Il caffé causa batticuore?

Sebbene sia opinione comune che la caffeina contenuta nel caffè o nel tè possa causare l’insorgenza di aritmia cardiaca, studi precedenti, generalmente di tipo osservazionale, hanno messo in dubbio questa presunta relazione (JAMA Internal Medicine 2021; 181: 1185).

Adesso è stato realizzato uno studio randomizzato caso-crossover, in cui 100 adulti sani (età media 39 anni) senza fibrillazione atriale o insufficienza cardiaca hanno indossato cerotti per elettrocardiogramma a registrazione continua e accelerometri da polso per 14 giorni. Durante questo periodo, sono stati istruiti in modo casuale (tramite messaggi di testo) a consumare caffè con caffeina o evitare tutta la caffeina durante periodi di 2 giorni, con conseguente 7 periodi di consumo di caffè e 7 periodi senza caffeina.

I partecipanti hanno premuto un pulsante sul loro cerotto ECG quando ogni bevanda al caffè è stata consumata e hanno compilato sondaggi giornalieri sul consumo. All’inizio, la maggior parte dei partecipanti ha consumato < 1 tazza di caffè al giorno; durante lo studio, quando i partecipanti sono stati invitati a bere caffè, la maggior parte ha bevuto da 2 a 3 tazze al giorno.

Il numero di contrazioni atriali premature giornaliere era quasi identico nei giorni con o senza consumo di caffè con caffeina (mediamente 58 contro 53 al giorno). Nelle analisi esplorative, le contrazioni ventricolari premature si sono verificate nei giorni in cui si beveva caffè (mediamente 154 contro 102 al giorno). Tra gli altri reperti, i partecipanti avevano un numero di passi più alto (circa 1000 passi in più) e meno sonno (circa 30 minuti in meno) nei giorni in cui consumavano caffè.

Commento

Questo studio fornisce ulteriori prove che è improbabile che il consumo moderato di caffè causi extrasistoli atriali in pazienti sani. Occorre notare che la popolazione dello studio è stata rappresentata da giovani adulti (circa 40 anni di età media), per cui probabilmente ad un’età più avanzata sia la fibrillazione atriale sia l’insufficienza cardiaca hanno una prevalenza maggiore.

Per i senior, quindi, la conclusione dei ricercatori è valida in assenza di patologia cardio-vascolare; se è già presente una fibrillazione atriale o una diminuzione dell’efficienza cardiaca, occorre discutere con il medico curante circa la possibilità di un danno causato dalla caffeina, che comunque non ha effetto sulla pressione sanguigna ma solamente sulla frequenza cardiaca.

Il significato dell’aumento modesto delle extrasistoli ventricolari osservato nei giorni di consumo di caffè è incerto. Per le persone sane, è ragionevole lasciare le decisioni sul consumo di caffè alle preferenze personali.

(Marcus GM et al. Acute effects of coffee consumption on health among ambulatory adults. NEJM 2023 Mar 23)

Foto lucigerma da iStock

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Laureato in Medicina all’Università di Torino nel 1973, è stato Medico Ospedaliero e Medico di Assistenza Primaria presso l’ASL di Fossano. E’ stato Consulente redazionale di importanti riviste mediche e, dal 2003, è Consulente scientifico del portale www.paginemediche.it, per quanto concerne l’aggiornamento riservato ai Medici.

Un Commento

  1. pierarotella 7 Luglio 2023 at 10:43 - Reply

    Il consumo di caffè per mia madre era all’epoca un bisogno primario . Non c’erano farmaci che potessero sostenerla nelle fatiche domestiche come questa meravigliosa ed eccitante bevanda . Lo ricercava e ne assumeva parecchio poi che, casalinga e volontariamente isolata dal contesto condominiale, ella lo gustava come unica pausa piacevole e confortante nelle sue solitarie ma operose giornate che, dal dopoguerra in poi erano sempre uguali e ripetitive. Evasioni rare dovute ai suoi propri hobby il ricamo, il cucito, la cucina e lo scrivere e disegnare creativi, erano alternati al sorbire tale gustosa bevanda che, col suo aroma risvegliava i desideri sempre repressi di ogni sposa e madre responsabile e collaborativa nell’epoca della nostra ricostruzione civile.

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