40 anni di matrimonio… bello ma che fatica

La storia di Luisella

Abbiamo appena festeggiato 40 anni di matrimonio, una bella festa di famiglia con 14 persone: i tre figli, i rispettivi mariti e compagne, i cinque nipoti, in due sono arrivati anche con le fidanzate.

Per me e mio marito Carlo è stato emozionante avere un segno di affetto così grande. Sia per lui che per me è importante sapere che figli e nipoti ci sono ancora vicini anche se ciascuno di loro ha preso la propria strada.

Quel giorno eravamo felici.

Non è una cosa scontata essere felici alla nostra bella età. Anzi…

Se ripercorro i 40 anni di matrimonio di momenti felici ne trovo tanti, e di questo sono grata a mio marito e al destino, ma certamente sono stati anche anni con un sacco di curve difficili da superare, che hanno richiesto a tutt’e due una grande fatica e una grande motivazione a tenere in piedi il rapporto.

Tutti e due abbiamo un carattere forte e a nessuno dei due piace darla facilmente vinta all’altro.

Questa caratteristica è esplosa nel tempo e ci ha portato a discussioni, battibecchi, fino a litigi anche forti che lasciano il segno per i giorni successivi.

Ci piace stare insieme ma quando siamo insieme litighiamo.

Non possiamo immaginarci separati ma i litigi ci tolgono le energie positive.

Questo è il nostro paradosso.

Finchè lavoravamo stavamo fuori casa buona parte della giornata e i tempi e gli spazi non erano tutti condivisi.

Adesso, in pensione, condividiamo tutti tempi e gli spazi di casa, evidentemente troppo.

Quando la situazione si fa pesante, lui prende il cane ed esce di casa, io sto a rimuginare per ore.

Vuoi leggere le precedenti storie dei lettori di Osserevatorio Senior? Clicca qui

Foto di Pexels da Pixabay

Condividi questo articolo

Nessun commento

  1. Virgilio Marrone 19 Aprile 2024 at 7:51 - Reply

    Interessante, realistico, se pur breve e schematico, resoconto di una lunga vita di coppia. Nel mio caso, però, non c’è un cane da portare a passeggio.

  2. andrea 22 Aprile 2024 at 11:53 - Reply

    Ringrazio Dio di essermi liberato da questa prigione, ormai qualche anno fa.
    Anche solo nel leggere questo articolo mi sento male 😀

    Però non nego che mi pesa la solitudine “psicologica”. NON soffro di solitudine nel momento presente (anzi, sto molto bene), ma nel lungo termine mi viene spesso da chiedermi “ma dove sto andando? Cosa faccio? Che senso ha?”.
    Ho una nuova fidanzata e va tutto molto bene, ma sento la mancanza di una vecchia moglie pallosa con cui stare a buttare tempo noiosamente sul divano.
    Sto bene e mi diverto tantissimo, ma mi manca la condivisione anche delle noie e delle tristezze, con una compagna “storica”.

    Quindi torna sempre il solito dubbio che nessuno saprà mai risolvere, nemmeno chi ha già preso la decisione: quel è il limite oltre il quale è giusto separarsi? Dove posizionare l’asticella?

Lascia un commento