Liberi nell’età libera
Intervista di Corrado Bottio a Wolfgang Fasser.
Wolfgang Fasser oggi è un pensionato attivo che si prende cura della sua vita. E’ un radioamatore appassionato, amante della natura, delle erbe curative e del suo orto. Vive a Glarus, un paese ai piedi delle montagne svizzere.
Conduce gruppi di persone in passeggiate filosofiche nella natura. Suona musica Klezmer con un quartetto di musicisti e si reca una volta all’anno in Africa per continuare ad insegnare fisioterapia ospedaliera in Lesotho.
In passato, in Italia, ha fondato la Fraternità di Romena con un gruppo di laici e con don Luigi Verdi. E’ stato guida all’eremo di Quorle fino al 2022, anno in cui è tornato in Svizzera tra le sue amate montagne per vivere l’ultimo periodo della sua vita: l’età libera.
Cosa significa spiritualità oggi?
Oggi intendiamo la spiritualità in modo molto più ampio rispetto ad una volta. C’è chi riconosce la sua spiritualità seguendo le religioni classiche e le confessioni a noi familiari e c’è chi segue le cosiddette spiritualità nuove che fanno riferimento ad un’immagine personale del divino, ma nell’essenza la spiritualità viene sempre intesa come legame con una dimensione oltre la vita pragmatica, materiale e visibile. Un essere legato alla dimensione creatrice della vita e dell’esistenza.
E’ un bisogno forte, in aumento?
Sì, è un bisogno forte anche se sembra che il numero di credenti e di praticanti delle confessioni classiche sia diminuito, ma il numero di atei non è aumentato. Molta gente segue forme nuove di spiritualità e cerca nuovi percorsi e pratiche che colmino la loro fame di spiritualità. Durante un periodo di crisi aumenta sempre la fame di spiritualità.
Le religioni tradizionali sono in grado di rispondere a questo bisogno?
Da un lato sì, ma dall’altro notiamo un gran numero di persone che abbandonano l’istituzione della chiesa cattolica. Per molti la vita di tutti i giorni in parrocchia è casa e si ritrovano nelle attività pratiche per la comunità e la preghiera. Altri non trovano la possibilità di partecipare alla vita della chiesa cattolica perché vorrebbero avere un confronto sincero e aperto al rinnovamento sostanziale della chiesa. Per esempio, il ruolo della donna come pari all’uomo, la trasparenza e la coerenza fra l’insegnamento e i fatti.
E’ possibile vivere una vita spirituale per persone normali con famiglia e lavoro?
Certo! La spiritualità non è un hobby e la vita di tutti i giorni non è una faccenda molesta. La spiritualità abbraccia la vita e la vita abbraccia la spiritualità: è un tutt’uno. Basta non scindere questi due aspetti e non guardarli come due cose separate. Personalmente ritengo che abbandonare la vita di tutti i giorni per dedicarsi solo alla vita spirituale non sia assolutamente una garanzia per essere più vicini a Dio. Posso scoprire Dio in ogni atto della mia vita quotidiana purché sia collegato alla sorgente della mia esistenza: il divino.
Cosa risponde a chi scrive: ”Sono alla ricerca di uno scopo per riempire una vita che mi sembra inutile?’’
Questa tematica riguarda ognuno di noi e l’incontriamo nei passaggi della nostra vita, non ultimo il pensionamento. Comprendo bene la persona che ha lavorato intensamente identificandosi per anni con il suo ruolo lavorativo e con il riconoscimento sociale ricevuto.
Per esempio, un capo reparto di una ditta metalmeccanica ha trovato nei suoi 40 anni e più di lavoro tante conferme del suo valore lavorativo, fiducia da parte degli altri e una posizione di prestigio nella gerarchia della ditta. In altre parole, era qualcuno stimato. Andando in pensione, in una cultura dove lavorare è la cosa più importante, si trova a non essere più nessuno. L’ex capo reparto è bell’e dimenticato dopo pochi mesi. Il vero vuoto non è quello esterno perché non si va più al lavoro, ma quello interno che pone la domanda:” Chi sono io adesso?’’.
Per tanti solo questa crisi li porta a chiedersi chi siano veramente. Abitare queste domande e trovare le risposte sincere che valorizzino la persona e la vita aiuterà a liberarsi da questa crisi profonda. Le risposte si trovano dentro di noi, nell’incontro con l’altro e la partecipazione alla vita della comunità. Certo, se mi preparo alla pensione e nello stesso periodo mi preparo alla svolta interiore che mi attende posso prevenire il disagio improvviso davanti al quale potrei trovarmi.
Può indicare testimoni di spiritualità del passato e contemporanei da cui trarre ispirazione ?
Per me leggere autori nutrienti per la mia vita è pane quotidiano. Confrontarmi con il pensiero dell’altro, mi aiuta ad uscire dalla gabbia rappresentata da me stesso. Tutte le forme d’arte elaborano i temi dell’umanità e i filosofi studiano l’immagine del mondo. Per questo dare spazio all’arte, alla filosofia ed ai testi di spiritualità è essenziale nella mia vita quotidiana.
Chi mi accompagna da tanti anni? Come voci maschili il teologo e filosofo Martin Buber, il pensatore Jiddu Krishnamurti, il monaco domenicano Albert Nolan, il pastore anglicano e premio Nobel per la pace Desmond Tutu con Nelson Mandela, suo fratello spirituale. Come voci femminili sono ispirato da Linda Bimbi promotrice e difensore dei diritti umani dei popoli oppressi, Annick de Souzenelle scrittrice francese che si occupa di spiritualità, Gabriella Caramore attraverso la sua meravigliosa trasmissione radiofonica “Uomini e profeti’’.
Libri di Wolfgang Fasser:
Foto per gentile concessione di Wolfgang Fasser
Psicologo. Dopo più di 40 anni di lavoro nelle organizzazioni ha deciso di dedicare il suo tempo alla famiglia e allo studio delle religioni e della spiritualità nel mondo.