La spalla, un fastidio ricorrente

Scrive un lettore: “Ho 61 anni, non sono un grande sportivo però vado in palestra con costanza una volta alla settimana, dove faccio un po’ di esercizi a corpo libero, un po’ di cyclette e qualche peso leggero. Dieci anni fa ho avuto un problema di cervicale, poi risolto con una migliore postura alla scrivania e con esercizi isometrici. Spalle e braccia ogni tanto fanno male, soprattutto la destra e soprattutto quando la forzo. C’è qualche esercizio raccomandato per rinforzare i muscoli della spalla o esercizi da evitare per non avere dolore? Grazie”

La spalla è l’articolazione più complessa del nostro corpo avendo la possibilità di muoversi in tutti i piani articolari. Da qui dipende la necessaria solidità della funzione motoria, ma anche la possibilità di infortuni e lesioni che richiedono una attenta valutazione e l’eventuale intervento di personale preparato.

La cuffia dei rotatori è il termine usato in anatomia per indicare il complesso muscolo-tendineo della spalla che stabilizza l’articolazione scapolo-omerale, avvolgendo di fatto la testa dell’omero. La cuffia dei rotatori è costituita da quattro muscoli e dai rispettivi tendini.

Detto in modo molto, ma molto, semplice i muscoli sovraspinato, sottospinato e piccolo rotondo hanno la funzione di extraruotare la spalla, portando il gesto dal centro verso la periferia; il muscolo sottoscapolare al contrario, intraruota la spalla facendo sì che il movimento porti all’indentro l’angolo articolare. Poi vi sono altre funzioni come la rotazione circolare del braccio e la sua estensione anteriore: insomma una vera centrale biomeccanica. Da non dimenticare altri muscoli quali il deltoide e il grande rotondo che fanno parte del cingolo scapolare.

Avere un dolore alla spalla di solito (ma è tutto da verificare, attenzione!) segnala la compromissione a carico della cuffia dei rotatori e più precisamente una tendinopatia che come dice la parola stessa è l’infiammazione di uno dei quattro tendini legati ai muscoli testè indicati. Si tratta di una patologia piuttosto comune e dipende usualmente dalla ripetizione di gestualità che mettono sotto stress le strutture tendinee durante certi movimenti, in particolare abduzione (aprire le braccia), extrarotazione e retroproiezione.  Questo determina, nel tempo, una reazione infiammatoria con edema ed iperemia dei tessuti tendinei e delle guaine che li rivestono a cui può seguire, perdurando il meccanismo lesivo, una fase degenerativa con microlesioni e tendinosi cronica della cuffia di rotatori.

La diagnosi di tendinopatia è prevalentemente clinica. Si basa sulla valutazione del dolore che aumenta durante l’attività e regredisce con il riposo; sull’anamnesi che deve essere molto accurata; infine sulle indagini radiologiche (radiografia, ecografia, risonanza magnetica) che completano l’esame obiettivo, durante il quale la palpazione può mettere in evidenza una dolorabilità alla digitopressione in corrispondenza di punti precisi della spalla, oltre che all’esecuzione di specifici test funzionali dei muscoli interessati che possono chiarire lo stato di infiammazione e deficit motori degli stessi.

Il dolore ad una spalla ha un percorso obbligato: è indispensabile fare la corretta diagnosi di quale struttura è interessata dalla sintomatologia e non può essere lasciata che al medico, meglio se specialista. Il dolore infatti è il campanello di allarme di qualcosa che sta succedendo e non va mai sottovalutato. Da qui poi si può partire con un allenamento che da una parte eviti in modo preciso quei movimenti che causano dolore e dall’altra impegni le altre masse muscolari, di modo che le stesse diventino più forti e, vicariando la componente più debole, tutelino maggiormente la funzione della cuffia dei rotatori. Gli esercizi possono essere fatti in palestra o a casa, ma è assolutamente necessario che vengano insegnati nel modo più preciso possibile. Nonostante che in internet si trovino numerosi filmati tutorial che mostrano questi movimenti, ci sentiamo il dovere di insistere che il “fai-da-te” in questo caso ha concrete possibilità di peggiorare la situazione. Quindi, in conclusione, affidiamoci a professionisti esperti che facciano prima una diagnosi corretta e poi affidino il paziente ad altri esperti che impostino un programma mirato che sappia cogliere i necessari mutamenti del percorso che via via si renderanno necessari.

Foto da https://www.pexels.com/

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Già primario di riabilitazione specialistica dell’ospedale L. Sacco di Milano e docente presso l’Università degli Studi di Milano, Silvano Busin é Direttore scientifico di ISSA Europe (International Sports Sciences Association Europe) e della rivista Fitness & Sport.

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