Slider Carousel- Le nuove Sfide dei Senior-def
SLIDER-TECHNOLOGY-AND-AGEING
SLIDER-PANDEMIA-FUTURO-SENIOR
Senior Living
HEADER-GENERAZIONI-AZIENDA
2017-09-12-generazioni-a-confronto—banner-header_2
Letti e visti Longevità

Zone Blu

Una docu-serie Netflix ispirata al libro di Dan Buettner.

L’obiettivo, della serie di 4 puntate, è andare alla ricerca delle zone della terra dove vive il maggior numero di centenari. La ricerca si concentra su Okinawa (Giappone), Sardegna (Italia), Icaria (Grecia), Nicoya (Costarica), Loma Linda (California). La sfida è scoprire i segreti della longevità.

La dieta vegetariana, l’attività fisica e la centralità della famiglia sembrano essere elementi essenziali per una vita lunga e felice.

La serie è molto affascinante perché seguiamo il protagonista che, in bici, attraversa i continenti. Forse c’è stato anche qualche passaggio in aereo, sottaciuto per non rovinare la bellezza del viaggio. I luoghi sono spesso delle enclave isolate e selvagge.

La cosa più sorprendente è che i centenari e le centenarie intervistati sono in ottima forma. Non sembrano avere problemi motori, né di udito. E sono di una lucidità straordinaria. La ricerca sostiene che non è esito solo del DNA ma è il risultato dello stile di vita.

Insomma sullo stile di vita sono anni che ci ripetiamo le stesse cose: la dieta vegetariana, fare attività fisica ed avere una buona vita di relazione.

Il problema è l’applicabilità di queste regole nella vita sempre più metropolitana a livello mondiale. Cioè, un conto è avere l’orto e un conto è andare in palestra. Si fa movimento in ogni caso ma, occupandosi della terra, abbiamo anche soddisfazioni psicologiche e affettive. Se cresco la mia insalata e i miei pomodori mi sento creativo.

In aggiunta è molto costoso comperare cibo biologico al supermercato. E soprattutto nessuno ci garantisce che sia davvero biologico.

Un capitolo ancora più spinoso sono le relazioni sociali. Commuovente la scena delle centenarie che suonano, cantano e danzano in gruppo. Le guardiamo e ci fanno sognare. Ma qui da noi sono rari questi luoghi di aggregazione neppure nei piccoli centri, dove c’è il bar per gli uomini e la chiesa, con la Messa, per le donne. Maggiori possibilità offre il contesto metropolitano dove dei centri sociali per anziani offrono la possibilità di fare “quattro salti” come si diceva una volta. Ma resta il problema che le donne amano ballare più degli uomini e ciò crea difficoltà con il ballo liscio a favore dei balli di gruppo.

Insomma, la serie è molto coinvolgente e dice cose di certo utili ma poi applicarle nella nostra vita non è facile. E’ anche un problema culturale. C’è l’alimentazione sana e poi c’è la cucina italiana con lo spezzatino, il maiale arrosto, gli spaghetti alla carbonara, la pasta al forno, il fritto misto di pesce. Non è facile rinunciare a sapori che ci hanno accompagnato e rallegrato la vita.

Il progetto dell’autore è creare delle zone blu negli Stati Uniti. Là c’è il vantaggio di avere spazi infiniti dove creare dal nulla parchi e centri di aggregazione. C’è lo svantaggio di una società basata sulla necessità dell’automobile. Noi abbiamo il vantaggio di città che invitano ad andare a piedi o con mezzi pubblici efficienti. Ma ci manca lo spazio perché siamo una nazione densamente popolata e il verde è destinato all’agricoltura.

Insomma il progetto è bello e ambizioso. La serie va vista perché è davvero di grande godibilità per paesaggi e protagonisti. Ma sull’applicazione delle indicazioni qui da noi resta qualche perplessità.

Per vedere il trailer della docu-serie Blu Zones clicca qui

Vuoi leggere i precedenti articoli della sezione Letti e visti ? Clicca qui

 

Commenta