Corea del Sud: i Senior tornano alle scuole elementari

Kim è una sudcoreana di 65 anni che vive in una piccola città rurale nella parte occidentale del paese. Sta considerando di ritornare a scuola, approfittando del fatto che il Consiglio Locale della sua città sta progettando di riaprire la scuola elementare agli over 55 in modo che possano completare l’istruzione di primo livello che non hanno ricevuto da bambini. Questa possibilità fa parte di un più ampio piano nazionale per impedire la chiusura delle scuole elementari, a causa della mancanza di bambini.

Palazzo tradizionale coreano. Foto di SofieLayla Thal da Pixabay

Kim è interessata a leggere e scrivere con maggiore scioltezza e vorrebbe conoscere anche altre cose che purtroppo non ha potuto imparare quando era bambina. Kim, come altre donne della sua generazione in ambiti rurali, non ha frequentato sempre la scuola. In passato, andare a scuola era uno sforzo che le famiglie decidevano di compiere investendo principalmente sugli uomini. Questa sembra adesso essere una buona opportunità per lei.

Il desiderio di Kim di tornare a scuola rappresenta un aspetto di cui si parla sempre di più nelle aree rurali della Corea del Sud. Kim, come altre donne della sua generazione in questi contesti, non ha frequentato sempre le scuole in maniera continuativa. In passato, andare a scuola era uno sforzo che le famiglie decidevano di compiere investendo principalmente sugli uomini. Da bambina, ha trascorso la sua vita aiutando principalmente in famiglia e, una volta adulta, si è sposata, ha lavorato e cresciuto i suoi figli fino a quando non hanno potuto emigrare nelle città più grandi. Ad oggi, vedova e vivendo da sola, lavora part time nei campi in alcuni momenti dell’anno. Frequentare la scuola elementare le darà anche la possibilità di incontrare altre persone e, in un certo senso, dare un contributo alla popolazione locale mantenendo aperta la scuola. Inoltre, essere a contatto con i bambini è divertente. Le persone che vedono con maggiore apprensione questa iniziativa sono gli insegnanti che dovranno gestire alunni con profili e vissuti tanto diversi.

La Corea del Sud è un paese dell’Asia orientale. Ha una popolazione di circa 51 milioni di persone che confinano con Giappone, Cina e naturalmente la Corea del Nord, un paese con il quale mantengono un complicato equilibrio da quando furono divisi nel 1948. Le due Coree furono in guerra fino al 1953, terminando con un accordo di armistizio che ha lasciato divisa la penisola coreana e ha stabilito due diversi modelli di sviluppo.

Grattacieli a Songdo Incheon. Foto di Alfonso Jung da Pixabay

Ad oggi, la Corea del Sud è uno dei paesi più ricchi dell’Asia, con livelli e tassi di sviluppo appena dietro il Giappone e la Cina e con un’incredibile crescita economica in diversi aspetti negli ultimi 55 anni, fenomeno che ha portato anche importanti impatti sociali.

La migrazione verso le città è stata fondamentale. Come riportato in un articolo del New York Times del 2015[1], all’indomani della guerra di Corea, la popolazione delle aree rurali ha cercato di sfuggire dalla povertà, innescando una migrazione soprattutto di gente giovane verso le città per cercare istruzione superiore o lavori nelle fabbriche dagli anni ’70, lasciando progressivamente vuoti i campi e una scia di persone più anziane o meno qualificate.

Il controllo delle nascite è un altro aspetto che ha contribuito ai grandi cambiamenti nel paese. Il governo centrale ha lanciato una campagna di controllo delle nascite tra gli anni ’60 e ’90. I tassi di natalità sono scesi da 4,5 bambini per donna nel 1970 a 1,2 nel 2018, ad oggi uno dei tassi più bassi al mondo. La mancanza di bambini ha prodotto diversi problemi e nel tempo il numero di studenti delle scuole elementari è diminuito. In effetti, dal 1982 quasi 3.600 scuole hanno chiuso in tutta la Corea del Sud.

Lo sviluppo economico ha portato anche ad un aumento dell’aspettativa di vita. Oggi, uomini e donne all’età di 60 anni in media hanno una aspettativa di vita di quasi 10 anni in più rispetto al 1970, con le donne che vivono più a lungo degli uomini. L’attuale aspettativa di vita per la Corea del Sud nel 2020 è di 83,1 anni. Ma i senior in Corea del Sud ad oggi non sono sempre una popolazione autosufficiente dal punto di vista economico. Come indicato nel rapporto Global Age Watch del 2015, la Corea del Sud detiene complessivamente la 60° posizione tra i paesi analizzati (l’Italia è al 37mo. posto), con una posizione leggermente migliore nell’ambito della salute (42° posizione). Tuttavia, il report indica che il paese è più basso nel settore della sicurezza del reddito (82° posizione) con un tasso di povertà tra gli anziani del 48,5%.

Alcuni affermano che il modo in cui la popolazione si sta sviluppando nella Corea del Sud è un enigma per il futuro. Il risultato di una longevità crescente e del calo dei tassi di natalità sta ponendo al paese una sfida: affrontare la tendenza che vedrà un calo significativo della popolazione, non sempre contrastato, al momento, dalle politiche che favoriscono l’immigrazione. Se la tendenza non cambierà, nel 2067 la Corea del Sud avrà quasi il 45% della sua popolazione con oltre 65 anni d’età.

nonno asiatico con nipote. Scuola foto creata da tirachardz – it.freepik.com

Aprire le scuole elementari ai senior nelle zone rurali è un’iniziativa che affronta due questioni contemporaneamente: da un lato, aumenta le possibilità di tenere aperte le scuole e permette che i giovani con bambini non emigrino ad altre città per poter garantire l’educazione dei loro figli. D’altro canto, offre la possibilità ai senior di dare una risposta al loro potenziale isolamento. Nel lungo termine però questa politica non sarà sostenibile. Da una parte le scuole devono reclutare più studenti o saranno costrette a chiudere o a fondersi con un’altra scuola in un villaggio vicino.  Allo stesso modo vi è una crescente necessità di rivedere alcune pratiche di sviluppo di servizi per gli over 65 che diventeranno nel prossimo futuro la più grande popolazione del paese. Contemporaneamente, come altri paesi in queste situazioni, dovrà fare fronte alla mancanza di popolazione con esiti ed impatti a 360 gradi.

Kim è entusiasta dell’idea di tornare a scuola. È preoccupata che in alcuni periodi dell’anno, a causa del suo lavoro, potrebbe essere necessario perdere alcune lezioni o svegliarsi prima per poter studiare. Non si preoccupa di quanto potrebbe durare questa esperienza. Il suo obiettivo immediato è poter prendere degli autobus senza dover chiedere ad altre persone di leggere per lei dove sta andando. Lei trova questo inebriante e un riscatto personale.

Nota: Le esperienze contenute nel testo corrispondono a episodi vissuti, testimonianze  o raccolte dall’autore e rielaborate per una migliore comprensione dei temi. Ogni eventuale somiglianza a persone o situazioni reali è da considerarsi una coincidenza.

[1] New York Times. “As South Korean Villages Empty, More Primary Schools Face Closings” di Choe Sang Hun   Agosto 2015

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Julio Gonzalez, educato in Messico, Canada e negli Stati Uniti, vive in Italia da più di trent’anni. Manager internazionale, ha gestito direttamente, in vari ruoli nelle Direzioni Risorse Umane dove ha lavorato, progetti di integrazione di aziende e culture diverse in Italia, Europa, Americhe, Asia e Oceania

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