Il bello della vecchiaia al femminile

Qualche settimana fa è avvenuto un fatto singolare: il femminicidio non è stato uno dei tanti annunci televisivi ascoltati con sdegno e pena distratti, ma un fatto che ha profondamente coinvolto tutti noi per tanti motivi.

Perché per parecchi giorni era scomparsa una coppia di giovani, perché il temuto femminicidio si è palesato pian piano, sgranato di giorno in giorno come un rosario; perché vittima una giovane laureanda, perché l’autore è stato un giovane, perché la sorella della vittima, affranta ma battagliera, ne ha fatto un consapevole vessillo; perché il padre ha affrontato con grande dignità e consapevolezza la perdita della figlia, senza escludere tutti noi; perché la politica e la scuola sono state coinvolte, e perché non se ne può più di vivere e analizzare questi orrori senza riuscire a fermarli in tempo e fermarli per sempre.

E a noi senior, antiche femministe, ritorna in mente il vecchio slogan IO SONO MIA, applicabile a tante situazioni, certo, ma oggi, in particolare, al fatto che le donne non sono oggetti, sono persone e come tali non appartengono a nessuno, libere di scegliere, libere di non essere condizionate, libere di inventarsi la vita secondo la propria visione; libere anche di lasciare un uomo che vuole plasmarle a suo piacimento e farle camminare un passo dietro di lui, come nell’antica Cina.

Senza arrivare a situazioni gravi, sono ancora tante le limitazioni cui sono sottoposte le donne.

Parlavo in questi giorni con la mia giovane nipote che vive in una grande città e mi diceva che se esce da sola la sera e subisce cat calling (è una molestia sessuale, per lo più verbale, che avviene in strada), pensa subito “certo che non avrei dovuto mettermi la gonna e il rossetto”.

Certo, perché ci hanno insegnato a credere che la colpa fosse nostra: del nostro abbigliamento, della nostra avvenenza e, anche se sappiamo che non è così, comunque ci viene da pensarlo… Infatti ancora oggi le giovani spesso non sono libere di essere, di vestirsi, di truccarsi, senza essere valutate da un fischio, un commento, come animali valutati ad una fiera, e questo nel migliore dei casi…

E così mi è venuto il pensiero che il bello della vecchiaia di noi donne è: che bello non essere più bella, non essere più giovane, come dice Benedetta Barzini, essere trasparente, non attirare l’attenzione di nessuno… senza alcun rimpianto: questo il bello…

E così noi senior viviamo una vecchiaia tranquilla, usciamo la sera senza pericoli, ci permettiamo battute salaci da vecchie femministe senza preoccuparci di sdegnare qualcuno, ma anche conversiamo amabilmente con senior intelligenti, perché a noi interessa l’essenza, il contenuto, non l’involucro degli uomini.

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Foto di Brett Sayles da Pexels

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Silvia Ghidinelli è Vice Presidente e Direttrice dei Corsi dell’Unitre di Fossano, dove cura anche un Gruppo di lettura. E’ membro dell’Associazione culturale Cicerone della sua città, che mira a far conoscere agli studenti l’arte del territorio a Km 0. Si dedica quindi a senior e a giovanissimi.

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