La ricerca e l’innovazione al servizio dei senior

Le abitazioni smart: quali sono le idee e i prodotti previsti per il futuro più prossimo?

Un settore che per molti è sconosciuto, ma che riveste un importante ruolo che impatta notevolmente sulle nostre vite e su quelle delle future generazioni è il settore della ricerca.

La ricerca, intesa più nel dettaglio con il termine “ricerca scientifica”, viene definita come l’attività condotta da parte di studiosi e scienziati che hanno lo scopo di investigare, scoprire e interpretare fatti, situazioni e teorie relative ad un ambito definito della conoscenza umana.

Nel merito, è ormai declamata l’importanza che riveste la ricerca scientifica, quando si pone l’obiettivo di migliorare ed accrescere il livello di soddisfazione e di salute della popolazione, in particolare quella Senior.

Sono prova di questa evoluzione alcuni programmi di ricerca e sviluppo promossi e finanziati dalla Comunità europea, come il JPI (Joint Programme Initiative) “More Years, Better Lives – The Potential and Challenges of Demographic Change” e l’AAL (Ambient Assisted Living). Entrambi mostrano come l’attenzione si stia dirigendo, a partire dal contesto comunitario, verso temi collegati con l’invecchiamento attivo, al fine di fornire la base concreta per l’innovazione nella politica, nelle pratiche sociali e nello sviluppo di prodotti e servizi per l’utenza Senior.

Alcune delle occasioni in cui è possibile valutare l’avanzamento della ricerca e soprattutto toccare con mano i risultati tangibili per la popolazione, sono forum e conferenze internazionali nel settore dell’Internet delle cose, delle tecnologie Smart e del Design per l’interazione.

aal-programmeDi recente, durante il 7° forum Italiano dell’Ambient Assisted Living tenutosi a Pisa lo scorso giugno, è stato possibile catturare un’istantanea dei progetti e dei prodotti che troveremo sul mercato del futuro più prossimo.

Alcune sperimentazioni mostrano come l’importanza della prevenzione delle cadute all’interno della casa sia uno dei temi più sentiti e trattati a livello nazionale da vari istituti di ricerca. Sistemi non invasivi, quali sensori miniaturizzati integrati nell’ambiente e device indossabili, sono alcuni dei prodotti che potranno essere commercializzati a breve e che sopperiscono ad alcune lacune degli oggetti già in vendita da tempo. Parallelamente, tecnologie per monitorare il livello di stress di ognuno di noi, per monitorare le attività e gli spostamenti di persone con patologie quali l’Alzheimer o demenza o per controllare elettrodomestici e ambienti domestici, attraverso indicazioni vocali, sono alcuni dei tanti prototipi in fase di sperimentazione nello stesso scenario nazionale.

Oltreoceano, si usa parlare invece di Pervasive Technologies, ovvero quell’insieme di strumenti che ormai hanno al loro interno microprocessori che permettono un controllo tramite sistemi basati sul Cloud (la cosiddetta “nuvola”) e Internet.

Nel corso della 9° conferenza sulle Pervasive Technologies per ambienti di vita (PETRA 2016), tenutasi di recente a Corfù  e organizzata dalla University of Texas – USA, molti sono gli spunti che lasciano pensare ad un’abitazione che possa diventare non solo un contenitore di persone, ma un vero e proprio strumento a supporto della persona.

Sono stati presentati lavori che riguardano strumenti e prodotti per monitorare, in maniera non intrusiva, le attività di vita giornaliere, prototipi di dispositivi come gli esoscheletri che possono avere un notevole impatto nel settore della riabilitazione post-trauma, o in maniera più leggera, possono essere utilizzati come ausili per alleviare le fatiche giornaliere; applicazioni per smartphone che danno la possibilità di interagire con medici e assistenti, con nuove interfacce e comandi; nuovi sistemi per cucinare in maniera più sicura e robot che rendono possibile l’assistenza della persona durante le principali attività svolte nella propria abitazione.

Questi sono solo alcuni dei progetti in fase di sperimentazione che mostrano come il lavoro di istituti di ricerca, università, aziende e istituzioni sia da tempo direzionato sulle tematiche dell’invecchiamento attivo, sulle tecnologie per l’abitazione e sul progetto di ambienti che possano diventare adattivi e mutevoli secondo le esigenze di ognuno di noi.

È importante notare, grazie a questi eventi, come il lavoro svolto da designer, architetti, ingegneri, biomedici, gerontologi, psicologi e sociologi sia rivolto ad affinare non solo la qualità di vita reale delle persone senior, ma soprattutto a migliorare la percezione che le persone hanno nei confronti della tecnologia e a fare in modo che essa diventi uno strumento al servizio dei bisogni specifici di ogni individuo.

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Matteo Zallio, architetto, dottore di ricerca in Industrial Design, Fulbright Scholar. Ricercatore presso il Center for Design Research alla Stanford University – USA, ha condotto ricerca e consulenza su innovazione tecnologica e design for ageing presso la Technological University Dublin (IE), la Loughborough University (UK) e l’Università degli Studi di Genova (IT).

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