Educazione finanziaria di qualità per vivere (economicamente) sereni
Riuscirò a risparmiare un po’ di più e pagare i miei debiti? I miei figli sapranno cavarsela da soli? Ed io sarò autosufficiente? La pensione Inps mi basterà per vivere bene? Come posso evitare che l’inflazione eroda i risparmi di una vita? Come posso integrare la mia pensione? Ho una casa di proprietà, posso usarla come rendita pensionistica? A chi posso affidare la mia vita economica?
Tutte queste domande, che riguardano preoccupazioni concrete o desideri legati al nostro benessere e a quello delle persone a cui teniamo, rientrano nella sfera d’azione della cosiddetta “educazione finanziaria”.
L’educazione finanziaria è uno strumento utilissimo di welfare che permette di trovare le risposte ponendosi come obiettivo principe quello di alleviare il più possibile le disuguaglianze tra di noi e darci consapevolezza, stabilità, in una parola, benessere.
Nel corso degli ultimi anni il dibattito sul tema delle disuguaglianze ha assunto proporzioni sempre più massicce; ci si interroga molto su come agire per ridurre i divari e le differenze socioeconomiche e permettere ad ogni cittadino di raggiungere uno stato di benessere dignitoso.
L’educazione finanziaria è in questo senso un buon alleato. Nel cappello “educazione finanziaria”, però, rientrano visioni e approcci molto diversi tra di loro, che rispondono a bisogni differenti, e che dovremmo imparare a riconoscere per poter poi scegliere.
Una buona definizione è quella dell’OCSE[1], secondo cui “l’educazione finanziaria è il processo attraverso il quale i consumatori migliorano la propria comprensione di prodotti e nozioni finanziarie e, attraverso l’informazione, l’istruzione e una consulenza oggettiva, sviluppano le capacità e la fiducia necessarie per diventare maggiormente consapevoli dei rischi e delle opportunità finanziarie, per effettuare scelte informate, comprendere a chi chiedere consulenza e mettere in atto altre azioni efficaci per migliorare il loro benessere finanziario. Ne deriva un focus sul benessere del cittadino”.
L’educazione finanziaria può dunque essere “Informazione” (per utenti già esperti che necessitano di nozioni su prodotti finanziari per poter scegliere consapevolmente), “Istruzione” (finalizzata a comprendere le funzionalità ed i rischi connessi alle tipologie di prodotti ed effettuare confronti e valutazioni) o “Consulenza generica” (rivolta a tutti coloro che desiderano un supporto attivo per la pianificazione personale in relazione al proprio ciclo di vita).
È in questa terza modalità tracciata da Ocse che trova spazio e ruolo l’educatore finanziario, una figura nuova di rilevanza sociale, formata e abilitata per supportarci nelle fasi più delicate della nostra vita economica. C’è chi ad esempio si trova a vivere un momento di grande fragilità come una separazione improvvisa in tarda età, chi deve cedere un quinto dello stipendio per pagare i debiti contratti, chi a fine mese si ritrova con il conto economico in rosso e figli o nipoti da mandare all’università, chi invece ha una pensione che non basta a sostenere tutte le spese e i bisogni di cura.
Il tema è chiaro, non ci si può improvvisare “educatori finanziari”; la nostra vita (economica) è troppo delicata ed importante per poter essere trattata con leggerezza o con metodi privi di riferimenti terzi e oggettivi.
Da qui la possibilità di prendere come riferimento le norme tecniche di qualità e, nello specifico, la norma tecnica di qualità UNI11402 sull’educazione finanziaria che ci indica come si fanno bene le cose e quali fasi e processi devono essere seguiti per fruire di un servizio di qualità.
Più nel dettaglio, la norma tecnica di qualità richiede che l’educatore ci aiuti a ragionare e pianificare tutte le aree di bisogno del nostro ciclo di vita, in funzione delle nostre priorità. Questo significa riflettere sul bilancio familiare per capire come risparmiare un po’ di più (budgeting), come rendere sostenibili debiti e finanziamenti (indebitamento), come proteggersi dai rischi immediati che potrebbero mettere a rischio la nostra vita (protezione), come pianificare e preparare la nostra pensione (previdenza pensionistica), come raggiungere obiettivi di vita importanti (investimento).
Come richiesto dalla norma questi temi vanno affrontati con metodo, attraverso cinque specifiche fasi: dalla presentazione del servizio, alla definizione degli obiettivi, all’analisi delle risorse esistenti, all’individuazione delle strategie ideali di soluzione, al monitoraggio nel tempo.
Quest’ultima fase è particolarmente importante perché evidenzia l’importanza dell’accompagnamento nel tempo da parte dell’educatore che diventa un punto di riferimento per la nostra famiglia nel tempo aiutandoci a gestire bene i cambiamenti che possono avvenire, come ad esempio l’entrata in pensione, la nascita di un nipote, la vendita della propria casa, un’improvvisa malattia, un nuovo desiderio; eventi che rimescolano entrate ed uscite, risparmi e obiettivi, possibilità e impossibilità.
Tutto questo, come tra l’altro richiesto dal Codice del Consumo, senza alcun riferimento a prodotti assicurativi, previdenziali o finanziari: l’educatore finanziario, infatti, deve darci supporto e consapevolezza sui nostri diritti economici e sui nostri bisogni, senza mai sconfinare nell’intermediazione.
L’interesse e la voglia di sviluppare e mettere a disposizione un servizio di educazione finanziaria gratuito, conforme alle norme tecniche di qualità e ispirato a quanto già sperimentato con successo all’estero (Money Advice Service inglese, Financial empowerment negli USA) si sta rapidamente diffondendo su tutto il territorio nazionale, grazie allo sviluppo di programmi pubblici e privati ad hoc che coinvolgono sempre più organizzazioni sociali del terzo settore, aziende, pubbliche amministrazioni.
Un esempio concreto è il servizio di economia personale di qualità gratuito realizzato all’interno del progetto “WeMi” del Comune di Milano, che mette a disposizione di tutti i cittadini un portale web dedicato all’approfondimento di alcuni temi chiave della nostra economia personale (www.io-welfare.it/ditutti).
Un altro segnale che va in questa direzione viene dalla Regione Veneto che con la Legge regionale 11 maggio 2018, n. 17 affronta proprio il delicato tema dell’economia personale dei cittadini e lo fa con la promozione ed il sostegno di iniziative finalizzate all’educazione economica e finanziaria conformi alle norme tecniche di qualità UNI e ISO, rivolte alla cittadinanza, alle scuole di ogni ordine e grado ed alle imprese.
Questi sono solo due esempi di ciò che sta accadendo sul fronte della qualità; ed è proprio così che prende vita una forma virtuosa di welfare comunitario che, grazie all’impegno concreto delle sue componenti (pubbliche amministrazioni, terzo settore, famiglia, imprese), mette al centro il nostro benessere.
[1] Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico
Francesca Bertè è Partner Progetica e vicepresidente di Eqwa, Impresa sociale nata per diffondere e sviluppare riflessioni, studi e comportamenti finalizzati a dare benessere ai cittadini attraverso sistemi e strumenti di welfare. Progetta e realizza percorsi formativi di educazione e pianificazione finanziaria. Svolge attività di ricerca su fenomeni sociodemografici, modelli di welfare e politiche sociali, con focus sul ciclo di vita economico delle famiglie. E’ Educatore Finanziario conforme alla norma tecnica UNI 11402. E' autrice, insieme a Sergio Sorgi, del saggio "Felicità cercasi" (2020) e Fiducia sostantivo plurale (2022), editi da Egea.