Lidia Ravera torna in libreria e Osservatorio Senior, che la segue con affetto, presenta come da tradizione il suo ultimo libro: Age Pride, l’orgoglio di una generazione che rifiuta i pregiudizi sull’età.
Questa volta non si tratta di un romanzo, ma di “una requisitoria contro l’ageismo”: l’insieme dei preconcetti, delle discriminazioni e degli stereotipi riferiti all’età.
Age Pride è un lungo monologo, senza capitoli, come fosse stato scritto d’un fiato, con l’urgenza di esprimere il proprio sentire sull’argomento che sta a cuore alla nostra generazione: il tempo che passa.
Il tema di fondo è quello che ben conosciamo: come affrontiamo il “terzo tempo” noi boomer, che abbiamo rivoluzionato tanti modelli e ora, invecchiando, non riconosciamo nei genitori modelli da imitare.
Nel 1960 gli italiani ultrasessantenni erano il 9%, oggi sono il 23%.
Di questi, secondo Ravera, un numero elevato di persone, in salute e in buone condizioni economiche, passa il suo tempo a mascherarsi:
“Giovani no, ma giovaniformi sí, è possibile. È perfino raccomandato. In un certo senso doveroso. Il compito è arduo e ci impegna parecchio. Peccato, perché potremmo fare altro.”
Che altro?
Grazie al fatto di essere così numerosi, potremmo conquistare un potere sindacale, politico e culturale e usarlo per far cambiare le leggi che governano l’ultimo tratto di strada.
Possiamo e dobbiamo concepire nuove linee guida per noi e per gli altri che verranno dopo di noi.
“Dobbiamo inventare, inventarci. Scrivere nuovi copioni. Ridisegnare i costumi. Ritoccare i canoni della bellezza e anche lo spirito del tempo”.
Ravera ha fatto politica attiva per cinque anni come Assessore alla Regione Lazio, con delega alla Cultura e alle Politiche giovanili. In quegli anni, ha investito tempo e denaro per migliorare le condizioni dei giovani.
Peccato, osserva, che non ci sia un Assessorato per le politiche senili, perché proprio la politica dovrebbe cercare soluzioni e affrontare fattivamente i problemi reali degli over 65.
Occorrerebbe trovare una soluzione alla piaga della povertà, due milioni di italiani percepiscono pensioni inferiori ai 500 euro mensili.
Anche la solitudine affligge tanti anziani, trenta su cento vivono soli e questo comporta infelicità, e aumento del numero di suicidi.
Le attuali RSA non sempre risolvono il problema e l’ipotetico Ministro delle politiche senili dovrebbe ripensarne le caratteristiche, puntando su modalità abitative che al ricovero contrappongano la coabitazione.
Ecco, dunque, che cosa potremmo fare per dare significato ai nostri anni: lavorare, ciascuno per quello che può e sa fare, per partecipare a “una festa possibile: quella dell’orgoglio d’aver vissuto, della voglia di continuare il viaggio della vita, considerando ogni età un Paese Straniero, da attraversare con la curiosità che merita”.
Di Lidia Ravera, Osservatorio Senior ha recensito anche: Avanti parla, Tempo con bambina, L’amore che dura, Il terzo tempo, Gli scaduti.
Abbiamo anche presentato tre libri della collana Terzo tempo: Appena in tempo, Il diario di Cinzia e Zero gradi.
Lidia Ravera, Age Pride, Giulio Einaudi, 2023