Contro la solitudine dei senior in Europa

… é tempo di agire!

“Non si è mai troppo vecchi per fissare un nuovo obiettivo o per sognare un nuovo sogno” C.S. Lewis

La crescita progressiva della popolazione anziana in Europa sta contribuendo ad aumentare il focus sulle caratteristiche, le necessità e le problematiche tipiche dei senior, ponendo l’accento su un aspetto purtroppo diffuso nel continente, ovvero la solitudine.

Potremmo definire la solitudine come l’insoddisfazione relativa ai legami sociali effettivi rispetto a quelli desiderati, una discrepanza potenzialmente alla base dell’insorgere di implicazioni per la salute fisica e mentale, talvolta anche gravi. L’incidenza di questo problema nei senior è particolarmente rilevante, dato il delicato periodo di cambiamenti che vivono, quali il pensionamento e la perdita di amici o cari.

La crescente rilevanza del tema è stata colta dal Parlamento Europeo, il quale ha lanciato un progetto pilota di monitoraggio della solitudine nel continente, attivo per il triennio 2021-2023, atto a creare un archivio digitale di statistiche aggiornate e buone pratiche, al fine di identificare le priorità sulle quali agire e prendere decisioni politiche più consapevoli.

Secondo uno degli studi pubblicati in seno a tale iniziativa, tra i maggiori fattori di rischio che possono portare a una più significativa esposizione alla solitudine vi sono la presenza di disabilità, il vivere da soli, la perdita del coniuge, bassi livelli di istruzione e reddito. La dimensione trasversale di queste varie componenti, nonché i seri risvolti che la solitudine delle persone può avere nella società in generale, ne fanno una questione di salute pubblica, che, se non gestita adeguatamente, può erodere la coesione sociale.

Con l’intento di affrontare concretamente la situazione, nel 2022 è stato lanciato il progetto ITOSA, acronimo di Innovative Techniques of Seniors Activation, finanziato dal Programma europeo Erasmus Plus. Si rivolge ad anziani e educatori, con il fine di raccogliere una serie di pratiche efficaci e innovative che stimolino i primi ad avere una vita più attiva, creativa, sociale e di comunità, sia a livello locale sia europeo. Non a caso, è diretto agli anziani che vivono nelle aree rurali di Polonia, Italia, Cipro, Bulgaria e Serbia, con l’intenzione di migliorare la loro autostima, offrire opportunità di collaborazione anche a livello europeo, e ricostruire in loro la fiducia verso il cambiamento che possono innescare nelle comunità di appartenenza, per far sì che non si privino di opportunità e ambizioni.

L’estensione geografica del progetto non è casuale. Diversi studi hanno sottolineato come la solitudine venga percepita in modo diverso nelle varie regioni d’Europa. In Europa settentrionale e occidentale, tale problematica sembra essere più attenuata rispetto che nelle aree meridionali e orientali. Nelle prime le percentuali oscillano fra il 10% e il 17%, nelle seconde invece si arriva anche al 45%. Tale tendenza si ritrova nelle stime sulla solitudine cronica che variano dal 9 al 18% in Europa del sud e dell’est e, invece, si limitano al 2-8% nelle altre aree.

La zona mediterranea si contraddistingue per le aspettative più alte degli anziani nei confronti del supporto da parte dei loro familiari. Attese che invece si riducono nei confronti del supporto assistenziale istituzionale. I cambiamenti nelle forme di co-residenza all’interno dei nuclei familiari e quindi i cambiamenti in atto nei rapporti degli individui con le comunità di appartenenza sembrerebbero giustificare la maggiore percezione di solitudine. Problema che in Europa orientale appare più legato ai bassi livelli di reddito, che si stima incidano per oltre il 7% in termini di solitudine in paesi come la Bulgaria e la Polonia.

Con i dovuti distinguo a livello di bisogni locali e contesti, ITOSA propone lo scambio di conoscenza pratica e opportunità di formazione come comuni denominatori per trasformare l’interazione con i senior e tra i senior in occasioni per trovare o ritrovare motivazione, creatività e ampliare le proprie reti di riferimento sia a livello locale sia europeo. Risultati che contribuiranno a creare ponti tra luoghi apparentemente lontani ma vicini nell’intento di affrontare una sfida cruciale, incoraggiando la realizzazione degli obiettivi degli anziani di oggi e di domani.

