Se il ginocchio fa male
Scrive un lettore: Da mesi mi fa male il ginocchio e qualche volta faccio fatica a camminare. Quali sono i passi che bisogna seguire in questi casi? Meglio andare dall’ortopedico o dal fisioterapista?
Note semplici di anatomia
L’articolazione del ginocchio è una tra le più complesse del corpo umano, quindi si cercherà di descriverla nel modo più semplice possibile perché necessiterebbe in verità di uno spazio cospicuo.
Le ossa che formano il ginocchio sono la tibia, la fibula, la rotula e il femore. La tibia e la fibula sono unite tra di loro da una membrana interossea: la tibia è sostanzialmente più grossa della fibula (detta anche perone) e attua da sola il collegamento articolare con il femore.
Le superfici ossee sono rivestite da cartilagine: la superficie di contatto del femore, che in questo caso viene chiamato condilo-femorale e che ha una superficie arrotondata, si appoggia sulle ossa inferiori mediante due dischi fibrocartilaginei semicircolari detti menischi, che hanno la funzione di assecondare il movimento e dal punto di vista biomeccanico di scaricare le tensioni che evidentemente vengono create, specie nella stazione eretta e nei movimenti, tanto più complessi quanto più rapidi (es. la corsa). Anteriormente troviamo un osso rotondo chiamato rotula, che è tenuto in sede da un legamento che parte dalla muscolatura superiore della coscia e si inserisce sul davanti della tibia.
Vi sono numerosi legamenti che contribuiscono alla stabilità dell’articolazione del ginocchio. Senza entrare nei meandri dell’anatomia, possiamo ricordare i legamenti collaterali che sono posti nella parte interna ed esterna del ginocchio e i due legamenti determinanti sia la stabilità sia la funzionalità dell’articolazione chiamati legamenti crociati: il legamento crociato anteriore e il legamento crociato posteriore. La loro topografia è obliqua e praticamente si incrociano fornendo così la stabilizzazione del ginocchio e con la funzione di protezione dello stesso per impedire l’iperestensione o la flessione troppo massiva, che in realtà non si può compiere più di tanto per la presenza delle parti molli dovute ai muscoli della coscia e del polpaccio.
Non dobbiamo dimenticare che attorno all’articolazione del ginocchio vi sono numerose “borse” mucose ripiene di liquido sinoviale. Esse impediscono lo sfregamento sull’osso dei tendini che passano sopra l’articolazione e preservano le parti ossee sporgenti da una pressione circoscritta. Per ultimi vanno ricordati i muscoli della coscia che possiamo suddividere nel modo più semplice possibile nel gruppo degli estensori di cui il principale protagonista è il muscolo quadricipite femorale e il gruppo dei muscoli flessori i cui principali attori sono gli ischio-crurali.
Ci permettiamo ricordare che la descrizione testè presentata è solamente indicativa e non tiene conto di tutta la complessa anatomia che rende appunto questa articolazione così importante nel nostro corpo. Non dobbiamo dimenticare infatti che il ginocchio, assieme all’anca e al piede, consente la stazione eretta e la possibilità della deambulazione sino alla corsa.
Fattori di rischio
Con l’attività fisica e lo sport si può andare incontro a fenomeni traumatici che intervengono sia sulla parte muscolare, sia su quella tendinea che legamentosa: tutti conosciamo la tipica rottura del legamento crociato anteriore che è presente nei calciatori e che comporta, seppure le tecniche operatorie sono fortemente migliorate, un intervento complesso e un recupero funzionale molto lungo.
Questi molteplici traumatismi possono essere presenti anche nel senior che svolga un’attività fisica intensa o sportiva con la precisazione che le lesioni necessitano di tempi di recupero nettamente superiori a quelli dei soggetti giovani. Ma non va dimenticato il fatto che con l’avanzare delle decadi di vita anche il ginocchio va incontro a fenomeni di invecchiamento e le varie componenti si “usurano” via via nel tempo e possono dare tutta una serie di alterazioni la cui caratteristica comune è il dolore, più o meno seguito dalla limitazione funzionale dell’articolazione.
Il dolore come indicatore di patologia
Come dicevano quindi, il dolore è il campanello d’allarme di una qualche patologia che è presente a livello del ginocchio e che può presentarsi in modi differenti, come ad esempio dopo uno sforzo, dopo un sovraccarico prolungato o, nei casi peggiori, anche a riposo. L’articolazione si può gonfiare per la contemporanea compromissione delle borse mucose oppure andare “in blocco” nel caso ci fosse ad esempio la rottura di un menisco. L’amicizia più affettuosa è però con l’artrosi, che accompagna noi senior specie dopo la sesta e settima decade di vita e che è dovuta alla degenerazione delle superfici cartilaginee articolari e che diminuisce in modo progressivo e a volte drammatico l’autonomia della persona.
Cosa fare quindi se compare un dolore al ginocchio? Il comportamento deontologicamente più corretto è quello di rivolgersi al proprio medico di famiglia, che opportunamente eseguirà un’anamnesi della sintomatologia e provvederà eventualmente ad una ispezione e mobilizzazione distrettuale per cogliere eventuali indicazioni che potranno indirizzare o dallo specialista ortopedico o dal fisiatra. Non prima di avere eseguito qualche accertamento di cui il più semplice è un esame radiografico.
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Già primario di riabilitazione specialistica dell’ospedale L. Sacco di Milano e docente presso l’Università degli Studi di Milano, Silvano Busin é Direttore scientifico di ISSA Europe (International Sports Sciences Association Europe) e della rivista Fitness & Sport.