Lavorerò ancora

La storia di Patrizio

Sono uscito da pochissimo dall’azienda dove lavoravo. E’ successo prima del previsto, a 63 anni. L’azienda ha applicato un contratto di espansione, quelli che prevedono l’uscita anticipata, e mi ha proposto appunto di uscire.

Io ho accettato anche se ho capito che con l’indennità mensile che riceverò perderò un po’ dell’importo della pensione ma mi hanno spiegato che adesso potrò cumulare l’indennità con nuovi redditi da lavoro.

E’ quello che cercherò di fare, lavorare ancora, vedrò con che formula, da autonomo o con un nuovo impiego.

Francamente mi sento abbastanza in forma per poter lavorare ancora, il mio lavoro da informatico per il momento non mi ha annoiato, la testa per fortuna funziona e non ho mai smesso di tenermi aggiornato sulle principali innovazioni del mio campo.

Il mio mondo è fatto di tante piccole agenzie e tanti singoli che prestano assistenza, fanno manutenzioni grandi e piccole, e in tanti anni di lavoro ho conosciuto veramente molti professionisti a cui mi rivolgerò. Sono fiducioso che non rimarrò con le mani in mano.

Un altro motivo che mi spinge a cercare di non smettere di lavorare è che ho due figli che ancora studiano, fanno l’università tutti e due, e quindi hanno bisogno di sostegno economico ancora per qualche anno. Per fortuna, frequentano l’università qui della nostra città dove abitiamo e non devono sostenere le spese di trasferta e di affitto di cui in questo periodo si sente tanto parlare per le proteste degli studenti.

Mia moglie è più giovane di me, lavora anche lei e quindi le entrate in famiglia sono doppie, però una riduzione secca del mio reddito sarebbe un problema.

Molti altri colleghi che hanno accettato la proposta aziendale di uscita anticipata hanno deciso che non lavoreranno più. Capisco la loro scelta, qualcuno ha problemi di salute, qualcun altro era arcistufo del lavoro che faceva, qualcuna è contenta che potrà occuparsi di più dei nipoti, uno non aspettava l’ora per dedicarsi all’associazione di sostegno ai disabili dove fa volontariato.

Sono tutte scelte legittime e comprensibili. Io però, oltre ai motivi che ho detto sopra, non ho un polo forte di attrazione diverso dalla mia attività professionale. Quindi mi sembra logico pensare il mio futuro prossimo ancora collegato al lavoro.

Anche se seguirò il consiglio di mia moglie: “Va bene se adesso cerchi altro lavoro, ma comincia a pensare cos’altro ti potrebbe piacere, magari potremmo farlo insieme…”

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Foto di edith lüthi da Pixabay

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