Un importante aspetto che spesso viene sottovalutato nel contesto Europeo ed in particolare in quello Italiano riguarda gli aspetti del welfare, della sanità e del servizio al cittadino. Oltre oceano, in particolare negli Stati Uniti d’America, come ben noto, il welfare e i servizi alla comunità sono basati prettamente su forme assicurative, di carattere privato, sponsorizzate dal singolo cittadino o dai datori di lavoro.
Questo aspetto, decisivo per favorire lo sviluppo di nuova domanda per il mercato si propone come un freno e al tempo stesso un acceleratore di innovazione.
Negli Stati Uniti, in particolare nella Silicon Valley in California, numerose aziende approcciano il mercato dell’invecchiamento salutare (Healthy Ageing) con grande quantità di finanziamenti per sviluppare servizi, prodotti e nuovi stili di vita per una popolazione che invecchia. Questo è sintomo di una notevole attenzione riguardo alla tematica, ma al tempo stesso sinonimo di opportunità di business, di innovare e di accelerare il processo di sviluppo di futuri prodotti.
Dall’altro lato, coloro che possono permettersi di acquistare questi servizi e prodotti, a prezzi elevati, trattandosi spesso di soluzioni pioneristiche, sono quegli individui supportati da una completa soluzione assicurativa che copre gran parte dei costi.
In un contesto come quello Europeo e di preciso Italiano, essendo il sistema del welfare radicato prettamente a livello pubblico, questo processo di innovazione e ricezione diretta da parte del mercato risulta molto più lento, rischioso e insidioso. I fattori sono molteplici: da normative stringenti a problemi di capitalizzazione, da fasi di test prolungate con validazione su numeri di utenti molto elevata a difficoltà di commercializzazione.
Nonostante i sistemi assistenziali Italiani forniscano una copertura ben più elevata di quella presente oltreoceano, questo però risulta essere talvolta un freno per l’innovazione tecnologica, che si trova a dover competere con quello che può essere un benefit per il mercato (e quindi per i consumatori), contro quello che può essere un benefit legato meramente al rapporto qualità/costo del servizio erogato dal sistema assistenziale nazionale.
La soluzione a questo problema, come è facile pensare non è univoca, ma riprendendo una famosa citazione di uno dei designer contemporanei più famosi, Tim Brown: “L’ottimismo richiede sicurezza, e la sicurezza è costruita sulla fiducia” – (Optimism requires confidence, and confidence is built on trust) – è necessario instaurare un meccanismo di fiducia, sicurezza reciproca tra pubblico e privato, che crei un binomio di domanda-offerta, normato secondo chiari parametri, in modo che possa innovare e creare soluzioni per un futuro sostenibile.
Matteo Zallio, architetto, dottore di ricerca in Industrial Design, Fulbright Scholar. Ricercatore presso il Center for Design Research alla Stanford University – USA, ha condotto ricerca e consulenza su innovazione tecnologica e design for ageing presso la Technological University Dublin (IE), la Loughborough University (UK) e l’Università degli Studi di Genova (IT).