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Lavoro

L’evoluzione dell’occupazione matura

Il tasso di occupazione maschile in età 50-64 anni in Italia ha mostrato nell’ultimo decennio livelli e andamento simili alla media europea (FIGURA 1).

L’occupazione femminile nella stessa fascia risulta invece molto più bassa rispetto al dato medio Ue, quindi anche il divario di genere risulta particolarmente ampio in Italia (su cui pesa il maggior impegno tradizionale femminile nell’attività di cura informale nelle reti familiari).

FIGURA 1 – Andamento tasso di occupazione in età 50-64 anni in Italia.

Il tasso italiano di occupazione dei lavoratori maturi risulta nel complesso più basso rispetto agli altri grandi paesi europei (circa 61%, 15 punti sotto la Germania; FIGURA 2). Il dato più alto in Europa è quello della Svezia (con ridotto divario di genere: circa 83% per gli uomini e 79% per le donne).

FIGURA 2 – Tasso di occupazione 50-64 anni – 2020

L’Italia presenta, quindi, sia ampi margini di crescita dell’occupazione maschile se si confronta con le realtà più dinamiche in Europa, sia ampi di crescita dell’occupazione femminile dato l’attuale forte divario di genere da colmare.

Inoltre, a parità di occupazione, maggiore è la crescita in valore assoluto dei lavoratori maturi, dato il maggior sbilanciamento demografico italiano (non solo nella popolazione in generale, ma anche della forza lavoro) verso le età più mature.

In particolare, attualmente la fascia 30-34 anni è circa un terzo sotto quella 50-54: si tratta di uno dei divari maggiori in Europa (TABELLA 1). Inoltre, la popolazione in età adulta-matura in valore assoluto è una delle maggiori nell’Unione europea, maggiore anche della Francia e seconda solo alla Germania.

TABELLA 1 – Rapporto tra 30-34enni e 50-54enni in alcuni paesi europei (in migliaia). Anno 2019

Stanno entrando, inoltre, in tale fase della vita coorti sempre più istruite, ma i livelli rimangono mediamente più bassi rispetto agli altri paesi Ue, questo richiede un maggior investimento in formazione continua lungo tutte le fasi della vita attiva.

La partecipazione della popolazione italiana alla formazione continua risulta però più bassa rispetto alla media europea (e sotto quasi tutti i paesi occidentali; FIGURA 3).

FIGURA 3

I dati qui pubblicati sono stati elaborati in occasione della conclusione del monitoraggio 2022 del progetto Silver Value.

Foto SeventyFour su licenza iStock.

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