Alla ricerca di nuovi equilibri

Il carrozziere a cui faccio visita ogni anno nella località dove di solito trascorro le vacanze, a occhio e croce i sessanta superati da un po’, quando mi sono presentato nella sua officina con mascherina non ha avuto dubbi: “Macché coronavirus! Non c’è, se lo sono inventato!” “Veramente io ho avuto amici e conoscenti morti e ammalati” ho provato a replicare. “Tutto falso! Qui hanno detto che uno era morto per l’epidemia, ma non era vero…”

Fortunato il carrozziere negazionista ad avere questa certezza, almeno lui non deve convivere con l’incertezza dilagante che attanaglia tutti gli altri: torna? non torna? è ancora pericoloso? se torna, ci toccherà rintanarci di nuovo in casa? ma vale la pena fare programmi per i prossimi mesi?

Da tanti anni ci ripetiamo che “convivere con l’incertezza è la condizione inevitabile dell’essere umano nell’età contemporanea”. Però probabilmente non abbiamo mai sperimentato così acutamente questa condizione, questa percezione di un contesto futuro dominato dalla nebbia invece che da un bel sole luminoso. Persino la sicurezza di un temporale può apparire più rassicurante del punto di domanda che da mesi accompagna tutti, figuriamoci quanto è difficile per chi è avanti negli anni: si sa che la mancanza di sicurezze all’avanzare dell’età non è particolarmente apprezzata.

Tant’è, questa è la situazione, se non vogliamo imbrogliarci dobbiamo ammettere che nessuno sa dire con certezza cosa avverrà nelle prossime settimane e mesi, che l’incertezza la farà ancora da padrona per un po’. E quindi?

Quindi dovremo cercare nuovi punti di equilibrio ma dovremo anche essere flessibili per poterli modificare senza traumi di fronte a scenari mutevoli.

Molti senior avranno faticato per trovare negli anni passati dei nuovi equilibri soddisfacenti, ad esempio a fronte di cambiamenti nella condizione da lavoro a non-lavoro; nel ruolo familiare di sostegno a figli grandi, a nipoti e a genitori non più autosufficienti; nel trovare la combinazione giusta nell’uso del tempo dedicato ai rapporti sociali, agli amici, ai viaggi, agli interessi culturali, alle attività di volontariato, alle attività fisiche, eccetera.

Il lockdown del marzo-aprile scorso ci ha fatto sperimentare una sorta di “vita sospesa” in cui quasi tutto si è fermato e gli equilibri che ciascuno di noi aveva trovato sono stati messi temporaneamente in soffitta in attesa di tempi migliori. E i mesi successivi li abbiamo comunque vissuti, soprattutto noi senior, per lo più con grande cautela nel riprendere l’assetto di vita precedente.

Ora che l’incertezza continua a regnare sovrana e l’estate sta finendo, lo snodo è delicato: provare a tornare esattamente alla vita di prima del coronavirus, cioè all’equilibrio di vita che si era faticosamente trovato e in cui ci si trovava bene, è una opzione, ma ovviamente comporta dei rischi. Bloccarsi e non fare più programmi in attesa di una svolta (il vaccino?) è un’altra opzione, ma con dei costi, quantomeno psicologici, evidenti.

Il nuovo punto di equilibrio che può accompagnarci nelle prossime settimane e mesi è molto personale. Ad esempio, quanto recuperare di attività sociale con amici, conoscenti, familiari, associazioni, feste, eventi, ecc., dipenderà molto, oltre che dalle regole, dal bilanciamento che ciascuno farà tra propria percezione del pericolo e proprio desiderio di vivere appieno tutte le dimensioni dell’esistenza.

In questa ricerca di nuovi equilibri, sarà di vitale importanza la capacità di ciascuno di reagire con flessibilità e duttilità alle condizioni mutevoli di contesto e quindi di non affezionarsi troppo ai nuovi equilibri temporaneamente raggiunti.

 

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Enrico Oggioni ha realizzato ricerche sulla “vita nuova” e sulle “buone e cattive pratiche” dei senior, è autore del saggio “I ragazzi di sessant’anni”, è opinionista sul tema dei senior e presidente di Osservatorio Senior.

Un Commento

  1. felice scalvini 2 Dicembre 2020 at 7:18 - Reply

    interessante

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