L’Esodo d’Argento inglese

Il Regno Unito del dopo Brexit sta sperimentando un fenomeno che nessuno si aspettava e del quale molti dicono che non c’è n’era nessun bisogno: dal 2020 circa 250 mila persone tra i 50 e 65 anni hanno lasciato volontariamente il lavoro e, dai dati raccolti recentemente, la tendenza a non rientrare nel mondo del lavoro è ancora presente.

Tra le cause di questo fenomeno, già soprannominato Esodo d’Argento’, sembra giocare un ruolo importante la percezione del fenomeno COVID: sia la gestione della crisi nei momenti più complessi, che le condizioni di lavoro oggi in essere in presenza della nuova fase del COVID ‘endemico’.

Per la politica inglese, questa tendenza implica diverse sfide. Da una parte, l’ondata di baby boomer che richiedono in maniera anticipata le loro pensioni aumenterà il costo delle pensioni statali fino a 24 miliardi di sterline all’anno.[1] D’altra parte, questa tendenza arriva in un momento in cui l’economia deve già affrontare le crescenti carenze di manodopera anche tra le altre fasce di età, l’aumento del costo della vita e gli altri effetti originati dalla Brexit.

Da ricordare che prima della pandemia il numero dei pensionati era in calo poiché i lavoratori andavano in pensione più tardi dopo l’aumento dell’età pensionabile statale, passata da 65 a 66 anni dal 2019-20.

Settori e occupazioni più coinvolti dall’Esodo d’argento

Settori come il commercio all’ingrosso e al dettaglio, i trasporti, la logistica, il manifatturiero sono quelli che registrano i maggiori aumenti percentuali di inattività tra gli ultracinquantenni.

È tra gli operai e il personale di vendita e dei servizi che l’esodo si fa sentire di più. Queste occupazioni, in genere meno remunerate e che erano in declino già prima della pandemia, a causa in buona parte del venir meno della manodopera straniera dopo la Brexit, hanno in comune l’avere la necessità di un alto livello di contatto tra le persone e il non poter essere svolte in remoto con lo smart-working.

Forse sono questi i fattori che stanno spingendo le persone ad andare in pensione piuttosto che cercare un altro lavoro o riqualificarsi?  Sorprendentemente infatti, l’esodo d’argento non avviene nei segmenti sociali con risorse economiche più alte, ma si manifesta principalmente nei settori con redditi medio-bassi.

Le sfide dell’economia del Regno Unito davanti a questo fenomeno

Lord Bridges of Headley, presidente della commissione per gli affari economici della Camera dei Lord, ha dichiarato: “L’aumento dell’inattività economica rende più difficile controllare l’inflazione; danneggia la crescita del paese e mette sotto pressione finanze pubbliche già tese. Ecco perché è fondamentale che il governo faccia di più per identificare le cause, contrastare l’aumento dell’inattività e comprendere se è probabile che questa tendenza persista”.[2]

Il Ministero del Lavoro inglese ha quindi condotto un’indagine sulla forza lavoro (Labour Force Study) per dimensionare il fenomeno. Lo studio è stato progettato per comprendere meglio le motivazioni che spingono le persone a lasciare il lavoro e se intendono tornare.

Sono state eseguite due raccolte di indagine (a Febbraio e ad Agosto 2022) e gli ultimi dati indicano una chiara differenziazione nei comportamenti tra 50-59enni e 60-65enni.

La visione dei 50-59enni

Tra i 50-59 anni si evincono ragioni complesse e diverse che spingono le persone ad uscire dal mondo del lavoro; le cause principali sono lo stress (19%) e il non sentirsi supportati nel proprio lavoro (17%). Oggi però il 72% di 50-59enni inattivi ha dichiarato che prenderebbe in considerazione di ritornare al lavoro, ma a patto di orari di lavoro flessibili (32%), migliori retribuzioni (23%) e possibilità di lavorare in remoto (12%). [3]

La visione dei 60-65enni

In questa fascia di intervistati si è evidenziata una chiara tendenza ad andare in pensione o uscire dal mondo del lavoro in modo definitivo per vivere di rendita in attesa della pensione statale.

Dal punto di vista finanziario per questa fascia di inoccupati è più comune infatti possedere una casa di proprietà (78%) e in genere avere meno debiti. Più della metà degli intervistati (55%) è fiduciosa o molto fiduciosa che i loro fondi di previdenza per la vecchiaia potranno soddisfare le proprie esigenze.

La ricerca evidenzia che gli intervistati contano su fondi che includono risparmi o investimenti (46%) e il sostegno finanziario del partner (27%). Per l’84% dei casi degli over 60, vivere in coppia permette di condividere fonti di reddito e fare qualche compromesso in attesa dell’arrivo della pensione.

Quale sarà lo sviluppo futuro dell’esodo d’argento nel Regno Unito ?

Il governo inglese dovrà ancora varare una serie di riforme e di attività per arginare il fenomeno: un traguardo non semplice sicuramente. Gli specialisti sottolineano che sarebbe imprudente illudersi che una percentuale significativa di coloro che sono usciti dal mondo del lavoro dal 2020 ritornerà o sarà persuasa a tornare.

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foto Nick Fewings da unsplash.com

[1] Resolution Foundation Report: Express, Charles Harrison, Feb 2022

[2] UK Parliament Committees: Early retirement and our ageing population are causing labour shortages. Dic 2022

[3] UK Office for National Statistics, Reasons for workers aged over 50 years leaving employment since the start of the coronavirus pandemic: wave 2, 2022

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Julio Gonzalez, educato in Messico, Canada e negli Stati Uniti, vive in Italia da più di trent’anni. Manager internazionale, ha gestito direttamente, in vari ruoli nelle Direzioni Risorse Umane dove ha lavorato, progetti di integrazione di aziende e culture diverse in Italia, Europa, Americhe, Asia e Oceania

Un Commento

  1. PIERA 31 Marzo 2023 at 18:40 - Reply

    Andare in pensione rappresenta per i più una liberazione da vincoli temporali e d’umore, non sempre coincidenti con il servizio prestato e spesso mal retribuito .
    Ottenere esplicito consenso ogni volta che l’occasione ci mette a confronto con la dirigenza è difficile, per motivi economici e prevaricazioni non sempre comprensibili . Se ci fosse maggiore e disinteressata collaborazione tra colleghi e dipendenti forse, questo progresso qualitativo potrebbe essere raggiunto sino al limite d’età .

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