Per ulteriori informazioni sul progetto, consultate la pagina Facebook o il sito dedicato.

Foto di leah hetteberg su Unsplash

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Francesca Masiero è Europrogettista presso Istituto per Servizi di Ricovero e Assistenza agli Anziani (I.S.R.A.A.).

6 Commenti

  1. Bruno 12 Aprile 2023 at 14:07 - Reply

    Interessanti i progetti europei sugli overxx, ma ho letto soprattutto tante parole e tante “intenzioni” e, come mi è accaduto leggendo il PNRR, non sono riuscito a capire “in pratica” cosa ci si prefigge di “fare” nei dettagli.

    • Francesca Masiero 14 Aprile 2023 at 7:15 - Reply

      Gentile Sig. Bruno, la ringrazio per il commento. La capisco, talvolta, la burocrazia dei programmi di finanziamento europei e nazionali può sembrare astrusa e quasi un ostacolo alla realizzazione del progetto in sé. Tuttavia, sono queste stesse procedure che aiutano a strutturare il percorso verso il raggiungimento degli obiettivi prefissati e la creazione di un impatto a lungo termine, che è ciò che preme di più alle istituzioni europee e alle organizzazioni impegnate nel sociale.

      Riguardo al progetto descritto nell’articolo, siamo solo nella fase iniziale, ma concretamente si intende formare un campione di educatori che lavorano con gli anziani nell’uso di metodi specifici tesi a motivarli e a farli uscire dall’isolamento, che saranno poi messi in pratica. Questo ci consentirà di creare un impatto in ben 3 comunità di anziani in ciascuno dei 6 paesi partner del progetto, comunità che riceveranno supporto per mantenere i risultati che saranno raggiunti.

      Secondo lei, quali misure bisognerebbe adottare a livello locale per contrastare l’isolamento degli anziani?

    • Laura 14 Aprile 2023 at 16:03 - Reply

      La penso anch’io così. Cosa bisogna fare?

      • Francesca Masiero 17 Aprile 2023 at 13:40 - Reply

        Buonasera signora Laura,
        sicuramente, quanto suggerito da Piera (in basso al suo commento), rientra tra le iniziative che possono essere realizzate per fare gruppo tra i senior in un’ottica di migliore socializzazione e maggiore solidarietà tra gli stessi. Ma ci sono molti altri metodi, come ad esempio coinvolgere i senior nella creazione di itinerari turistici alla scoperta del patrimonio culturale locale, nella visione e commento in gruppo di film e altri prodotti multimediali, o nell’organizzazione di tavole rotonde nelle quali i senior la facciano da protagonisti, per consolidare in loro la consapevolezza che con l’avanzare dell’età non si esaurisce la capacità di incidere nella comunità alla quale si appartiene…. ITOSA farà questo e molto altro!

  2. PIERA 14 Aprile 2023 at 16:08 - Reply

    Per contrastare l’isolamento degli anziani si devono organizzare periodiche, frequenti … almeno settimanali … incontri dei soci in località raggiungibili a piedi con ristori, servizi igienici e zone relax per recupero provvisti di eventuali fisio-psico-terapie agevoli ed economiche .
    Favorire lo scambio email e telefonico dei partecipanti … orientare le scelte di vita ed intrattenimento degli stessi, senza esagerati dislivelli sociali, per consentire ad ogni partecipante attenzione e cortesia .
    Prediligere orari antimeridiani, meridiani e pomeridiani, per favorire l’accesso di tutte le fasce d’utenza . Confermare puntualmente ed annualmente le scelte programmate .

  3. Bruno 19 Aprile 2023 at 9:54 - Reply

    Ho letto i commenti giunti finora e mi fa piacere che molti son rimasti con “i piedi per terra” invece che aleggiare tra le nuvole.
    Gli overxx, come me, stanno cercando di capire se servono o meno ancora a questo mondo ! Alle altre persone !
    A meno di non provenire da famiglie vissute in campagna decenni or sono, nelle quali gli overxx avevano una loro precisa collocazione e funzione, noi overxx del XXI secolo ci sentiamo “spiazzati”. Molti, spinti in pensione, si son guardati intorno ed hanno trovato il vuoto ! Come me.

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