Vulnerabilità abitativa durante l’invecchiamento

Il desiderio di continuare a condurre una vita indipendente nella propria abitazione è ormai una priorità nella vita della persona senior, la quale difficilmente abbandona la propria casa se non costretta da un impedimento fisico o in seguito alla perdita del proprio partner. Secondo recenti ricerche sul patrimonio abitativo italiano, la casa, elemento indispensabile per mantenere una buona qualità di vita e garantire la partecipazione sociale delle persone anche ad età avanzata, risulta spesso inadeguata alle specifiche esigenze della persona senior: è troppo grande e con barriere architettoniche che ne compromettono l’indipendenza.

Il patrimonio abitativo della fascia di popolazione più anziana è attualmente in condizioni tali da poter affermare l’esistenza di una fragilità abitativa diffusa che riguarda principalmente gli aspetti economico, fisico e sociale.

L’incidenza della spesa abitativa per le famiglie senior in affitto nel mercato privato è particolarmente elevata laddove si incrociano bassi redditi (pensioni sociali) e la localizzazione in una grande area urbana. Inoltre, l’inadeguatezza dello spazio abitativo comporta una riduzione della capacità di svolgere le attività domestiche senza il sostegno di qualcun altro. Infine, la maggior parte di persone che vive sola è rappresentata da over 65, in maggiore percentuale donne. Negli anni dell’invecchiamento, può diventare sempre più difficile mantenere precedenti livelli di partecipazione portando il senior all’esclusione sociale.

La pressoché totale assenza in Italia di politiche abitative rivolte alle persone che invecchiano, accompagnata dall’interruzione della sperimentazione nel campo della residenza sociale e un patrimonio edilizio inadeguato, obbliga chi è più anziano a continuare a condurre una vita in solitudine o trasferirsi in una residenza privata assistita, sradicando la persona dalla propria realtà sociale e accelerandone il processo di invecchiamento. In questo scenario, sta diventando sempre più urgente individuare nuovi strumenti per la progettazione di spazi dell’abitare in cui si svolgano attività distinte oltre quelle tipicamente “residenziali” attraverso spazi capaci di innescare processi di condivisione e di solidarietà sociale tra vicini.

Dalla residenza contemporanea si deve esigere attenzione ai mutamenti sociali, qualità architettonica, volontà di sperimentazione tecnologica, attenzione verso l’ambiente circostante e capacità di generare comunità: garantire alle persone che invecchiano una residenza che soddisfi questi parametri è imprescindibile per il consolidamento del patrimonio identitario delle nostre città.

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Sono co-fondatori di Abitaresociale. Abitaresociale è un gruppo interdisciplinare di ricerca e progetto composto da professionisti provenienti dal mondo dell’architettura, della medicina e delle scienze sociali, specializzato nella creazione e gestione di progetti finalizzati alla promozione dell’abitare collaborativo intergenerazionale.

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