E’ impossibile trovare lavoro dopo i 55 anni?

Potrebbe essere facile per chi scrive rispondere alla domanda del titolo: non è impossibile, e a volte non è nemmeno così tanto difficile, trovare un nuovo lavoro dopo i 55 anni.

La risposta scaturisce semplicemente dall’esperienza concreta di consulente aziendale che si occupa proprio di ricerca di personale, ma anche dai dati generali, che attestano una crescita costante negli ultimi 10 anni del tasso di occupazione degli over 55.

Da cosa dipende trovare un nuovo lavoro

Detto questo, è però necessario aggiungere che esistono diverse variabili che incidono in modo significativo sul raggiungimento dell’obiettivo.

E’ ad esempio più facile trovare un lavoro nel corso di una fase economica caratterizzata da andamento positivo dei mercati o tassi di occupazione alti che non in un periodo di crisi economica e di decrescita dell’occupazione; così come è più semplice ricollocarsi a Milano o in altre zone del nord Italia maggiormente sviluppate dal punto di vista economico, piuttosto che in certe aree del centro o sud Italia.

Infine, sarà avvantaggiato un laureato in ingegneria, ma anche un cameriere o un contabile esperto, figure al giorno d’oggi molto ricercate, rispetto ad altri profili professionali più inflazionati.

La propria “spendibilità” e la gestione dei risvolti psicologici

E’ importante riconoscere questi fattori al fine di avere maggiore consapevolezza della propria “spendibilità”, ed acquisire così la dovuta obiettività nell’affrontare la ricerca di un nuovo lavoro.

Ciò aiuta anche a gestire il risvolto psicologico ed emotivo che una situazione del genere comporta: è inevitabile che emerga un certo livello di ansia durante la fase di ricerca, soprattutto se i primi riscontri non sono positivi. Ci vuole pazienza e tempo, e non ci si deve scoraggiare di fronte ai primi insuccessi.

Un altro fattore psicologico da tenere sotto controllo può essere il senso di fallimento che a volte insorge in chi perde un lavoro; ci si sente in qualche modo colpevoli della situazione, e si tende a chiedersi dove si è sbagliato.

Un mercato del lavoro che si sta “americanizzando”

Su questo punto può essere d’aiuto, a mio avviso, la seguente riflessione: il mercato del lavoro in Italia si sta sempre più “americanizzando”.

Rispetto a diversi anni fa, quando il cosiddetto “posto fisso” era un obiettivo piuttosto generalizzato e poteva davvero capitare di spendere l’intera vita professionale all’interno di un’unica azienda, oggi accade più facilmente di perdere il posto di lavoro, anche, e forse soprattutto, nella fascia di età che riguarda gli over 55, ed è dunque più frequente ritrovarsi, in modo inaspettato ed improvviso, disoccupati.

In alcuni casi il motivo è la chiusura o il trasferimento dell’azienda, altre volte una riduzione degli organici, oppure la decisione del datore di lavoro di puntare su persone più giovani.

Tutti fattori rispetto ai quali il lavoratore non ha alcuna colpa. La buona notizia consiste nel fatto che è anche più facile rientrare in un mercato del lavoro che sta diventando sempre più dinamico. Fuori e dentro, con più frequenza e più facilità. Potrà piacere o meno, ma questa è la realtà.

Non affrontare questa fase in solitudine

Alla luce di quanto sopra, il consiglio più importante che mi sento di offrire è quello di non affrontare in solitudine una fase critica come questa. Si può e si deve farsi aiutare, e a volte anche solo l’opportunità di una chiacchierata o di un confronto con persone più o meno esperte può costituire un aiuto prezioso.

Esistono associazioni ed enti specificamente dedicati a supportare chi cerca lavoro, gestiti dalle Regioni o dai Comuni, o da organizzazioni no-profit.

Ma anche l’aiuto di un amico, di un ex collega, di un parente che ha qualche dimestichezza con le questioni legate al lavoro e alla sua ricerca può risultare fondamentale.

Su cosa farsi aiutare?

Ci si può far aiutare nell’analisi della situazione del mercato, alla quale accennavamo all’inizio: quali sono i profili professionali più ricercati nella mia area geografica, quali le realtà più attive nell’assunzione di personale, quali gli ambiti più interessanti per un profilo professionale come il mio?

Ma serve supporto anche nella predisposizione del curriculum vitae e nella valutazione delle proprie competenze, per poter individuare quelle che varrebbe la pena sviluppare ulteriormente (un periodo di disoccupazione può diventare prezioso per approfondire la conoscenza dell’inglese, o per affrontare un corso di specializzazione che non si ha mai avuto il tempo di frequentare).

Si può infine richiedere supporto nella messa a punto della strategia di “vendita” della propria candidatura: come presentarsi al meglio ad una azienda, su quali caratteristiche fare leva per valorizzare al meglio sé stessi?

I punti di forza di un over 55

Tutto questo vale soprattutto per un over 55, che non può e non deve vantare caratteristiche che sono generalmente proprie di chi è giovane, ma che ha certamente molti punti a proprio favore che possono essere valorizzati adeguatamente: l’esperienza e l’equilibrio che solo la maturità possono offrire, l’affidabilità, la riflessività, la perseveranza, la capacità di gestire relazioni complesse sono spesso doti che i più giovani possiedono in dosi limitate, e che un senior può invece mettere copiosamente a disposizione dell’organizzazione per la quale lavora.

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Foto di Pavel Danilyuk da Pexels

 

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Marco Ronchi è Senior Consultant di AIMS International, società di Executive Search. In precedenza ha operato a lungo nelle Direzioni HR di aziende italiane ed internazionali.

Un Commento

  1. andrea 28 Giugno 2024 at 8:45 - Reply

    Belle parole, ma la realtà è mooooolto dura!

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