Baby boomers: capacità cognitive peggiori dei propri padri e nonni

I risultati scioccanti di una ricerca americana che ha attraversato più generazioni.

A 55 o a 65 anni oggi si hanno performance cognitive inferiori a quelle di chi aveva la stessa età negli scorsi decenni: questa scioccante informazione è il risultato di una ricerca svolta all’Ohio State University su un vasto campione di senior statunitensi di varie generazioni, a partire dai nati nel 1890.

Foto di Dan Fador da Pixabay

Lo studio, svolto da Hui Zheng, professore di sociologia presso questa università americana, ha dimostrato che i risultati di test cognitivi sottoposti a over50 e over60 sono costantemente migliorati di generazione in generazione, a partire dai cinquanta – sessantenni della “greatest generation” (cioè le persone nate tra il 1890 e il 1923), per raggiungere il punto più alto tra i senior nati durante la seconda guerra mondiale (tra il 1942 e il 1947).

Poi, deve essere successo qualcosa perché da allora le performance hanno iniziato a scendere tra gli over50 e 60 che vengono chiamati “early baby boomers” (cioè nati tra il 1948 e il 1953), per peggiorare ulteriormente tra i “mid baby boomers” (nati tra il 1954 e il 1959).

Insomma, per dirla in parole povere, gli attuali senior hanno oggi performance cognitive più basse di quelle dei loro padri e nonni alla stessa età.

Abituati come siamo a raccogliere dati che dimostrano che i baby boomers sono la generazione che se la sta passando meglio di qualunque altra generazione nella storia umana, non possono che sorprenderci i risultati di questa ricerca americana, pubblicata la scorsa estate.

La sorpresa è stata grande anche per l’autore dello studio, il prof. Zheng, che – stando ad alcune sue dichiarazioni riportate dall’Ohio State News  – è rimasto meravigliato non solo per l’inversione di tendenza dopo decenni di miglioramento, ma anche perché il peggioramento è visibile in tutti i gruppi sociali: non c’è distinzione tra uomini e donne né tra diversi gruppi razziali ed etnici. Il peggioramento non risulta variare neppure per diversi livelli di istruzione e reddito, il che aumenta la meraviglia dato che queste sono invece variabili che di solito influenzano la longevità e il benessere.

Per realizzare lo studio sono stati analizzati i dati relativi a 30.191 Americani che hanno partecipato, tra il 1996 e il 2014 all’Health and Retirement Survey realizzata dall’Università del Michigan. La survey prevedeva che le persone partecipanti, di età superiore ai 51 anni, fossero sottoposte a classici test cognitivi ogni due anni. Con lo studio dell’Ohio State University sono stati elaborati questi dati.

Si tratta, dunque, di uno studio basato su un’ampia base di dati e realizzato con cura nel metodo.

A cosa attribuire allora il peggioramento rilevato tra gli attuali baby boomers? Le ipotesi più accreditate dall’autore dello studio riguardano la cattiva salute, la solitudine, gli stati di depressione, la carenza di attività fisica e l’obesità. Anche problemi psichiatrici, o cardio-vascolari, o diabetici, sono risultati associati a livelli cognitivi peggiori in questa generazione.

Una ragione in più per ciascun senior per seguire le raccomandazioni mediche per rallentare il decadimento cognitivo e per curare la propria salute, il proprio benessere psico-fisico e le proprie relazioni sociali e affettive.

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Enrico Oggioni ha realizzato ricerche sulla “vita nuova” e sulle “buone e cattive pratiche” dei senior, è autore del saggio “I ragazzi di sessant’anni”, è opinionista sul tema dei senior e presidente di Osservatorio Senior.

3 Commenti

  1. Germano 13 Novembre 2020 at 14:19 - Reply

    Ma se il campione di persone è stato preso solo tra gli americani, allora il problema può essere una qualche cattiva abitudine degli americani (cibo spazzatura, obesità, conservanti ovunque, ecc).
    Sarei rimasto incuriosito davvero se la ricerca avesse dato gli stessi risultati analizzando un campione di persone proveniente da diverse nazioni: usa, etiopia, svezia, india, ecc. O anche (soprattutto) con differenti abitudini alimentari: dal manager stressato del centro di Milano al contadino siciliano che mangia solo frutta e verdura senza pesticidi.

  2. PIERA 13 Novembre 2020 at 21:27 - Reply

    Oggi il ritmo dell’esistere è frenetico, non c’è possibilità di recuperare spazio per le nostre intime passioni o emozioni . I contatti sociali sono un inferno che peggiora di giorno in giorno . Un tempo era naturale incontrarsi e scambiare opinioni e sensazioni senza dover rendere conto ai figli o ai mariti ogni decisione . La privacy era garantita da un uso corretto delle comunicazioni conformate ad un
    ” galateo ” dell’esistere .
    Tutta questa invadenza ha pesantemente condizionato i nostri comportamenti che restano innaturali e scomposti come una orchestra priva di direzione .
    Gli spazi a ognuno riservati sono sempre più esigui, in ogni senso inadeguati all’essere umano a cui occorre maggiore espansione .

  3. […] boomers mostrano un preoccupante declino delle funzioni cognitive” (https://osservatoriosenior.it/2020/11/baby-boomers-capacita-cognitive-peggiori-dei-propri-padri-e-no&#8230😉 – Esplora il declino cognitivo nei baby boomer rispetto alle generazioni precedenti, […]

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