Tornare in palestra?
Scrive una lettrice: “Non mi sono ancora decisa a tornare a frequentare la palestra. Ci andavo regolarmente, mi faceva star meglio – si sentiva bene soprattutto la mia schiena dopo aver fatto panca – e mi piacevano le due chiacchiere che si facevano con la trainer e con le altre che partecipavano, quasi tutte non giovanissime. Da qualche mese, dopo il lockdown più stretto, si potrebbe tornare e in effetti dalla palestra ricevo un pressing costante perché ricominci. Li capisco, credo che ne vada della loro sopravvivenza, ma io, ormai più vicina ai settanta che ai sessanta, continuo a tentennare timorosa: penso alla stanza chiusa e poco ventilata, alle panche molto vicine, al disagio che avrei se altre si mettessero di fianco a me a chiacchierare. Lei cosa ne pensa?”
Il rischio Covid in palestra è molto basso, addirittura vicino allo zero? E’ quanto afferma uno studio condotto da UKActive nel Regno Unito e pubblicato sulla rivista Health Club Management. UKAactive è un’associazione senza scopo di lucro, che promuove l’attività delle palestre e dei centri ricreativi della comunità, con oltre 3500 organizzazioni aderenti. La ricerca è stata effettuata su un’ampia base di 1.300 palestre, centri fitness e centri sportivi nell’arco del periodo post-lockdown tra il 25 luglio e il 16 agosto. Il tasso di infezione è risultato di 0,02 positività su 10.000 presenze. E’ uno dei pochissimi lavori che si incontrano in letteratura dato l’interesse verso altri campi e attività lavorative, ma è senza dubbio significativo stante la situazione preoccupante presente nel Regno Unito. Considerati i 1.300 centri investigati nel periodo delle 3 settimane successive alla riapertura dopo il lockdown, il totale degli accessi in questo arco di tempo è stato di oltre 8 milioni (8 milioni di presenze, ovvero di ingressi reiterati anche dalle medesime persone, non 8 milioni di utenti singoli) e il tasso di casi di contagio è risultato appunto dello 0,02% del totale (17 ogni 10.000 accessi per i clienti, e solo 9 in assoluto tra gli operatori e membri dello staff dei 1.300 club censiti).
Un risultato significativo legato evidentemente all’adozione e al rispetto delle misure di prevenzione e contenimento del contagio ormai note, che vanno dall’igiene personale ai dispositivi di protezione, alla sanificazione degli attrezzi e degli ambienti. A quanto pare inoltre i centri fitness e sportivi si sono dimostrati molto reattivi e veloci nel monitorare la situazione e segnalare i casi di positività evitando la diffusione del contagio al loro interno. Tutti gli accorgimenti si sono comunque dimostrati un’efficace barriera all’infezione.
I comportamenti individuali all’interno dei centri restano una delle chiavi di volta del successo nel contenimento del contagio. Ai frequentatori di palestre, club e centri fitness spetta una parte del compito nel mantenere lo standard elevato di sicurezza rispettando le norme sanitarie, compreso il distanziamento, sanificando a loro volta gli attrezzi e le postazioni, utilizzando gel e materiale specifico messi a disposizione dai centri: in questo modo è comunque possibile, ha dimostrato la ricerca, abbattere il rischio Covid in palestra.
Anche ISSA Europe™ ha svolto una piccola ricerca nel novero delle palestre che afferiscono all’iniziativa “Fitness di qualità”, con numeri evidentemente assai lontani da quelli svolti dallo studio inglese, ricevendo però con piacevole sorpresa un feed-back negativo nell’ambito della presenza di casi positivi al Covid tra il personale e i clienti.
Una delle caratteristiche su cui maggiormente ci si è soffermati è il distanziamento delle attrezzature: per portare un esempio, i treadmill, che sono pesanti e assai ingombranti e quindi non facili da spostare, si è provveduto a renderli utilizzabili in modo alternato di modo che tra un treadmill e l’altro ce ne fosse uno non accessibile. Le palestre hanno seguito con oculatezza le indicazioni del Ministero della Salute, favorendo scrupolosamente l’applicazione delle stesse. Tutte queste considerazioni valgono però per il periodo post lockdown avvenuto in primavera inoltrata e in estate. Nulla si può dire per il periodo tardo autunnale e invernale che comporterà sicuramente delle problematiche legate essenzialmente al ricambio dell’aria negli ambienti, verosimilmente superabili con sedute di allenamento più brevi portando la mascherina e/o utilizzando con criterio l’ozono.
L’attività fisica in un senior, quando si conosce il centro fitness e la sua serietà, è comunque un valore aggiunto per il proprio benessere, essendo ormai assodato che un’attività fisica costante e moderata stimola positivamente il sistema immunitario.
Già primario di riabilitazione specialistica dell’ospedale L. Sacco di Milano e docente presso l’Università degli Studi di Milano, Silvano Busin é Direttore scientifico di ISSA Europe (International Sports Sciences Association Europe) e della rivista Fitness & Sport.