Cosa significa risparmiare oggi?

Ogni tanto qualche notizia positiva arriva ed è doveroso sottolinearla: Banca d’Italia[1] ha rilevato che negli ultimi anni, inclusi quelli pandemici, la percentuale del rischio di povertà per la classe oltre i 65 anni è in continua diminuzione.  Permangono le note differenze tra persone dislocate nel Nord Italia e Centro Sud Italia, ma il trend è costantemente in discesa in entrambe le macro aree.

Altre ricerche recenti, confermano che le misure di solvibilità finanziaria mostrano una incidenza più bassa tra gli individui over 65 rispetto a quelli più giovani. Infatti, In linea con la media europea, il rischio di povertà è pari a circa il 16% (rispetto ad un circa 33% degli under 40).

I consumi degli over 60 sono più alti e concentrati, rispetto a quelli degli under 30, sul comparto dell’alimentazione, della casa e della salute. Rispetto a 10 anni fa, gli over 60 spendono più per internet, per attività culturali e per la pratica sportiva[2]. Queste preferenze di comportamento al consumo spiegano il maggiore risparmio in anni di pandemia a causa delle limitazioni di movimento.

Volendo fare uno zoom sugli ultimi mesi, coloro che si dichiarano di trovarsi in una situazione di “grave difficoltà economica” sono l’8.8% degli ultra 50enni e in “difficoltà economica” il 11.4%, un valore comunque mediamente inferiore rispetto ai più giovani 30-50enni[3].

Tuttavia, ci viene una domanda che richiede una risposta ragionata: questo maggiore benessere tendenziale dovuto a minori consumi corrisponde anche a comportamenti virtuosi crescenti e quindi sostenibili nel tempo? Allontanarsi dalla soglia di povertà non necessariamente significa utilizzare correttamente il risparmio.

Siamo un popolo di navigatori, artisti e risparmiatori, ma questo non dovrebbe farci abbassare la soglia di attenzione. Controllare il saldo del conto corrente e compiacersi non è necessariamente un buon segno. L’inflazione è in agguato, sappiamo bene che ha invertito la sua rotta per puntare verso valori che avevamo ormai dimenticato. Al momento l’ultimo dato tendenziale pubblicato da Istat indica un 4.8% annuo (non si registrava dal 1996).

Cosa significa questo? Banalmente, che con mille euro sul conto corrente, tra 1 anno ci troveremo 952 euro. Ma abbandoniamo per un momento il freddo calcolo matematico per toccare con mano l’impatto dell’inflazione sugli obiettivi di vita che ognuno di noi, più o meno consapevolmente, tiene in serbo a qualsiasi età.

Ad esempio, le motivazioni principali al risparmio per gli over 65 sono la “gestione degli eventi inattesi”, “accumulare per la vecchiaia” e, di grande interesse valoriale “sostenere economicamente figli o nipoti [4]. In fin dei conti, lo stesso psicologo Martin Seligman conclude la sua ricerca su come raggiungere il benessere in questo modo: “Chi cerca il proprio benessere, non lo troverà se si preoccupa solo della propria realizzazione […]. Avere rapporti interpersonali profondi non è tutto nella vita, ma è fondamentale[5].

Ma quale potrebbe essere l’impatto di questa impalpabile inflazione sugli obiettivi che ci connettono con i propri cari? Ad esempio, prendiamo qualcuno tra noi che ha le risorse sul conto corrente per aiutare il proprio nipote a frequentare un corso di laurea triennale. E ipotizziamo di collocare questa spesa tra 10 anni. Il risultato, causa inflazione, sarebbe quello di poter coprire soltanto 21 mesi su 36 totali di retta universitaria, oppure di coprire solo 9,5 mesi su 12 mesi di affitto dell’alloggio[6].

Ecco che ci viene in aiuto l’investimento, da interpretare e gestire come un mezzo per raggiungere i propri obiettivi di vita. Nel rispetto delle regole dell’investimento (come, ad esempio, quella della diversificazione) si potrebbe impiegare le risorse del nostro esempio cercando l’aiuto dei mercati finanziari, nel rispetto della personale capacità di sopportare le oscillazioni dei mercati e coerentemente con l’orizzonte temporale dell’obiettivo.

Per terminare questo nostro giro in orbita sull’affascinante mondo del risparmio, non possiamo che constatare con fredda lucidità che viviamo in una società sempre più fluida[7], fatta di eventi inattesi sempre più frequenti[8] e la nostra vita di conseguenza ne risente quotidianamente.

Quindi, come la possiamo gestire? Abituandoci a gestire i cambiamenti. E’ un tema caro agli educatori finanziari di qualità, che si rifanno alle norme sull’educazione finanziaria (UNI 11402) e che si preoccupano di supportare le persone ad immaginare cosa fare se accade qualcosa.

Ad esempio, l’avvicinarsi di un obiettivo richiede di modificare la strategia di investimento in funzione del minore tempo a disposizione riducendo il rischio. Oppure, una nuova priorità sopravvenuta potrebbe cambiare gli orizzonti temporali di investimento, così come un imprevisto, risolto attingendo alla propria riserva, potrebbe necessitare di ricostituire tale accantonamento nei tempi più stretti possibili. Esattamente come quando saliamo in auto e sappiamo benissimo come intervenire se dovesse succedere qualcosa, così nella gestione dei nostri risparmi, grandi o piccoli che siano, è opportuno dotarsi di metodi e supporti professionali che consentano di gestire la propria economia in funzione dei propri obiettivi.

Questo ci consente di aumentare il nostro benessere e di costituire un esempio virtuoso per le persone a noi care, e poterci sentire d’accordo con G.S. Clacson quando scrive “Quando la gioventù viene dalla vecchiaia per avere consigli riceve, la saggezza degli anni”[9].

Febbraio 2022.

Foto fizkes su licenza iStock

[1] Il dibattito sulla povertà in Italia, tra statistica e politica – Ottobre 2021

[2] L’economia della terza età: consumi ricchezza e nuove opportunità per le imprese – Confindustria.

[3] www.eurofound.europa.eu

[4] Elaborazione Progetica su dati di Bankitalia Indagine sui bilanci delle famiglie italiane.

[5] Tratto da “Il futuro del capitalismo” di Paul Collier

[6] Elaborazioni Progetica su ipotesi di inflazione dei prossimi anni pari a quella dell’ultimo anno – Gennaio 2022

[7] Modernità liquida – Z. Bauman

[8] Il cigno nero – N. Taleb

[9] in “L’uomo più ricco di Babilonia”

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Claudio Grossi è responsabile dell’area di Analisi Quantitativa degli Investimenti e responsabile del Sistema di Qualità di Progetica S.r.l. E’ relatore in UNI della norma tecnica UNI 11402 sull’educazione finanziaria. Partner di Progetica SRL.

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