Mindfulness: un nuovo approccio all’alimentazione
Alimentazione e abitudine sono due vocaboli che viaggiano spesso insieme. Quanti articoli ci è capitato di leggere che sottolineassero l’importanza di adottare sane abitudini alimentari? E quanto spesso siamo stati esortati a variare la nostra routine al fine di evitare l’insorgere di disturbi e cronicità?
Questo tipo di narrazione è spesso concentrata sul perché sia importante apportare questo tipo di cambiamenti, ma spesso manca di fornire strumenti che possano spiegare come intervenire sulle nostre abitudini per modificarle.
Riconoscere le proprie abitudini non è sempre facile e la causa è da ricercarsi nella loro natura: esse, infatti, sono comportamenti automatici appresi, messi in atto dal cervello per aumentare la propria efficienza e ridurre il dispendio di energie in presenza di determinati stimoli. Se si è intenzionati a modificare la propria alimentazione, un primo passo da compiere è proprio quello di individuare i modelli che caratterizzano il nostro rapporto con il cibo.
Uno strumento che possiamo utilizzare nella vita di tutti i giorni e che ci può aiutare nel percorso verso il cambiamento è la Mindfulness, un insieme di pratiche che si concentrano sulla consapevolezza, coltivata prestando attenzione al momento presente in modo non giudicante, non attivo e il più possibile aperto.
Focalizzare l’attenzione in questo modo permette di essere coscienti delle proprie azioni, impedendo alla mente di essere guidata dal “pilota automatico” mentre è occupata da preoccupazioni o altre distrazioni, rompendo così il meccanismo che regola le nostre abitudini.
La Mindfulness ci offre una serie di pratiche che possiamo usare quando mangiamo e che sono riassunte nel Mindful Plate: un piatto ideale in cui sono collocati atteggiamenti e intenzioni da tenere durante il pasto.
Quando ci nutriamo, dobbiamo cercare di mettere in atto delle azioni specifiche per mantenere attiva la consapevolezza durante il pasto. La prima è l’osservare, concentrandoci sul nostro corpo e sulle sensazioni che proviamo (senso di sazietà, stress, ecc..).
Imparare a gustare il cibo è un altro passo importante: l’attenzione va portata sulle caratteristiche di quello che stiamo mangiando, sugli aromi, i sapori, le consistenze, i colori ma anche sul tragitto che quell’alimento ha compiuto prima di arrivare sul nostro piatto. Avere una visione più ampia del cibo ci consente di apprezzarlo maggiormente.
Il terzo elemento del nostro piatto ideale è la spinta a vivere il momento: quando mangiamo dobbiamo concentrarci solo su quello, togliendo tutte le distrazioni esterne come la televisione o il telefono.
Quarta e ultima raccomandazione è quella di non giudicare se stessi. I pensieri negativi, i sensi di colpa, le regole che ci auto imponiamo durante il pasto vanno accettate in modo compassionevole, ma non devono minare l’esperienza personale.
Ma questo tipo di approccio è veramente efficace?
A questa domanda, hanno cercato di rispondere i partners coinvolti nel progetto Erasmus+ “Convida+”.
Il progetto ha messo in pratica questo approccio in 3 differenti paesi europei: Spagna, Italia e Slovenia, strutturando un percorso educativo atto a cambiare le abitudini alimentari della popolazione over 65 attraverso l’acquisizione di un approccio basato sulla Mindfulness.
Nel corso degli ultimi due mesi, sono stati tenuti dei workshop nei tre paesi europei, durante i quali i partecipanti sono stati guidati in un percorso alla scoperta delle abitudini alimentari sane, dell’alimentazione consapevole e delle pratiche eco-sostenibili, attraverso lezioni frontali, esercizi pratici e visite guidate a realtà dei vari territori.
Nei vari paesi, il percorso si è avvalso del supporto di figure specializzate come nutrizionisti, esperti di Mindfulness, cuochi, associazioni dei consumatori e, per l’Italia, anche del supporto della Sezione trevigiana di Slow Food e della Cooperativa Agricola Topinambur, che ha mostrato ai partecipanti il ciclo di coltivazione biologica degli ortaggi.
I risultati finali sono stati incoraggianti e molti dei partecipanti hanno espresso la volontà di modificare le loro abitudini alimentari e di acquisto per mantenere uno stile di vita sano.
E voi, provereste la Mindfulness per cambiare il vostro rapporto con il cibo?
Foto: Cortesia di Enrico Francesco Pillitteri
Bibliografia:
- Amaya, K. A., & Smith, K. S. (2018). Neurobiology of habit formation. Current Opinion in Behavioral Sciences, 20, 145–152.
- Kabat-Zinn, J. (2015). Mindfulness. Mindfulness, 6(6), 1481–1483.
Giada Cocchetto, laureata in Relazioni Internazionali presso l’Università di Bologna, lavora come europrogettista presso Istituto per Servizi di Ricovero e Assistenza Anziani (I.S.R.A.A.)
Enrico Francesco Pillitteri, laureato in Psicologia Cognitiva Applicata presso l’Università di Padova, sta svolgendo un tirocinio in europrogettazione presso Istituto per Servizi di Ricovero e Assistenza Anziani (I.S.R.A.A.)
Per i senior mangiare diventa un’impresa poi che il cucinare non è di tutti e, lo stato di salute influenza questa attività che richiede attenzione e disposizione fisica . I senior vorrebbero comprare cibi pronti se, digeribili ed igienici e, soprattutto non esclusivamente nei supermercati dislocati solo in centro città . Gradirebbero avere compagnia a tavola e pazienza dai fornitori che frettolosamente li servono senza grazia per il malcelato desiderio di maggior guadagno . Essi vorrebbero trattorie all’aperto dove con poco si cucina bene senza carico di sale e olio per dover mascherare i sapori corrispondenti a scarse qualità . E percepire soprattutto una pensione bastante per ogni spesa alimentare emergente . I senior con corrispondenti tali requisiti sono un’esiguità!