Anche le bocce sono uno sport!

Scrive un lettore: Ricordo che quand’ero bambino mio nonno passava intere giornate a giocare a bocce e come lui tantissimi altri uomini, in un campo da bocce di fianco a un bar vicino a casa.

Sembravano divertirsi.  Ora che sono in pensione e anch’io diventato nonno, mi piacerebbe iniziare a giocare.

Sul palco del SilverEco and Ageing Well International Festival di Cannes di settembre 2022 i senior giocano a pétanque (bocce)

Le regole non sono un problema, ho anche letto che le bocce sono un vero sport, ma di campi da bocce non ne vedo più e non so a chi rivolgermi (io abito a Milano). Vorrei anche capire se è meglio fare della ginnastica di preparazione.   Avete qualche suggerimento? Grazie.

Il gioco delle bocce viene riconosciuto dal CONI come disciplina sportiva con la caratteristica di non prevedere un certificato medico di idoneità tranne che per la specialità chiamata “volo di tiro veloce”, che consiste essenzialmente nel tirare una boccia entro i 50 cm. da quella avversaria per eliminare “il punto” in essere.

Se ci si limita al gioco classico di andare a punto il CONI definisce questa attività fisica come non impegnativa per il sistema cardiovascolare  paragonandola al gioco del biliardo, delle carte, degli scacchi, del tiro con l’arco, del curling, ecc. Ma resta evidente che durante una partita ci possono essere diverse occasioni di tiro al volo, per cui se ne deduce che il certificato medico di idoneità deve essere comunque presentato nel caso di tornei sotto l’egida del CONI.

Questa premessa dimostra come in Italia le cose semplici possono diventare complicate o avere risvolti che ci lasciano perplessi nella loro attuazione. È indubbio che giocare a bocce non interessa il sistema cardiovascolare e muscolare in modo particolarmente impegnativo, casomai l’impegno è psichico perché come in ogni gara il prevalere sull’avversario stimola la produzione di sostanze simpaticomimetiche che influiscono sul battito cardiaco e la circolazione ematica e quindi possono sviluppare, seppur modesto, uno stress per l’organismo.

Il gioco delle bocce è antichissimo  e viene praticato specie nell’area mediterranea-europea: i più attivi sembrano essere i francesi (lì si chiama pétanque) che sono soliti giocare su qualsiasi terreno e non è insolito vedere nei parchi pubblici gruppi di giocatori che si affrontano su un terreno accidentato e non su quello regolamentare dei campi dedicati all’attività sportiva.

Foto di patrick gantz da Pixabay

Non è facile trovare in una città metropolitana campi regolamentari per ovvi motivi di spazi, ma il Comune di Milano ha individuato alcune aree pubbliche fornendo sia la costruzione di piste idonee sia la protezione e l’illuminazione delle stesse e, come ad esempio in via Giacosa a Milano , la protezione degli arnesi di gioco in un apposito ripostiglio: da non dimenticare anche la presenza di un locale destinato ai servizi igienici perché le varie patologie prostatiche sono ben presenti in una certa fascia di giocatori non più giovanissimi.

Poi, sempre a Milano, ci sono le cooperative che offrono spazi dedicati a questo tipo di gioco ai loro soci. Una tra le più famose è la Bocciofila Caccialanza , sita in via Padova a Milano.

Chi scrive è amante del gioco delle bocce ed era assai bravino nel tiro al volo, che comporta una notevole precisione e che molto spesso risolve positivamente le partite, per cui il consiglio di avvicinarsi e praticare questa attività è molto condiviso.

Alla domanda se sia necessaria una specifica preparazione atletica, direi semplicemente di no, visto che l’impegno fisico è assai ridotto e il gioco si basa più sulla qualità che sulla quantità del gesto motorio: in effetti non ci sono specifiche controindicazioni ed è sicuro che per un gruppo di senior è motivo di trascorrere del tempo in sociale allegria anche se dietro il sorriso si nasconde la volontà di vincere e di scroccare quindi una bibita o un aperitivo. A meno che non valga la consuetudine che chi vince paga per tutti che, come diceva Jerry Calà, diventa “libidine col fiocco”.

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Già primario di riabilitazione specialistica dell’ospedale L. Sacco di Milano e docente presso l’Università degli Studi di Milano, Silvano Busin é Direttore scientifico di ISSA Europe (International Sports Sciences Association Europe) e della rivista Fitness & Sport.

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